Prima di tutto un link finalmente funzionante all’originale del report della IAC (quello pubblicato ieri è un sommario di pre-release), reso disponibile sul sito di Antony Watts. L’interesse attorno a questa faccenda è decisamente elevato, tanto da aver impedito a molti di leggere per intero quanto è stato scritto dai membri della IAC. Ora si può.
In qualche modo questa faccenda era nell’aria, anche se, comprensibilmente, nei giorni scorsi c’era stato un po’ di scetticismo circa i possibili contenuti di questo report. Ross McKitrick, ad esempio, aveva adombrato un possibile conflitto di interessi dei vertici dell’IPCC nei confronti della IAC. Ora si può dire che così decisamente non è stato. Sempre McKitrick, però, aveva anche sollevato degli spunti di riflessione interessanti circa l’indirizzo che dovrebbero prendere le attività del panel, ritenuto ormai decisamente obsoleto nella sua rigida struttura burocratica, creata per un mondo, quello dell’era pre-internet, che ormai non esiste più. Una delle fasi più importanti della produzione dei report, infatti, è quella del processo di revisione. Beh, nelle ultime pubblicazioni dell’IPCC, questo processo è stato a dir poco un po’ strano, essendo più che altro impostato nella forma di apertura ai commenti con possibilità dei lead authors delle varie sezioni di decidere quali accettare e quali no e di aggiungere (come è stato documentato) degli assessment dopo la chiusura del processo di revisione. Commenti che tra l’altro sono stati ben pochi in relazione alla complessità e ampiezza del report e sono giunti da pochissimi dei paesi membri, che avrebbero così in pratica sottoscritto a scatola chiusa l’intero contenuto del report, ivi compresi gli sconfinamenti di natura non scientifica giudicati impropri del rapporto IAC. Ora, dice McKitrick con una esagerata provocazione, il clima si fa sui blog, con ciò intendendo che quando sarà aperta la possibilità di commentare i contenuti del nuovo report in itinere, l’attenzione che sulla rete è andata via via crescendo negli ultimi anni seppellirà letteralmente il processo di revisione. Per cui, senza un adeguamento delle procedure ed una molto più sincera attitudine alla trasparenza, la credibilità del report sarebbe compromessa al primo inevitabile errore, sia esso sostanziale o semplicemente veniale. Parole profetiche quelle di McKitrick, visto che molti di questi concetti, seppur espressi in un linguaggio molto più politically correct, sono proprio quelli contenuti nelle raccomandazioni della IAC di cui stiamo discutendo.
Molto più rigida la posizione di Roy Spencer, autore di un libro che già dal titolo “The great global warming blunder” (blunder=abbaglio), fa capire di non essere disponibile ad alcuna condiscendenza nei confronti del bias politico che la IAC rimprovera all’IPCC di aver indotto nel settore della ricerca sul clima. Secondo lui il lavoro dell’IPCC non deve essere riformato, deve essere abbandonato, essendo stato progettato non già per favorire la cooperazione scientifica nel settore, ma per fornire supporto ad un assioma politico predeterminato. Un’opinione senza mezzi termini, verrebbe da dire.
Ma è giusto dare un’occhiata anche all’altra sponda, e così scopriamo che su Real Climate, il blog che più di ogni altro ha sostenuto le posizioni del panel, essendo incidentalmente curato da molti degli autori del 4° Rapporto IPCC, si adotta un atteggiamento del tipo “non è successo niente, non c’è nulla da guardare qui”, accogliendo con favore l’esortazione al cambiamento e tacendo opportunamente sulla possibilità che la leadership del panel possa passare la mano. Curioso, perché una buona parte degli atteggiamenti e delle procedure che andrebbero modificate secondo la IAC, sono proprio quelli adottati dal gruppo che gestisce quel blog, uso ad esempio negare la pubblicazione di commenti non graditi ai post via via pubblicati per sostenere le proprie tesi.
