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Stratwarming, la parola ai modelli

Tanto tuonò che piovve. Alla fine nei tempi giusti e con le giuste dinamiche vivremo gli effetti del Sudden Warming stratosferico. Dal punto di vista prognostico per certi aspetti la faccenda finisce qui, ora saranno le uscite dei modelli deterministici ed il nowcasting a fornire gli strumenti per capire cosa accadrà e dove. La situazione si prospetta piuttosto interessante e dinamica. L’aria artica marittima che arriva in questa prima fase è per sua natura molto instabile e caratterizzata da una progressione meridiana ad impulsi che produce solitamente una copertura a sviluppo verticale. Se di neve si tratterà, sarà probabilmente in forma di rovesci. Tuttavia sarà anche molto importante monitorizzare la situazione negli strati più bassi per individuare la formazione di eventuali minimi sottovento sull’area tirrenica, in grado di innescare temporanei rimescolamenti e stratificazioni, cioè una fenomenologia un pò più duratura. 

La seconda fase di questo primo impulso avrà una connotazione più marcatamente continentale, ma ci sono i presupposti per una breve fase di ciclogenesi sull’area del Tirreno centro-meridionale per la prossima settimana. Una situazione tutta da seguire dunque. Ma a far questo ci penseranno le migliaia di appassionati di meteorologia che stanno seguendo questa evoluzione e che hanno anche entusiasticamente partecipato alla discussione su queste pagine.

Torniamo adesso a volgere lo sguardo più in là di quanto ci consenta la prognosi numerica. Mentre i piani stratosferici più alti hanno già subito o stanno subendo gli effetti del raffreddamento radiativo, tornando precipitosamente verso temperature più “normali”, la zona di contatto tra stratosfera e troposfera è in pieno subbuglio. Il lobo più freddo e più lontano di quel che resta del vortice polare sembra sul punto di iniziare la retrogressione definitiva. Questo finirà col prolungare non poco gli effetti in troposfera di questo stratwarming e darà dei connotati piuttosto invernali alla circolazione atmosferica sul comparto europeo anche per buona parte del mese di marzo.

Non è affatto detto che l’area mediterranea possa essere interessata da tutte le discese di aria artica che si innescheranno, ma è altamente probabile che molte di queste ci interesseranno da vicino. L’indice NAO è ancora neutro ed offre una buona affidabilità di previsione, mentre l’Oscillazione Artica dovrebbe raggiungere un minimo a breve, per poi tornare verso il territorio positivo (ma per questa tendenza c’è uno spread molto marcato nella previsione). E’ molto probabile che continuino ad essere favorite delle configurazioni di blocco in Atlantico e tutto quel che ne consegue. Il monitoraggio della situazione in alta quota nei prossimi giorni ci metterà nella possibilità di estendere il nostro Outlook.

Vi segnalo questo link della NOAA, dove ci sono due filmati molto belli sull’evoluzione di questo stratwarming, uno per la temperatura e uno per la vorticità. Uno strumento didattico che rende molto bene l’idea di cosa sia accaduto. Nei prossimi giorni pubblicheremo uno studio approfondito sulle correlazioni tra l’occorrenza degli eventi di riscaldamento improvviso della stratosfera ed il magnetismo solare, volgendo lo sguardo anche al contributo della circolazione stratosferica tropicale, ovvero alla QBO (Quasi Biennal Oscillation) ed al trasporto di ozono dalle basse alle alte latitudini.

Per adesso, buon divertimento.

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Published inAmbienteAttualitàMeteorologia

4 Comments

  1. […] zona di contatto con la troposfera la situazione è ancora favorevole alle retrogressioni e, come accennato nelle ultime riflessioni su questa materia, sentiremo gli effetti di questa situazione almeno fino alla fine del mese. Anzi, […]

  2. Sergio Musmeci (Copernicus64)

    …l’occorrenza degli eventi di riscaldamento improvviso della stratosfera ed il magnetismo solare: Caspita! non vedo l’ora di leggerlo, tra i tanti possibili effetti dell’attvità solare questo non lo conoscevo…

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