L’amico Fabio Spina mi ha segnalato un hilight interessante pubblicato tra le news dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Una bella notizia, le emissioni di ossido di zolfo e di inquinanti precursori dell’ozono troposferico sono in significativa diminuzione.
Per quel che riguarda l’ossido di zolfo, l’Europa a ventisette ha fatto registrare un taglio del 78% delle emissioni dal 1990, con un rateo di riduzione particolarmente accentuato (-20%) dal 2007 al 2008.
All’origine di questi risultati, una serie di misure implementate in particolare nella produzione di energia elettrica, con un minor ricorso all’uso del carbone a favore soprattutto di gas naturale ma anche di fonti rinnovabili e, ovviamente (ma questa non è una notizia altrettanto bella) anche la recessione economica e la collegata frenata delle attività produttive, ivi compreso il trasporto delle merci.
Nel frattempo siamo in estate, le temperature sono alte e il soleggiamento è al massimo. In molte città italiane ed estere, i livelli misurati di ozono troposferico sono molto alti, spesso oltre la soglia cosiddetta di “informazione”. Ce lo fa sapere Legambiente, attraverso il programma LaMiaAria, che annualmente monitorizza la situazione. Livelli alti sì, ma meno alti di quelli dell’anno scorso e significativamente più bassi di quelli del 2003, che detiene il record per la persistenza delle condizioni atmosferiche purtroppo ideali alla formazione di ozono nei bassi strati, ferme restando ovviamente le emissioni.
Anche questa è una buona notizia. Mi chiedo però se le cose sarebbero andate allo stesso modo se ci fossero state meno risorse da spendere nel settore della salvaguardia dell’ambiente, risorse che, si sa, arrivano soltanto dopo, molto dopo, che si è capito come mettere insieme il pranzo con la cena. Sarà una riflessione banale, ma prima di parlare di decrescita mirata alla protezione ambientale ci rifletterei su.
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