Nelle ultime ore la notizia di questo nuovo “temporale” nel dibattito sul clima sta circolando anche sulla stampa italiana. Ci sono già stati dei commenti ad esempio sul Sole24Ore e su Il Foglio. Commenti giustamente prudenti perché la situazione è in continua evoluzione. Infatti, proprio mentre scrivo questo post, arriva una notizia proveniente da un virgolettato attribuito a Rajendra Pachauri sul Pioneer on line, con il quale il presidente del panel assicura di essere al momento intenzionato a restare al suo posto almeno sino alla pubblicazione del prossimo report IPCC, previsto per il 2014. Considerato che probabilmente la pubblicazione subirà un ritardo proprio per assolvere ad una delle raccomandazioni della IAC, che vorrebbe che il lavoro del Working Group I del panel (Scientifical basis) fosse pubblicato prima di quelli dei Working Groups II e III, pare che a meno di clamorose prese di posizione da parte degli stati membri cui Pachauri ha rimesso il proprio mandato, la leadership del panel non cambierà almeno per un lustro. Questo finisce però per andare in contrasto con un’altra raccomandazione della IAC, quella che vorrebbe un ricambio alla guida del panel alla pubblicazione di ogni rapporto.
Quale sarà l’evoluzione di questa ennesima (e molto più autorevole delle precedenti) polemica? veramente difficile a dirsi. A chi credere, a Roy Spencer che boccia senza mezzi termini l’intero processo, a McKitrick che ne suggerisce una decisa modernizzazione, a Real Climate che fa quasi finta di nulla, al leader del panel che in pratica rimettendo il suo mandato e dichiarandosi deciso a continuare chiede una conferma del suo operato, rigettando così le raccomandazioni della IAC che pubblicamente dichiara di sostenere ed accogliere? Beh, quali saranno le dinamiche tutte squisitamente politiche di questa discussione, che sicuramente ci porterà dritti alla conferenza di Cancun e lì terrà banco, c’è da augurarsi che la revisione delle procedure porti ad un processo di approfondimento e divulgazione della scienza del clima libero da ogni tipo di condizionamento, conflitto di interesse o lobbysmo di vario genere, perché la materia, questo sì lo abbiamo capito in tutti questi anni di accesi dibattiti, è troppo importante per essere “inquinata” da ciò che con il clima del pianeta non ha nulla a che fare.
[…] non intende ovviamente sminuire l’impegno profuso da Guido Guidi nel diffondere di errori o travisamenti, oltre alle tesi di uno dei più attivi centri di disinformazione USA. Adriano […]
Caro Guido, mi sono preso un po’ di tempo per risponderti perché letta la tua risposta, di getto mi veniva di mandarti a quel paese.
Ora che siamo nel week end sono di buon umore e cerco di spiegarmi.
Prima cosa: alla fine mi dici che “non avevi letto il report” e “poi l’ho fatto e non mi è piaciuto, e spiegherò perché in un post”.
Allora perché mi hai fatto tutte quelle menate sul fatto che ti accusavo di non averlo letto?
Era evidente che non l’avevi letto, non sei uno stupido e scrivevi il contrario di quello che c’era scritto, come ti ho mostrato.
In questi casi si deve dire: hai ragione, ho sbagliato.
Non mi piace quel modo di fare per cui alzi i toni definendoti due volte “bugiardo di professione”. Io non ti ho accusato di questo. Solo di aver fatto commenti su un rapporto non letto. È stato solo uno sbaglio, capita a te come capita a me e a tutti di farne. È capitato perfino agli autori dei rapporti IPCC 😉
No, non puoi ridurre tutto a “opinioni diverse”. Se non riusciamo a concordare su quali sono i fatti e quali le opinioni, ogni confronto è impossibile. Figurati poi se ci mettiamo a parlare di cose scientifiche complesse !
Se dici che il rapporto IPCC ha ricevuto pochi commenti, e ne ha ricevuti 90.000, che è un numero mostruoso, il tuo è un errore, un’opinione sbagliata. E se non lo riconosci, e mi citi dei rapporti che entrano nel merito dei commenti e delle risposte, mi sembra che stai menando il can per l’aia.
