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L’Unep lancia l’allarme: le risorse della green economy non sono infinite – Aggiornamento

Qualche volta non è piacevole essere i primi ad affrontare un argomento. Nel maggio dell’anno scorso avevamo pubblicato il post che segue a firma di Fabio Spina. Ora è forse il caso di rileggerlo.

Ci da lo spunto per farlo un articolo uscito recentemente sul Corriere della Sera. Il caro petrolio ci cambierà la vita, a ognuno la sua “guerra del pane”. Al di là della eccessiva facilità con cui nell’incipit si attribuiscono alla “fame di pane” i recenti tumulti in Nord Africa, dimenticando che più che altro pare si tratti di “fame di libertà” di popolazioni che con quello che produce il loro sottosuolo potrebbero essere straricche da decenni e sono invece state vessate da forme di governo oligarchiche e dittatoriali, si tratta di un articolo piuttosto duro e franco che pone il problema della disponibilità di materie prime per il sogno degli ultimi anni, la green economy.

Meglio la padella dei dittatori medio-orientali o la brace del duopolio euroasiatico ex-comunista?  Un bel dilemma, rinfreschiamoci la memoria anche su questo.

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Convertitevi fratelli, l’Apocalisse è vicina!Ricordatevi che dobbiamo tutti morire!

Fino a pochi giorni fa la possibilità di salvarsi era alla nostra portata, sembrava di sentire il predicatore medioevale:«Abbiate fede ne lo cavalcone! Isso è forte!» (il monaco Zenone nell’Armata Brancaleone) , dove per “lo cavalcone”potete leggere la green-economy, l’unica in grado di salvare noi ed il pianeta dalla terribile anidride carbonica. Ma il paradiso può attendere e purtroppo sembra che anche la crescita della green-economy sarà messa a rischio dalla carenza di alcune materie prime ed in particolare di alcuni metalli. Stiamo parlando di litio, neodimio, gallio, indio, palladio, silicio, nomi fondamentali per l’industria elettronica e per lo sviluppo della cosiddetta green economy. I pannelli fotovoltaici, le batterie per le auto elettriche, le lampade a risparmio energetico e molte altre tecnologie verdi racchiudono delle quantità di queste materie, spesso non sostituibili. Diventa essenziale una forte spinta al riciclo, altrimenti potrebbero esserci delle carenze nell’approvvigionamento già nel prossimo ventennio capaci di penalizzare, o addirittura arrestare, la crescita di settori cruciali per l’economia a bassa concentrazione di carbonio.

L’allarme arriva da due report dell’Unep (Organizzazione delle Nazioni Unite per la Protezione dell’Ambiente) nei documenti che trovate qui e qui.

Incredibile! Il petrolio sembrerebbe dalle ultime notizie durare altri 70 anni mentre la favolosa epoca della green-economy potrebbe finire entro i prossimi 20 anni, sempre secondo i soliti propinatori di profezie.

Ripercorriamo la storia recente. Non è una novità che qualcuno ci ricordi che è tempo di assumere scelte radicali per quanto riguarda il mutamento dei nostri modelli di produzione e consumo. Finora però davamo per scontato che si trattasse dei combustibili fossili, delle materie prime tradizionali, per capirci quelle che, secondo quanto previsto dal “Club di Roma” nel testo “i limiti dello sviluppo”, dovevano essere finite già da un bel pezzo. Secondo i loro studi le riserve di oro sarebbero terminate entro il 1981, quelle di zinco entro il 1990, il petrolio entro il 1992, il piombo, il rame e il metano entro il 1993, etc. Non è mai stato chiesto scusa per gli errori, ma di volta in volta le previsioni sono state aggiornate, infatti, secondo quanto afferma Giovanni Sartori (Corriere della Sera 8 Agosto 2007) “nelle previsioni bisogna distinguere tra prevedere un trend, una linea di tendenza, e prevedere una scadenza. Le previsioni sbagliate sono quasi sempre le seconde [..] Invece la previsione di un trend è raramente sbagliata. Perché in questo caso non anticipiamo il «quando» di un evento, ma che avverrà. E il punto è che lo sbaglio cronologico (di date) non scredita la credibilità di un andamento”. Quindi la prossima volta che leggete delle previsioni meteorologiche non vi aspettate che vi si preveda il giorno della precipitazione, ma siate soddisfatti che vi si legga “dopo il sereno arriva la pioggia”, infatti il trend prima o poi sarà confermato garantendo l’esattezza della previsione. Quelli che nel 2008 prevedevano il prezzo del petrolio entro pochi mesi a 200 dollari al barile non hanno sbagliato, infatti nel prossimo millennio prima o poi il trend sarà quello previsto.

