Un applauso, anzi, una standing ovation, tutta da dedicare a Chris Rapley, il direttore del Museo delle Scienze di Londra, una istituzione quasi centenaria che ha deciso di smettere di fare surf sull’onda dell’estremismo climatico e tornare sui propri passi, cambiando il nome della nuova galleria dedicata al clima da Climate Change Gallery in un più credibile e più rispettoso (soprattutto dei soldi dei contribuenti) Climate Science Gallery.
Già, perché per quanto se ne possa dire al Bar dello Sport, la scienza del clima esisteva anche prima che se ne impadronissero i profeti di sventura, i sapientoni della profezia centenaria e i guru dell’informazione climatica. E così, dichiarando candidamente che, riflettendo, forse è più giusto che una siffatta iniziativa tenga conto di tutte le opinioni scientifiche e non solo di una parte di esse (per di più quella che ultimamente ha mostrato più di qualche defajance) si è deciso di fare il salto di qualità.
E’ ormai acqua passata l’iniziativa che lo stesso museo e lo stesso direttore, avevano intrapreso appena lo scorso ottobre, un’esposizione temporanea dal titolo “Provalo! Tutte le evidenze di cui hai bisogno per credere nel cambiamento climatico.” Già, proprio così, credere.
Mi chiedo quanti di quelli che avranno visitato quell’esposizione temporanea e riempito i loro zainetti di evidenze ora le riporteranno indietro. Ci sta che non ci sia più posto nelle teche per tutte quelle inconfondibili prove.
ieri mia madre che ha più di 70 anni e che sta per diventare nonna, è andata ad un incontro all’osservatorio astronomico dell’oltrepò pavese, organizzato dall’università della terza età uni3.
Mi ha riferito stupefatta che l’anziano astronomo che faceva loro lezione ha detto che al centro di tutti cambiamenti climatici c’è il sole e solo il sole, tutte le altre azioni, comprese quelle dell’uomo ed i gas serra, sono un corollario secondario.
Un mito e non so nemmeno chi è ma devo conoscerlo assolutamente.