Se intendevi qualcosa d’altro, va benissimo, basta saperlo. Ma “pochi commenti” non possono essere 90.000.
Idem per gli sconfinamenti. Nel rapporto IAC non si dice che non ci sono stati sconfinamenti politici nel rapporto. Questo è un fatto, ed è il contrario di quello che scrivevi.
Poi secondo la tua opinione gli IPCC leaders “hanno scelto di ricorrere a fonti poco attendibili per rendere un’immagine più convincente”. Liberissimo di pensarla così e di scriverlo. Siamo alla solita diffamazione, le solite offese infamanti senza alcuna prova (si, il solito post di Watts.. il paragone con le pendenze su una sinusoidale.. ma dai…).
Avrei altre cose da risponderti ma interrompo qui il dibattito, perché come ti ho già detto quando vedo offese di questo tipo non ho più voglia di discutere.
Vedi Guido, tu usi toni cordiali, ma nella sostanza lanci delle accuse pesantissime a delle persone che hanno fatto molto per la scienza del clima. Prima di accusare una persona di malafede dovresti documentarti meglio, o almeno non basarti solo sui soliti blog screditati, famosi più che altro per le cantonate che prendono quasi mensilmente.
È lo stesso trattamento che hai riservato a Schneider; mi ero già ripromesso di spiegarti perché sbagliavi, ora che è morto cercherò di farlo.
Ciao ciao.
PS (se vuoi togli pure questa parte dal commento, è fuori tema)
Ti do un consiglio finale, per il blog. Dovresti cercare di dotarti di un sistema di revisori per fare vagliare i post, una sorta di “Comitato scientifico” per fare dare almeno una controllata alle cose che si scrivono su Climate Monitor. Se vuoi anche solo fra quelli che ci scrivono, una sorta di controllo incrociato. Io l’ho fatto con Climalteranti e ti assicuro che funziona: in quasi tutti i post si trovano cose da migliorare, alcune cose si tolgono perché non vanno bene. Alcuni post, anche miei, non sono stati pubblicati.
È più laborioso, ci vuole più tempo. Ma cosi’ mi sembra che stai solo creando tanto rumore di fondo.
Sottoscrivo la parte della revisione di base ai post
: il post http://www.climatemonitor.it/?p=5668
sul fotovoltaico ha raggiunto livelli comici in stile Walter Chiari e il Sarchiapone!!!
Cordiali Saluti
Giovanni Pellegrini
Bentornato Giovanni. Sono un po’ sconcertato dalla tua sottoscrizione, perché se non ricordo male tempo fa ti avevo chiesto di partecipare alle discussioni anche con tuoi contributi autografi. Ma mi rendo conto che una cosa è fare, altra è dire come farlo. Nessun problema, c’è bisogno di entrambe le cose comunque.
Cordiali saluti a te.
gg
In effetti, insieme a Guido Guidi, abbiamo messo in piedi un ottimo sistema di review (certo con dei buchi, sempre più piccoli di quelli dell’IPCC però). Abbiamo deciso di applicarlo pure ai commenti, ma abbiamo desistito. Sarebbe scomparso l’89% dei commenti di Pellegrini, per esempio, con un solo click. Che ciò sia un bene o male, poi, merita sicuramente un nuovo Working Group per scoprirlo.
CG
Francamente non capisco il perche’ del tono di questa risposta, e nemmeno perche’ l’89% dei miei commenti dovrebbe sparire.
Tornando al merito, se avete la pazienza di leggervi i commenti al post riguardante il fotovoltaico potrete vedere:1) Che ho cercato di intervenire in maniera costruttiva.
2) Che il Capogna, autore del post, ha molta confusione riguardo la termodinamica e il trasporto radiativo, fino ad arrivare a conclusioni comiche.
Ed il punto 2), vi assicuro, non e’ cosa opinabile.