Se questa è la logica di taluni importanti personaggi e/o organizzazioni, non sorprende che già si gridi all’allarme per la fine delle risorse indispensabili alla green-economy, il nuovo Mondo che doveva nascere per risolvere i vecchi problemi rischia di morire per mancanza di risorse prima di quello “vecchio”. Preoccupano la scarsità dei metalli rari essenziali per la costruzione dei pannelli fotovoltaici, di componenti per le turbine eoliche, delle batterie per le auto elettriche, delle lampade ad alta efficienza. L’80% del totale di questi elementi in circolazione è stato estratto negli ultimi 30 anni e spesso le risorse disponibili sono concentrate in piccole aree. Per il 2020 si prevede ci saranno circa 2,7 milioni di auto con batterie al litio, la domanda che non fa dormire è se ci sarà abbastanza minerale?

Il futuro dell’auto elettrica sarà a rischi per la carenza di litio? Nello scenario più probabile, al 2012 per le batterie servirà una quantità di litio in più pari al 6,5% di quello che si produce ogni anno, abbastanza da fare aumentare significativamente i prezzi, ma nello scenario più spinto la domanda crescerebbe del 42%: tanto da non poter essere soddisfatta, a meno che nei prossimi 3 anni ci siano esplorazioni minerarie mai viste prima, e con un aumento dei prezzi tale da mettere in dubbio la convenienza di batterie di questo tipo oltre che ai danni ambientali conseguenti. Inoltre nel caso del litio metà delle cui riserve mondiali è concentrata in Bolivia, con tutti i problemi relativi. “Bisogna agire urgentemente per gestire in maniera sostenibile l’approvvigionamento e il flusso di questi metalli che hanno un ruolo cruciale per la salute, la crescita e la competitività di un moderna ed efficiente green-economy“, dice il direttore dell’UNEP Achim Steiner.

Indispensabile per il futuro sarà, ad esempio, potenziare il riciclo che purtroppo non si sta facendo: in media solo l’1% di questi materiali al momento viene recuperato, il restante 99% va perso. Dell’Indio, indispensabile per i semiconduttori e lampade Led, occorrerà una quantità doppia entro i prossimi 10 anni, ma attualmente se ne ricicla meno dell’1%. Del Palladio attualmente si riesce a recuperarne solo il 5-10%.

Sembra ormai certo che siamo destinati a vivere in un’epoca ove quando appena è finito un allarme (esempio piogge acide, piombo nella benzina, etc) subito ne esplode un altro, il Mondo sembra destinato a vivere angosciato dagli scenari creati al computer. Come sempre l’uomo troverà una soluzione, mentre per molti l’imminente carestia sarà occasione per dare la solita soluzione alla Giovanni Sartori: “Provo ogni tanto a ricordare che all’origine di tutti i nostri mali, ivi incluso il disastro ecologico, sta l’esplosione demografica. […] Ma è un predicare al vento. Sul punto si è creato un blocco mentale».

Un modo di pensare alle future generazione è cercare di non farli vivere in un’epoca senza speranza e piena d’angosce, una battaglia da Brancaleone da Norcia:

Oh, gioveni! Quando vi dico “sequitemi miei pugnaci”, dovete sequire et pugnare! Poche conte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche

E’ il caso di dire che “stemo” va aggiornato con “stanno”.

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27 Comments

  1. Scusate, cerco di spiegare nel modo più sintetico possibile perché ritengo che il problema demografico, seppur di notevole rilevanza, sia intrattabile e quindi non mi appassiona.

    Siamo senz’altro tutti d’accordo che esiste un limite al numero di persone che possono vivere in modo sostenibile sul pianeta. Supponiamo per semplicità che sia quel 12 miliardi citato sopra.

    Ora ci sono due casi: o negli anni necessari per arrivare a quel numero la diffusione della tecnologia, della conoscenza, del benessere e dell’emancipazione femminile la natalità si riduce spontaneamente per arrivarci asintoticamente, oppure no. Nel primo caso, il problema demografico non esiste (supposto che ci diamo da fare per promuovere tecnologia, benessere, eccetera).

    Nel secondo caso si metteranno in moto meccanismi naturali di auto-regolamentazione: carestie, malattie e guerre. Cose drammatiche, uno pensa. Ma a me non pare più drammatiche della soluzione, che sarebbe una minoranza di persone che decide se una maggioranza di persone ha diritto ad esistere. Il problema non può porsi che in questi termini, perché è proprio l’esistenza di quella maggioranza di persone il problema.

    E’ chiaro che non se ne può uscire in modo liberal democratico. La mia modesta esperienza mi dice che tutte le alternative alla via liberal democratica sono portatrici di conflitti e morti in quantità copiosa. Per cui ho il mio dubbio che questa sia una migliore soluzione che non l’effetto naturale di auto-regolamentazione. E qui si chiude il mio punto.

