Recentemente, un assiduo lettore di CM ironizzò sul fatto che si potesse legare l’andamento delle temperature ad un qualche parametro economico. Venni rimproverato di scherzare su due sistemi che, contrariamente a quello terrestre, non hanno legami fisici (nel senso di legami regolati da leggi della fisica). Si sa, il mondo è un pelino più complesso di quanto i fisici, spesso troppo deterministi, non vogliano farci credere. Ed ecco che tutto si riduce a un tot di CO2 in più qui che genera un tot di temperatura lì.
Tuttavia Solomon Hsiang del MIT1 si spinge oltre e, come avevamo ipotizzato, ha legato l’aumento delle temperature all’output dell’industria nella regione carabica. Guarda caso è un aspetto ignorato dagli attuali modelli climatici e, guarda caso, fino ad oggi si è trattato di un parametro sottostimato e che renderà il conto finale del cambiamento climatico “worse than we thought”.
Morale della favola? Al crescere delle temperature, l’output produttivo delle industrie cala: addirittura siamo nell’ordine del 2,4% in meno ogni grado centigrado in più di temperatura. Consiglio l’installazione a tappeto di condizionatori d’aria, ovviamente alimentati con i raggi solari, sia mai!
Ah, ovviamente ci troveremo con una mazza da hockey girata al contrario.
- http://www.pnas.org/content/early/2010/08/10/1009510107.abstract [↩]
http://www.fight-entropy.com/2010/08/new-mechanism-to-consider-when.html
Reply
Decisamente interessante. Pino Daniele cantava così: “Quando il caldo ti ammazza e hai voglia di cambiare…”
gg
Ecco spiegato, scientificamente, il perché i sardi ( e i meridionali in genere) siano meno produttivi dei brianzoli!!!