Cordiali Saluti
Giovanni Pellegrini
ADMIN: come già detto più volte, l’argomento Capogna è chiuso. Continuare a scrivere sempre le stesse cose (anche al di fuori dell’area commenti di quel post), non aggiunge niente altro e anzi disturba, quindi l’invito è ad astenersi in quanto è stato già detto tutto il possibile.
Grazie.
Caro Stefano,
ti svelerò un segreto che chi segue CM conosce già. Io non ho
l’abitudine di prendermi troppo sul serio, perché la mole di cose
che faccio e che scrivo è tale da espormi molto spesso ad errori, e
credo sia meglio essere colti in fallo con il sorriso. Questo vale
anche per la faccenda del “bugiardo di professione”. Se tu fossi un
meteorologo sapresti che questo è un modo di dire che usiamo spesso,
quale potrebbe essere il paragone calzante? Ah, sì, un “trick”, un
modo per schernirsi, sapendo che la fallacia delle previsioni induce
spesso inconsapevolmente a mentire, ovvero ad essere smentiti. Ma
non lo sei, perciò avrei dovuto spiegarmi. Nessuna accusa, ci
mancherebbe. E questo vale anche per il tono cordiale, che è tale,
semplicemente perché lo sono, e credo anche che si possano dire cose
serie (che siano accuse gravissime è soggettivamente dipendente dal tuo punto di vista) anche con toni leggeri.
La tua era però una supposizione (riferita alla lettura), e tale
resta. Perché come hai scritto anche tu “almento l’ES” lo avevo
letto, e non mi pare di aver scritto grosse baggianate, visto che da
qualche giorno si leggono le stesse cose un po’ ovunque (lo so, lo so, neanche loro lo hanno letto). Certo, ora sono un po’ più erudito
al riguardo, e posso serenamente confermare che ripeterei tutto quello che ho scritto. Comprese le opinioni altrui (Mc Kitrick) che continui a scambiare per mie malgrado ti abbia già spiegato e indicato dove andare a leggerle per averne conferma. Quel rapporto oltre ad entrare nel merito, dice anche chi e quanti hanno commentato cosa, e credo che sia attinente al nostro discorso.
Credo che ti sia sfuggito un “non” di troppo nel commento perché ho fatto fatica a capire il periodo sugli sconfinamenti, ma ritengo che sia lo stesso concetto che hai scritto nel precedente commento, per cui ti ripeto la mia precedente risposta: “polici relevant not policy prescriptive”. Ad ogni modo, ora il campo è sgombro da ogni dubbio, Pachauri ha rilasciato un’intervista in cui sottolinea proprio il necessario ruolo politico del panel. La posizione è chiara e anche prevista dalla risoluzione istitutiva. Direi che in quest’ottica è la frase contenuta nel report IAC ad essere fuori contesto. Questo mi solleva, perché penso che dalle opinioni politiche si possa dissentire, da quelle scientifiche no. Certo, queste ultime devono poggiare su basi solide e, come sai benissimo, con riferimento all’AGW ed all’AR4 (SPM compreso) alcune cose sono solide, altre no. E questo mi porta al periodo del tuo commento relativo a quella che definisci diffamazione. E’ proprio sulle cose meno solide che si è cercato di rendere immagini definite anche se non supportate da adeguata evidenza. Il paragone con le pendenze su una sinusoidale l’avrà pur fatto il solito Watts, ma è comunque in bella mostra e sono certo che anche tu pensi che calcolare dei trend su periodi diversi e metterne in mostra la pendenza al solo scopo di mostrarne l’accelerazione sia un esercizio senza senso ma di grande effetto. Può essere un errore? Certo, allora quando qualcuno lo ha fatto notare doveva essere escluso. Mi chiedo e ti chiedo, perché non è accaduto? E poi ancora, con tutte le risorse disponibili, possibile che non si sia trovato qualcuno in grado di condurre un discorso scientificamente adeguato sulle dinamiche (e prognosi) di scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya? Possibile che si sia dovuta usare una vecchia intervista riportata in un report non sottoposto a revisione piuttosto che qualcosa di più solido?