    Se poi volessimo fare divagazioni, ci sarebbe da scriverne a palate. Per esempio, qualche centinaia di milioni di giovani che vivono in paesi del terzo mondo potrebbero obiettare così a Sartori: senti. Sartori, ma perché devi rompere i maroni a noi che abbiamo in media vent’anni mentre tu campi fino a cento? E perché dobbiamo vedere che ci sono persino studi medici rivolti ad allungare la vita fino a centovent’anni, oltre l’effetto di allungamento implicito causato dal miglioramento delle condizioni di vita? Se c’è chi si arroga il diritto di stabilire che altre persone debbano esistere o meno, perché non discutiamo sulla longevità? E magari ci proporrebbero una regola per cui è obbligatorio suicidarci tutti a ottant’anni. Dopotutto, “campare meno per campare tutti”, è una perfetta parafrasi del “lavorare meno per lavorare tutti”. Se il suicidio vi fa impressione, basta obbligare la gente a prendere delle medicine che aumentano progressivamente le probabilità di un colpo oltre una certa età.

    Rileggete quello che ho scritto sopra: ci sono al mondo problemi irrisolvibili alla radice, nel senso che le soluzioni proponibili creano altri problemi di pari o peggiore livello. Semmai quel che si può fare è lavorare al contorno per mitigarli. Mi pare molto più proficuo. Sarà che invecchio, ma quando sento parlare di pianificazioni megalattiche a me vengono in mente i piani quinquennali dell’URSS e sappiamo come è andata a finire. Meglio assicurarsi un meccanismo strutturale che garantisca di avere sempre energia e freschezza per poter re-agire a quello che sta per accaderen nel breve-medio termine che andare ad impiccarsi a strategie di lunga durata.

    • Fabio Spina

      Caro Fabrizio, conconrdo con ciò che dici. Il discorso sarebbe lungo. Qualcuno crede che nel nordAfrica aumenterebbe il benessere se diminuissero il numero di figli. Secondo me l’unica faccenda per cui i paesi sviluppati si preoccupano del loro stato è per le loro risorse naturali e perché hanno molti figli, altrimenti paradossalmente starebbero peggio di oggi. Invece si racconta la favola bella che se fossimo pochi staremmo tutti meglio, specie i poveri. Questa presa in giro non sopporto. I “nuovi schiavi” che, anziché in catene, vengono dai paesi poveri nei ricchi per lavorare in cambio sostanzialmente di cibo e letto, sono l’unico modo con cui loro cercano di cambiare il loro benessere e indirettamente la loro nazione. Se i proletari attuali perderanno i figli, sarà il modo in cui la gerontocrazia del mondo ricco riuscirà a mantenersi in sella….tutto ciò proprio facendo credere che in questo tipo di tematiche è giusta la pianificazione tipo URSS. Ho scritto anche troppo.

  2. Claudio Costa

    C’è una notizia in tema che mi ha colpito il noto attore Jim Carrey è diventato nonno 48 anni (solo 3 più di me che invece sono neo papà)
    Uono potrebbe pensare che un argazzo padre diventa facilmente un ragazzo nonno, invece Jma Carrey potrebbe aver avuto una figlia a 24 anni che ha auvuto un figlio a 24 anni (cioè nulla di anomalo anzi l’età fisiologicamente più appropriata per la maternità solo un secolo fa a 23 anni una rgazza era considerata zitella e non più maritabile)
    Dunque vogliamo dare al Carrey la possibilità di vivere altri 24 anni? a 72 anni potrebbe essere bis nonno cioè 3 generazioni nuove e 4 che si accavalano

    errata corrige : solo acluni paesi del sud est asiatico hanno 4 figli a coppia

  3. Claudio Costa

    Giovanni Sartori è un politologo ed è stato professore di Storia della Filosofia Moderna, Scienza della Politica e Sociologia.

    Lungi dall’essere allarmista ma io concordo che la crescita demografica sia preoccupante e che non se parli abbbastanza per varie reticenze.
    Leggo su “Insieme” che le bambine nate nel 2010 ( come la mia) avranno molte probabilità di vivere fino a 100 anni. Ovvio che non c’è nulla di sicentifico ma volevo soffermarmi sulla vita media in rapporto alla crescita demografica. In una società con una vita media di 100 anni le generazioni che si accavallano sono più di 3 anche 4 dipende dall’età del parto. Quetso significa che anche con una natalità media bassissima come quella di un figlio a coppia non a testa a coppia!(e sotto di questa è francamente impensabile arrivare) ci sarebbe comunque crescita demografica, lenta, ma continua.
    E’ pur vero che il pianeta ha ancora molte terre e molte risorse da sfruttare e che probabilmente il numero di persone che può sfamare è molto più alto di quello che pensiamo (15-20 miliardi?), ma è pur vero che questo numero non può essere infinito.

    Soluzioni?

