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Tutta corpa der buco d’aazzoto!

Così ho sentito dire giorni fa in un bar di Roma. Meno male mi son detto, questa volta l’abbiamo scampata e il riscaldamento globale non c’entra niente. E invece no, perché il simpatico avventore gira e rigira ce l’aveva proprio con lui, il flagello di tutti i flagelli, il famigerato e inarrestabile riscaldamento del pianeta.

Ho pensato che avesse le idee un po’ confuse -ma in fondo chi non le ha?- e tornando a casa ho deciso di fare qualche ricerca. E così scopro che la rete è colma di pagine che rimandano tutte alla stessa fonte, dal sito più generalista a quello più specializzato, ci sono migliaia di citazioni (e soprattutto libere interpretazioni) di un articolo uscito sul GRL che attribuisce alla diminuzione della concentrazione di ozono stratosferico sul polo sud -il famoso buco dell’ozono- la crescita dell’estensione del ghiaccio marino antartico. Già, perché per chi non lo sapesse, laggiù il ghiaccio aumenta stabilmente da quando lo si misura in modo oggettivo, gettando da anni lo scompiglio nella teoria che lo vedrebbe destinato ad assottigliarsi come invece accade nell’Artico.

Uno scompiglio del quale gli autori della ricerca devono essere ben consapevoli, tant’è che nell’abstract, nel presentare i loro ragionamenti, chiudono dicendo che “tuttavia, le statistiche derivate dalla corsa di controllo di un modello climatico, suggeriscono che questo aumento potrebbe essere all’interno della normale variabilità climatica”. Un suggerimento sensato, che nulla toglie all’ipotesi avanzata nello studio, ovvero alla possibile modifica della circolazione troposferica a larga scala che avrebbe coinvolto quelle latitudini per effetto del depauperamento dello strato di ozono.

Quel che lascia un po’ perplessi però è il fatto che essi asseriscano che quando “Er buco d’aazzoto” dovesse chiudersi -cosa che si aspettano avvenga verso metà secolo- i pattern atmosferici favorevoli all’accumulo cesseranno, e anche per l’Antartide arriverà l’epoca della grande fusione.

Allora, prima l’accrescimento “anomalo” del ghiaccio antartico era quello che i modelli si aspettavano in ragione di un aumento delle precipitazioni. Siccome questo aumento non c’è mai stato, si è detto che anche un temporaneo accrescimento ci poteva stare lo stesso. Ora la faccenda non è più temporanea, è stabile, perciò si deve necessariamente individuare un’altra malefatta umana che spieghi il busillis. E così per spiegare i propri concetti, la prima firma dell’articolo ci dice che se nell’Artico le attività umane hanno causato lo scioglimento come diretta conseguenza del riscaldamento globale (dimenticando che i pattern atmosferici ci sono anche lì e sono anche lì la principale causa della variabilità dell’estensione dei ghiacci), in Antartide le attività umane, attraverso l’uso dei CFC cui si è posto fine con il protocollo di Montreal, hanno generato l’effetto opposto. Così, quando avremo finito di riparare il danno fatto laggiù, saremo pronti a subire gli effetti del danno fatto quassù.

Per consolarsi direi di dare un’occhiata all’andamento dell’ozono. Nonostante i CFC siano banditi da tempo non sembra che ci sia in atto un gran recupero, sarà mica che è la circolazione stratosferica dell’emisfero sud a contribuire all’impoverimento dell’ozono? Com’era la faccenda dei CFC?

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Published inIn breve

3 Comments

  1. […] rateo di accumulo del ghiaccio marino antartico ha una pendenza “steepest than ever”.  Sarà colpa del buco dell’ozono? Difficile, quello si forma ad agosto e si chiude a dicembre. Sarà per effetto dell’aumento […]

  2. Claudio Costa

    Cito “di un articolo uscito sul GRL che attribuisce alla diminuzione della concentrazione di ozono stratosferico sul polo sud -il famoso buco dell’ozono- la crescita dell’estensione del ghiaccio marino artico.”

    Probabilmente c’è un refuso è ghiaccio marino antartico non artico

    Grazie Claudio, ho corretto.
    gg

  3. Ne ho sentite tante sul buco dell’ozono. La prima e più interessante è che l’attuale successo registrato nella sua chiusua è la prova provata che l’uomo ha effettivamente delle influenze anche su sistemi a scala globale (nel bene e nel male, soprattutto in quest’ultimo…). Se siamo riusciti ad aprirlo e ora quasi a richiuderlo, perchè mai non dovremmo riuscire ad abbassare la temperatura globale?

    Pericolosi sillogismi.

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