Vedi Stefano, io sono certo che sia stata fatta una mole di lavoro enorme, e di questo sono grato a tutti gli uomini di scienza che hanno profuso i loro sforzi nell’implementarla. Ma il problema è che alla gente, e per gente intendo anche quella che prende le decisioni, sono purtroppo state date delle informazioni non conformi agli sforzi di quella comunità, perché quelli cui ho appena accennato, non sono ertamente i cardini scientifici del problema, ma sono certamente di sicuro impatto e di immediata comprensione, tanto da essere diventati i cavalli di battaglia di molti divulgatori (che fanno opinione, cioè sostegno, cioè risorse e per questo sono preziosi).
E ora Schneider, che è certamente tra quelli che hanno dato tanto
alla scienza del clima e di questo glie ne siamo grati. Ma il suo attivismo era palese. Lecito, ci mancherebbe, ma palese. E in quanto
tale criticabile. In tema di consigli su come condurre un blog, ti
dico che ho apprezzato la volontà di fare un omaggio a Schnaider del
tuo post, ma avrei evitato di fare altre polemiche.
Appunto, i blog. Ho pensato anche io di fare quanto da te suggerito, ma ho anche accantonato l’idea di farlo in modo sistematico. un approccio come il vostro forse non darebbe in modo scontato il risultato di finire per condurre il discorso su temi preconcetti, ma correrebbe il serio rischio di farlo. E CM non nasce per fare proselitismo, chi, come me, scrive a volte delle stupidaggini, mi piace sia corretto pubblicamente. Certo, nel tempo si sono aggiunte a CM molte firme con opinioni simili, ma questo è inevitabile, piuttosto non vorrei mai che fossero “controllate”. Invece una forma di scambio di opinioni pre-pubblicazione c’è quasi sempre sui vari post, almeno quelli su temi specifici. Su degli pseudo editoriali (per carità mi perdonino i professionisti dell’informazione) questo proprio non può accadere.
Infine, per tornare ai temi cordiali, mi pare che terminare il tuo commento bollando come rumore di fondo la pubblicazione di più di
mille post (ad oggi 1078 per la precisione), di 8000 commenti, di migliaia di contatti e circa sei milioni di pagine lette, più che un rumore di fondo sia un bel temporale. Da meteorologo non posso che esserne affascinato.
Ciao, gg
il mio era piu’ un discorso generale..non parlavo di questo sito(per fortuna esiste)
ormai siamo arrivati al punto che ognuno vuole avere ragione a tutti i costi..ognuno tira l’acqua al proprio mulino..(ma anche tra studiosi)
vedo troppe certezze in giro..quando invece certezze non ce ne sono in una scienza cosi’ complicata..
siamo ben lontani dal capire tutto il “meccanismo”..”come” influiscono i gas serra, ed in che misura..
la verita’ potrebbe stare nel mezzo..non esiste solo il bianco e il nero..ma varie sfumature..
il riscaldamento globale di origine antropica,secondo me, è ancora tutto da dimostrare, considerando che ancora oggi non si conosce tutto su quanto avviene all’interno delle nubi..e su come funziona il sistema climatico..
Grande Guido Guidi…finalmente qualcuno che conta che ha coraggio
di dire la verita’!!!
io sono con te pero’ penso che ormai e’ diventata una “guerra” tra serristi e negazionisti e chi ci rimette e’ questa stupenda scienza..
Nessuna guerra. Qui vogliamo solo scambiarci opinioni, e la scienza
è tutt’altro che stupida,è il nostro patrimonio culturale.Chiedo scusa. Sono proprio arrivato.
gg
Veramente bora71 aveva detto “stupenda” e non “stupida”.
Sono d’accordo con te, la guerra la fanno altri.
La scienza non è (= non deve essere) questione di tifo, o di ideologia, o di appartenenza politica.