    Una seria campagna di informazione sulla materintà responsabile là dove i figli a coppia sono 9 (Niger) o 4 (sudestasiatico) o 3 ( nordafrica-sudamerica) ecc ecc

    e poi riciclo e lotta allo spreco

    • Fabio Spina

      Caro Claudio, il tuo pensiero è razionalmente condivisibile. Trascuri però una variabile irrazionale dell’uomo, che smette o riduce il numero dei figli proprio quando comincia a migliorare il proprio benessere. La faccenda mi ha sempre sopreso. Il miglior “controllo delle nascite” o maternità/paternità responsabile è proprio migliorare il benessere della popolazione, per i poveri del 3° e 4° mondo i figli sono ancora l’unica ricchezza che tentiamo di togliergli “spingendoli” a programmi “meccanici” di controllo delle nascite “disposti” per il loro bene. Per il resto credo che tutti sono contro lo spreco ed il riciclo, anche se in alcuni casi sarebbe meglio il riutilizzo come per il vetro. Una volta si riutilizzavano le bottiglie, oggi si frantumano, fondono per rifare nuove bottiglie con un alto consumo di energia. Non è uno spreco? Mi dicono che per riciclare la carta si usano detersivi potenti e serve tantissima acqua. Insomma, oltre al riciclo e spreco una ulteriore soluzione è sempre fare tutto con buon senso analizzando caso per caso, senza pensare che si possa decidere ideologicamente per settori.
      Grazie del commento.

  4. Cari amici , riflettiamo ! GREEN-ECONOMY e MECCANICISMO CONCETTUALE.

    Il fondamento del meccanicismo e’ basato su la oggettivazione della posizione della l materia a cui si riservano 3 coordinate spaziali e una per il tempo onde determinarne la velocita del moto provoìcata da una forza esterna .

    Il meccanicismo pertanto rifiuta ogni possibilita non di mantenere distinti gli ingredienti che formano il mondo : ogni oggetto può essere nettamente separato dall’altro. Pertanto l’ ENTANGLEMENT suggerito da Erwing SHROEDINGER per l’ accopiamento delle particelle quantiche , fu considerato da EINSTEIN “Una Sporca Concezione” perche apre apre la strada alla simultaneita’ non casuale degli eventi . Vedi in proposito: http://dabpensiero.wordpress.com/2010/06/17/o-sole-miodi-paolo-manzelli/

    Inoltre il meccanicismo, nato nel contesto dello sviluppo della societa industriale, ritenne possibile come fondamento cognitivo l’ accettazione una netta separazione tra oggetto percepito ed soggetto percipiente. Pertanto il meccanicismo ammette che esista un supe- osservatore che si colloca nella condizione di osservare oggetivamente tramite la logica della ragion pura , cosi che mentre osserva il mondo, non lo contamina ne lo altera , né risulta egli stesso contaminato dall’atto dell’osservazione.

    Credo che allo stato attuale, certe concezioni dell’ ottocento e del novecento vadano nettamente superate proprio in quanto l’ uomo industriale anziche osservatore puro ha contaminato il mondo mettendo a repentaglio le stesse condizioni naturali della vita .

    Pertanto per collaborare allo sviluppo della GREEN ECONOMY strategia che necessita di riallineare l’economia con le radici naturali degli ecosistemi , sinceramente dovremo predisporre un nuovo modo di ragionare cosi da cambiare le idee del mondo ancor prima di rendere possible un miglioramento del vivere e della vita sul nostro pianeta. Paolo Manzelli

    Vi chiedo di diffondere anche all’ estero il Workshop di PAVIA del 24 SETT 2010 e di parteciparvi numerosi. Paolo
    ——————————————————————————–

    Change the world it is only possible with the green economy in order to reshap the gap between mechanical culture and nature of living systems.

    INVITATION:
    Change the worldil become ‘possible only by changing the mechanical ideas that have devastated the world during the industrial epoch.

    Developments on cognitive change as are necessary to promote the framework for renewal of green economy will be discussed during the workshop to be held in the old A. Volta classroom at the University of Pavia on 24 SETT/10.

    You are invited to attend.

    View: http://www.edscuola.it/archivio/lre/3rd_Quantumbionet_Workshop.pdf

    see also the explanatory memorandum in: http://www.wbabin.net/science/manzelli85.pdf

    Paolo Manzelli: lre@unifi.it

  5. […] qualche giorno fa abbiamo pubblicato una breve riflessione sul concetto di risorse “finite” applicate al mondo dell’energia…. In sostanza appare chiaro e anche se un po’ paradossale, ma non vedo come potrebbe essere […]

  6. velazquez

    Concordo pienamente con Fabio Spina, ma forse il tutto mi rimane più facile vista l’antipatia che provo per Sartori e le sue idee.
    Anni fa conobbi un movimento che predicava l’autoestinsione umana, finalizzata a garantire la sopravvivenza di “gaia”. Così inviai una lettera proponendo ai sostenitori di dare l’esempio.
    Non ci crederete, ma hanno ignorato il consiglio!
    Viva la vita

    • velazquez

      scusate l’orrore grammaticale intendevo scrivere autoestinzione.
      grazie

    • Fabio

      Ma davvero dici? Strano!Ormai una delle tecniche di chi chiede l’elemosina è portarsi un cucciolo, perché la gente ha più pietà per l’animale che per l’uomo. Qualsiasi pianta o animele che si riduce in numero è perdita di biodiversità e di richezza per il pianeta, anche le zanzare e per alcuni i virus, l’unico essere da far ridurre è l’uomo che si riproduce perché povero. Elimare la povertà eliminando i poveri, questo non mi sembra un grande progetto politico, però ha molti proseliti.

  7. Meglio precisare, di Sartori concordo con questa citazione riportata nel post: “Provo ogni tanto a ricordare che all’origine di tutti i nostri mali, ivi incluso il disastro ecologico, sta l’esplosione demografica. […] Ma è un predicare al vento. Sul punto si è creato un blocco mentale».
    Di Sartori altro non so.

    Forse dopo il crollo dell’Economia Classica, della Finanza creativa e l’evoluzione di un nuovo paradigma politico economico, forse in un mondo ideale dove reddito, cibo, istruzione sono idealmente distribuiti forse possono vivere anche 12 miliardi di persone. Attualmente no.
    Per le Risorse si combatte dagli albori della Storia umana, e prima o poi finisco, smuovendo popoli in altre regioni vergini. Il limite fisico è insito nel Pianeta e Pandora di Avatar è ancora lontano.

    Il Petrolio è sempre meno raggiungibile e come abbiamo visto appena riparte un minimo di ripresa economica il prezzo schizza in alto, soffocando la ripresa e quindi la possibilità di reperire investimenti per nuove trivellazioni più costose(tra l’altro sempre più rischiose vedi Marea Nera).

    Per metterla sull’ironico filosofico: Poiché i Problemi esistono solo nella Mente umana, meno menti umane abbiamo meno problemi abbiamo. 🙂

    • duepassi

      Caro Hackatao,
      ho provato a spiegarti che non bisognerebbe, a mio parere, demonizzare la crescita demografica, perché, come ben dice Luigi Mariani, la crescita demografica scende molto, fino a diventare negativa (ricordi i problemi della mancanza di naascite in Italia prima dell’arrivo in massa di persone del terzo mondo ?) nei Paesi sviluppati.
      Per questo rispondo al tuo ironico filosofico:
      “Chi decide chi debba ‘mettersi da parte’ ?”
      Visto dalla realtà dei dati demografici che l’esplosione demografica è un problema del terzo mondo, cosa suggeriresti ?
      Visto che NON è un problema dell’Occidente, non ti sembra paradossale tutta questa campagna di demonizzazione, come quella condotta da Sartori dicendo “all’origine di tutti i nostri mali, ivi incluso il disastro ecologico, sta l’esplosione demografica.”?
      Suona come parlar di diete in case d’anoressiche.
      L’Occidente non ha il problema dell’esplosione demografica, semmai quello opposto.

      Che poi i “Problemi” esistano solo nella Mente umana, permettimi, NON sono affatto d’accordo.
      Saprai bene che intorno al 2036 è previsto il passaggio di un asteroide, Apophis, che potrebbe addirittura colpire disastrosamente la Terra. La probabilità è bassina, 1/250.000 a quel che leggo, ma i danni sarebbero così elevati, da rendere inquietante anche quella minima probabilità.
      Ma, se come probabilmente avverrà, scapoleremo Apophis, chi ci assicura che dietro l’angolo non ci sia un asteroide, magari anche più grosso, che ci venga a prendere in pieno ?
      E allora, ti domando, questi asteroidi sono o non sono un problema ?
      O forse non lo sono, per Sartori, solo perché non sono, evidentemente, colpa dell’uomo ?
      E visto che se anche l’uomo si estinguesse, come vorrebbero taluni ambientalisti, questo non impedirebbe ad un asteroide di cadere sulla Terra, e distruggere il pianeta che si sarebbe dpvuto salvare eliminando il “cancro della Terra” (l’uomo), ti domando come farebbero gli animali, liberati dall’oppressione umana, a salvarsi dall’asteroide ?
      Me lo spieghi tu, o me lo fai spiegare da Sartori ?
      E allora, ti dico, seppure nemmeno l’uomo, attualmente, sia in grado di far molto,
      la soluzione a questo problema non potrà che essere nel progresso.
      Solo una Società evoluta potrà salvarsi dall’arrivo di un asteroide-killer.
      Secondo me.
      …o vedi altre soluzioni ?

    • Il Problema della sovrappopolazione è mondiale. Immagina quei miliardi di cinesi e indiani che aspirano a vivere al livello di “benessere” degli americani e degli europei. Improbabile. Se poi aumentano… impossibile.
      Non so, io ho una estrazione contadina e so che una pianta non può crescere per sempre, così come l’economia. Il modello economico è sbagliato, non fa i conti con il Pianeta e i suoi abitanti tutti.

      Altri asteroidi sono caduti sulla Terra, provocando estinzioni di massa, ma dando spazio a nuove forme di vita. E la Terra e l’Universo tutto se ne frega degli umani o animali o piante. Il problema della sopravvivenza, della continuità è umano. E io spero che in qualche modo si salvi e salvi il pianeta, perché nonostante tutti i difetti e le assurdità che crea è un tipo tosto.
      Mi piacerebbe anche che si evolvesse, e non usasse le cose belle che crea e tutta la conoscenza di cui dispone per soddisfare dei bisogni primitivi che non hanno più senso.
      Probabilmente davanti ad un disastro tale da compromettere la sua esistenza troverà quell’unità e quella volontà per evolversi.