La scienza è un patrimonio comune, trasversale.
Qualcuno ci attacca ?
Entrare in quelle polemiche sarebbe sbagliato… chi ci osserva potrebbe non cogliere la differenza…
La scienza è basata sui fatti, che sono dimostrabili o smentibili, e quindi non hanno bisogno di sostegni dogmatici, o di prese di posizione repressive contro i “negazionisti”.
Sono le verità di fede che non sono dimostrabili, perché trascendenti, e lì capisco che si faccia uso di dogmi, che però uno può accettare o rifiutare.
Un dogma non può e non deve essere IMPOSTO con la forza o con l’autorità, sarebbe dittatura.
Chi “detiene la verità” ha ampie possibilità, nella scienza, di dimostrarlo, avendo la forza dell’aver ragione. A cosa gli servirebbe ricorrere dunque a dogmi ?
Per questo mi piace CM, perché qui non si fanno guerre, non si fanno barricate.
Qui si ha il coraggio delle proprie idee. E il rispetto di chi la pensa diversamente.
Secondo me.
[…] […]
Scusa Guido, non volevo essere offensivo. È che alcuni errori nel post erano a mio avviso un chiaro indice che non l’avevi letto.
Non era una “granitica certezza”, solo lo ritenevo “molto probabile”, per usare il linguaggio IPCC.
Scusa la franchezza, ma se l’avevi letto, è anche peggio.
(quindi, se ammetti che non l’avevi letto, io sono più contento, non meno… dai… ).
Hai scritto “Commenti che tra l’altro sono stati ben pochi in relazione alla complessità e ampiezza del report”
Il report dice chiaramente il contrario. Che i commenti sono stati tantissimi. C’è una tabella in cui si vedono le centinaia di commenti per il WG2, non può esserti sfuggita. Nell’executive summary c’è “Drafts of the Fourth Assessment Report drew 90,000 review comments (an average of a few thousand comments per chapter), stretching the ability of Lead Authors to respond thoughtfully and fully”. Mi sembra fin troppo esplicito.
Hai scritto “e sono giunti da pochissimi dei paesi membri, che avrebbero così in pratica sottoscritto a scatola chiusa l’intero contenuto del report”,
Qui c’è una confusione basilare fra il ruolo dei reviewer sull’intero assessment e dei paesi membri nel approvare formalmente il SPM. Se leggi l’introduzione in cui si spiega con molto dettaglio come funziona il processo IPCC, ti sarà chiaro.
Hai scritto: “ ivi compresi gli sconfinamenti di natura non scientifica giudicati impropri del rapporto IAC”
Il report IAC non dice che che nell’AR4 ci sono questi sconfinamenti (se secondo te ci sono, mi dici dove in che WG e che paragrafo ?), ma parla di IPCC leaders (IPCC leaders have been criticized for making public statements that were perceived as advocating specific climate policies”). È cosa molto, molto diversa.
Hai scritto “una buona parte degli atteggiamenti e delle procedure che andrebbero modificate secondo la IAC, sono proprio quelli adottati dal gruppo che gestisce quel blog, uso ad esempio negare la pubblicazione di commenti non graditi ai post via via pubblicati per sostenere le proprie tesi”.
Quali commenti non ha pubblicato l’IPCC? Dove ? (questo non c’entra ma tanto che ci siamo: e su Realclimate non ci sono commenti sgraditi? Basta prendere un post a caso…).
Hai scritto: “…al leader del panel che in pratica rimettendo il suo mandato e dichiarandosi deciso a continuare chiede una conferma del suo operato, rigettando così le raccomandazioni della IAC che pubblicamente dichiara di sostenere ed accogliere?”
E perché mai? Lo IAC non critica il Chair, dice che tutti le cariche devono ruotare di più (direttore esecutivo e vice-chair compresi).
Ti sembra una critica a Pachauri scrivere che “The Committee found that the IPCC assessment process has been successful overall”?