    • duepassi

      Mi sembra che hai eluso le mie domande.
      Ho detto una cosa che mi sembrava chiara:
      la sovrappopolazione è un problema che si risolve collo sviluppo
      infatti
      nelle nazioni più sviluppate diminuisce molto la natalità.
      La Cina ha una politica rigorosa (oserei dire “estrema”) di contenimento delle nascite.
      L’India è in una fase transitoria, essendosi creata una situazione nuova per lei.
      In ogni caso non capisco perché si continui a gridare al problema demografico dove, se ce n’è uno, c’è quello opposto.
      Infatti
      si invoca la necessità dell’arrivo di lavoratori dal terzo mondo per sopperire alla bassa natalità europea (questa NON è “un’opinione”, è “un fatto”, che molte persone continuamente ricordino che non ci sono abbastanza giovani, e bisogna ricorrere all’arrivo dall’estero di manodopera).

      Quanto all’asteroide, scusami, ma non mi sembra che tu possa cavartela così.
      Rispondi a queste domande:
      1. è possibile con le tecniche attuali, o addirittura dopo un de-sviluppo (indicato come necessario da certo ambientalismo) impedire l’impatto di un asteroide ?
      (se non rispondi, riterrò che tu abbia risposto l’unica cosa sensata: no)
      2. esistono altre possibilità per salvare il pianeta da un impatto di un asteroide che lo sviluppo di nuove tecnologie, e quindi un maggiore progresso ?

      Credo perciò che la via del perseguimento di un maggiore progresso sia obbligata, e che il problema della sovrappopolazione si risolverà proprio grazie a questo progresso.

      Ti ricordo, per finire, che il problema della sovrappopolazione è stato molto più drammatico nel passato, quando la popolazione era molto ma molto, ma molto minore di adesso, e le risorse erano ancora minori. Si succedevano carestie in continuazione (la letteratura ne è piena), si facevano guerre, intere popolazioni erano costrette a migrare per sfamarsi.
      Tutti problemi che ora, grazie al progresso, pur a fronte di una popolazione molto, ma molto, ma davvero molto maggiore, sono certamente minori di allora.
      Secondo me.

    • Sovrappopolazione. Sono d’accordo che può essere limitata con lo sviluppo, soprattutto con l’istruzione, ma il mondo non è e non sta andando in quella direzione. Ogni anno sulla terra si aggiungono circa 60 milioni di nuovi umani da sfamare (cosa che potrebbe essere risolta con un minimo di volontà, ma guarda caso il problema è sempre più grave), e non consumeranno solo cibo, ma anche risorse, petrolio, materie prime, spazio. Nel Mondo nasce un Paese come l’Italia all’anno, te lo immagini? e avanti così all’infinito? Improbabile.
      Asteroide. Se il problema si presentasse spero che gli umani lo risolvano e abbiano le tecnologie per farlo. Se non ce la fanno, chissenefrega. Ci sarà un rimescolamento molecolare e chissà che un po’ di me e un po’ di te un giorno non si ritrovino in una nuova forma di vita, tipo un antroporinco :).
      Comunque, per me progresso non significa che tutti abbiano l’Iphone o un plasma 100 pollici o i pannelli fotovoltaici, ma un maggior equilibrio, tra uomo e natura, dove la Scienza non è al servizio di imprenditori, azionisti, corporation che hanno come unico fine mantenere un ingranaggio depauperativo sia di intelletto che di risorse. Mi piacerebbe come forse vuoi intendere tu con l’esempio dell’asteroide, una umanità con un Fine (cosa che adesso non vedo a parte il ridondante sciorinare di numeri riguardanti il PIL! la più grande porcata inventata dagli umani).

    • Fabio Spina

      La FAO parlava di ora, in futuro credo che sarà ancor meglio basta pensare alla possibilità che hanno le fattorie oceaniche. Inoltre le guerre per l’accaparrarsi delle risorse esiteva quando sulla Terra erano poche migliaia, non dipende dal numero delle persone ma dall’ambizione di chi li governa, è un fatto culturale non dipende dalle risorse: Hitler/Stalin non morivano di fame e l’India invece si pur non avendo mai fatto guerre di espansione.Il mio post non era su ciò che dice Sratori, ma proprio sul fatto che la green-economy ha gli stessi problemi di cui te parli per il petrolio.Proprio per questo occorre avere un mix energetico più ampio possibile senza demonizzare alcuna fonte, altrimenti ci riportano al monopolio, cosa desiderabile per qualunque venditore. Attualmente dovrebbe far riflettere che l’uomo più ricco al mondo non vende risorse ma bit, il mercato più fiorente non è l’auto ma l’informazione, insomma un altro tipo di economia è possibile. Una pianta non può crescere per sempre ma una foresta si. Certo che se si fa credere che il MOndo migliore possibile è quello in cui si torna tutti a mangiare la cicoria dei prati perché Madre Terra solo così è protetta, sulla Terra probabilmente in molti patiremo la fame. Ma non sono le risorse poche, lo sarebbero le idee….in quel mondo sicuramente si scatenerebbero guerre per la gestione della eco-cicoria.
      I problemi spesso sono reali e difficili ma le soluzioni potrebbero essere semplici, più menti più soluzioni. 🙂
      Ciao

    • Luca Fava

      SBAGLIATO: se il prezzo del petrolio cresce le compagnie petrolifere fanno più utili e hanno più soldi per investire.