Riguardo al finale, dove scrivi “c’è da augurarsi che la revisione delle procedure porti ad un processo di approfondimento e divulgazione della scienza del clima libero da ogni tipo di condizionamento, conflitto di interesse o lobbysmo di vario genere”, lasci intuire che prima non era cosi. Questo nel rapporto non viene detto, anzi i diversi sostegni all’IPCC vanno nella direzione opposta. Certo, ci sono tanti miglioramenti da fare, figuriamoci. Anche io ne ho chiesti.
Una cosa del tuo commento
“La continua evoluzione è riferita alle ripercussioni che questa pubblicazione potrà avere sulla leadership e sulla credibilità del panel, che potrà uscirne rafforzata o indebolita a seconda di quello che si dirà nella prossima sessione plenaria.”
Non ci siamo: se si legge il report è chiarissimo, e lo era già ben prima, che il fatto che Chair faccia uno o due mandati conta poco o nulla ai fini della credibilità dell’AR5.
Ho scritto troppo, pardon, ma era richiesto.
Se ho tempo farò un post su Climalteranti in cui racconterò quali critiche avevo fatto io all’IPCC e perché quello dello IAC mi sembra un buon e utile lavoro. Ciao
Stefano,
non sei stato offensivo, hai semplicemente adottato il tuo stile, che non smentisci giustamente anche in questo commento. Parli di errori, escludendo la possibilità che si possa trattare di opinioni diverse, o diverse interpretazioni di un documento (il report IAC) per sua natura aperto all’interpretazione. La tua è una, la mia un’altra e così via. Magari potrò pensare di aver ragione, ma non do voti al tuo pensiero, come ti è successo per esempio anche alla fine del commento con il tuo “non ci siamo”. Pensi sul serio che un ricambio più frequente della leadership del panel non sia richiesto anche per ragioni di credibilità e perché forse così bene non hanno fatto? E perché si dovrebbe cambiare allora? Non sarà mica per evitare l’affermarsi o il prolungarsi di condizionamenti o interessi diversi dal mandato del panel? Dimmi tu.
I commenti. Lo so che il report dice cose diverse. Quanto ho scritto e forse non hai ben compreso, riportava il pensiero di McKitrick espresso nell’articolo di cui ho aggiunto il link. Forse non hai potuto leggerlo. Ad ogni modo, si può leggere anche qualcosa di parecchio più datato che trovi a questo link http://scienceandpublicpolicy.org/images/stories/papers/originals/mclean/mclean_IPCC_review_final_9-5-07.pdf. Lo so che non ne vorrai assolutamente sapere, ma c’è qualche numero interessante anche lì.
Sconfinamenti. Ma questi leader hanno o no voce in capitolo? L’aver scelto di ricorrere a fonti poco attendibili per rendere un’immagine più convincente cos’è, uno sconfinamento o un salto della quaglia?
Commenti. Come mai si è deciso di non dare risalto al problema della divergenza (giustificandolo con il fatto che la faccenda era stata scientificamente già discussa) proprio per costruire una delle immagini icona dell’AR4? E come mai non sono state accolte le richieste di non pubblicare l’immagine che rappresenta l’accelarazione del trend di riscaldamento in quanto costruita secondo criteri decisamente discutibili (trovi tutto qui http://www.climatemonitor.it/?p=9371)?
Critiche al Chair? Ripeto la domanda di prima. Ma questi leader hanno voce in capitolo? Se sì, forse è a loro che si deve attribuire la responsabilità di ciò che non ha funzionato, che ne dici? Se no, allora abbiamo scherzato.
Il finale. Ne sai più tu di me, visto che ormai sei interno al processo. Se sei disposto a giurare che nell’enorme movimento generatosi attorno al climate change, scienza e organismi più o meno scientifici e politici compresi, non ci sia alcuna forma di condizionamento, conflitto di interesse o lobbysmo, giuro anche io che ti credo.