  8. Luigi Mariani

    Segnalo che sul piano delle materie prime è necessario fare bene i conti anche per il settore agricolo.

    In particolare mentre l’azoto si può prelevare dall’atmosfera il fosforo si estrae dalle miniere di fosfati, e qui pare che le riserve note siano in grado di coprire il fabbisogno dei prossimi 40 anni. Ovviamente si tratta di pianificare nuove prospezioni ma è chiaro che siamo in tanti e pertanto bisogna tenere gli occhi ben aperti.

    Anch’io sono comunque del parere che il problema della crescita demografica non vada affrontato con le coercizioni ma con lo sviluppo (i paesi più sviluppati hanno tassi di natalità molto più bassi di quelli in via di sviluppo).

    Luigi Mariani

  9. Mav

    Certo è che se ci si concentrasse esclusivamente sull’esempio dei “batteri nella provetta con nutrimento e ossigeno” verrebbe facile trovarsi d’accordo con il Sartori, in effetti appare convincente la sua tesi, ma solo se non si tenesse conto che per fortuna l’intelletto è un dono che ai poveri batteri non è stato elargito!!! Noi invece potremmo e dovremmo sfruttarlo. Ridurre gli sprechi, esortare il riciclaggio, e qualche sacrificio nell’evitare il superfluo costerebbe molto meno che supportare gli studi tesi a dimostrare la visione catastrofista molto in voga in questi anni. Basti pensare quanto la previsione del prossimo esaurimento della risorsa petrolifera abbia facilitato l’incremento del costo del greggio. Guerre, cataclismi, catastrofi producono PIL. La sciagura produce guadagno.
    Allora mi chiedo: Che qualcuno stia cercando profitto avvelenandoci con profezie apocalittiche, per poi venderci l’unico antidoto, ovviamente di loro produzione???

  10. Luca Fava

    A me quelli che parlano di sovrappopolazione mi fanno venire un nervoso…Mi verrebbe di consigliare loro di togliersi dai piedi…che diano il buon esempio.
    Sartori sarebbe meglio si limitasse a fare il costituzionalista.
    Per il Petrolio: ho già ricordato in altro post che le risorse sono “dinamiche” e che è molto difficile fare previsioni. Mi piace ricordare che ci sono campi in produzione da decine e decine di anni e che secondo le previsioni avrebbero già dovuto esaurire il proprio ciclo vitale e, grazie a nuove tecnologie e alla errata valutazione iniziale delle risorse, continuano a produrre.

  11. Filippo Turturici

    Non credo che la soluzione alla Sartori sia proponibile: primo, per ragioni di ordine morale; e secondo, per ragioni pratiche, non è mica facile eliminare tanta gente…e dubito che qualcuno voglia dare il “buon” esempio per primo!

    Quanto ai materiali, credo che certi trend siano pura “accademia”: cioè considerano un modello a parametri costanti, immutabili, mentre nella realtà tutto muta, specie quando divengono evidenti certi problemi.
    Pochi forse sanno che, da almeno un decennio (forse più, ma prima non avevo contatto con l’affascinante mondo della metallurgia) in Italia il 90% dell’acciaio è prodotti a partire dal rottame, e non fuso direttamente dal minerale di ferro grezzo (aggiunto di carbonio e di tutti gli altri elementi che caratterizzano i vari tipi di acciaio): probabilmente la più efficiente filiera di riciclaggio nazionale, cui la raccolta differenziata di certi paesini del Trevigiano fa davvero un baffo.

  12. Concordo con Sartori. Ma solo a pensare ad una soluzione di questo problema si passa per folle. Oppure lo si fa passare per intervento divino..
    Mentre non concordo che ci sia petrolio per il prossimi 70 anni, non ai livelli di estrazione attuali, non facile da reperire.

    • Fabio Spina

      Buongiorno e grazie dell’intervento. Naturalmente il mio post non ha alcuna intenzione di convincere e/o persuadere nessuno ma solo aprire una discussione. “L’umanità non ha mai disposto di tanto cibo come ora, sufficiente, per la FAO a sfamare 12 miliardi di individui”, non lo dico io ma la FAO al convegno di Roma del 2009, può leggerlo in vari posti ad esempio http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=290:newsletter-anno-vii-numero-22&catid=74:bn&Itemid=163 . Certo nasce il problema se con il cibo si preferisce fare biocarburanti o speculazione per tenere alti i prezzi e venderlo alle persone in grado di pagare, non ai “morti di fame” (in senso letterale e metaforico). Il problema di fondo è che per ogni bimbo in più si pensa ad una nuova bocca e non ad un nuovo cervello, la nostra è una società disperata per certi aspetti. Alla stessa conferenza si disse che per elimnare la fame dal Mondo occorrevano 40 Miliardi di dollari, per quello gli stati non si sono messi d’accordo e ad esempio salvare l’AIG è costato 176 Miliardi ai soli USA. Il miglior sistema di “controllo delle nascite” è lo sviluppo, il problema non è la CO2 ma eventulamente l’egoismo. Naturalmente poi quelli “in più” sono sempre gli altri, come per http://www.rientrodolce.org/, da eliminare sono i proletari (nel senso che l’unica richezza sono i figli) attuali che vivono nel terzo/quarto Mondo.
      Per quanto riguarda il petrolio, esistono infinite previsioni, ne ho preso solo una. Mi dicono che la disponibilità del petrolio dipende dal suo prezzo, più sale e più è conveniente estrarlo dai posti più impensabili. Nessuno è in grado di prevedere il futuro in dettaglio e credo nessuno pensi che possa andare all’infinito. Ad esempio però, prima di pensare allidrogeno si poteva pensare di aumentare il rendimento degli attuali motori, che è ridicolo. Il petrolio non è “la soluzione”, come non lo è nessuna altra fonte; non è però utile demonizzarlo e far credere che il paradiso sia quel posto dove non ci sono “più i petrolieri”.
      Cordiali saluti

    • duepassi

      Caro Hackatao,
      ignoro le conoscenze scientifiche di Sartori, che sarebbero di base alle sue affermazioni, ma visto che tali affermazioni dici di condividere, chiederò a te cosa intendi per risorse ?
      Se le pensiamo come un conto in banca, sembrerebbe che qualcuno pensi che prelevando prelevando il conto in banca si prosciuga.
      Vero, se non si fanno versamenti.
      Ma se si fanno, allora il problema non è di quanto si prelevi, ma che i prelievi siano inferiori ai versamenti.
      E si può prelevare di più, a patto che si versi di più.
      Se guadano mille euro al mese, sarà bene che me li faccia bastare
      ma se ne guadagno 9 mila, allora posso permettermi anche di spendere 4, 5 volte di più.
      L’importante non è quanto spendo, quanto consumo, ma la differenza tra quel che consumo e quel che produco. Diglielo a Sartori.
      La Società preistorica, in Italia, produceva risorse per massimo 200 mila persone. E se la passavano maluccio.
      Man mano che la Società ha prodotto più risorse, ha potuto vivere una maggiore quantità di persone, e ne potresti vedere e seguire l’evoluzione storica fino ai nostri giorni. Dillo anche a Sartori di farlo.
      Per esempio, cento anni fa viveva una popolazione, in Italia, che era circa la metà di quella attuale, e la fame era un incubo di molte persone.
      Ora quella popolazione doppia vive certamente meglio (non parlo della “percezione”, che è legata alla psiche, e quindi influenzabile da idee strane ed ideologie), più a lungo, e non conosce più la fame, anzi ha problemi di obesità.
      Ti faccio anche presente che la popolazione autoctona non aumenta più, in Italia, da lungo tempo, e se la popolazione italiana è aumentata lo dobbiamo a persone venute da altre realtà sociali, culturali e politiche.
      Questo vuol dire che il problema della sovrappopolazione non è un problema tecnico, ma politico, e quindi risolvibile con opportune politiche, senza dover ricorrere all’estinzione umana, come richiesto da taluni, o comunque senza alcun bisogno di “rientri dolci” (dolci !?…), se sai cosa intendo.
      Quanto alla risorsa petrolio, la sua disponibilità, come per tutte le risorse, non è “fissa”, (come non è fisso l’ammotare dei soldi in banca, ma dipende da quanto ci metti, e se trovi un’attività milgiore sei in grado di versare di più), ma dipende dalle tecnologie disponibili e dal prezzo che siamo disposti a pagare.
      Più siamo dispoti a pagare, maggiori sono le risorse.
      Migliori tecnologie consentono maggiori risorse.
      Non guardare, caro hackatao, alle risorse, quindi, come qualcosa di fisso.
      Secondo me
      Guido Botteri

    • Maurizio

      Ben detto, Guido! Scusa la banalità, ma non potevo resistere 🙂

      Poi Sartori non lo sopporto proprio, eh!

    • Fabio Spina

      Ciao,
      per me invece Sartori è un simpatico vecchietto, spesso è piacevole ascoltarlo quando fa il politologo. Non concordo con quello che afferma a livello ambientale-catastrofista da decenni, mi piacerebbe che oltre al suo pensiero, finora dominante, se ne potessero ascoltare altri un po’ meno “conservatori” e più pieni di speranza. Non mi pioace pensare ad un MOndo che nei prossimi secoli rimarrà tutto uguale come è alla base delle loro ipotesi, primo perché non è mai successo nella storia e secondo perché migliorare è già possibile.
      A presto

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