Ma voglio farti contento, anche se sono un meteorologo bugiardo di professione. Non avevo letto il report, decidi tu a cosa credere. Poi l’ho fatto e non mi è piaciuto, e spiegherò perché in un post. Però penso che tale lettura non sia piaciuta molto neanche a te, malgrado si debba necessariamente dire il contrario e per ragioni molto diverse dalle mie.
Ciao e grazie del contributo.
gg
Ciao
Un consiglio: prova a leggere il rapporto, o almeno l’executive summary.
Vedrai che molti dubbi si chiariscono, e molte cose che hai scritto non hanno molto senso.
I “commenti” di molti sono “prudenti”, non perché la situazione è in continua evoluzione (il lavoro dello IAC ora è finito) ma solo perchè anche loro il rapporto non l’hanno letto.
Grazie per la sua sempre esemplare vaghezza delle analisi. Le obiezioni si fanno nello specifico, indicando espressamente gli errori ed esplicitando le correzioni, oppure non si fanno affatto. Dire agli altri in parole spicce “leggi cosi capirai dove hai sbagliato” è la cosa più facile e meno seria del mondo, ma tant’è!
Siamo certi che Caserini vorrà aiutarci nell’individuare i punti da lui menzionati.
Ciao a te Stefano,
devo ammettere che non mi sorprendi più. La tua granitica certezza che non mi sia scomodato a leggere il rapporto (e neanche l’executive summary), accompagnata dall’altrettanto granitica convinzione che nessun altro tra quanti hanno fatto commenti lo abbia fatto (tranne te che ci hai messo del tuo, ovviamente) è in linea con la divisione bravi/somari che contraddistinguono il tuo stile di commento. Ad ogni modo, il fatto che quanto ho scritto possa non avere molto senso, vuol dire che ne ha un po’, quindi se non altro guardo con speranza la fila dei bravi, pur appartenendo sistematicamente a quella dei somari.
La continua evoluzione è riferita alle ripercussioni che questa pubblicazione potrà avere sulla leadership e sulla credibilità del panel, che potrà uscirne rafforzata o indebolita a seconda di quello che si dirà nella prossima sessione plenaria.
Quanto alla prudenza, direi che può scaturire sia da quanto ho appena scritto, sia dal linguaggio politichese adottato (necessariamente) nel rapporto, che ringrazia e premia il lavoro del panel, salvo poi sollecitarne una importante revisione amministrativa e procedurale (squadra che vince non si cambia, se si cambia vuol dire che non ha poi vinto molto). Sono certo che il fatto che abbiano/abbiate scritto che l’IPCC deve essere policy relevant e non policy prescriptive non ti sia sfuggito e mi pare anche che di senso ne abbia un bel po’.
Aggiungerei anche, con una fugace incursione nella fila dei bravi, che non è possibile che tu non abbia letto il report visto che hai anche fornito il tuo contributo. Magari vorrai farmi sapere in quale forma, o devo restare per sempre tra quelli che non sono in grado di comprendere?
Suvvia Stefano, io non l’ho scritto, ma Spencer ha detto anche di aver apprezzato, seppur non condividendolo, lo sforzo di Christy per cambiare il sistema dall’interno. Non è lo stesso sentimento che ha animato la tua voglia di dare una mano? E se non ci fosse bisogno di cambiare, perché sarebbe stato necessario dare un contributo?
Io credo che quanto sta accadendo possa avere dei risvolti positivi, ma è essenziale che chi vi è direttamente o indirettamente o anche solo casualmente coinvolto non faccia finta di nulla.
Ho scritto in stile troppo blogghesco? Lo credo bene, questo è un blog, e meno male che c’è.
PS: mi viene un dubbio. In queste ultime ore ho volutamente ignorato le voci di altri blogger disincantati che pensano che difficilmente una revisione del panel possa arrivare da quanti di fatto lo sostengono da sempre. Questa è dietrologia, ma se il tuo esordio nella nostra discussione è in questi termini, mi viene il dubbio che non sia troppo dietro, ma piuttosto avanti. Spero, una volta di più, che mi vorrai smentire.
gg