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Rosso di sera è il vulcano che spara – Aggiornamento

Ah, i bei tempi andati in cui valevano i proverbi. Quanti di voi addetti e non al settore meteorologico sanno che se il cielo al tramonto si colora di rosso il tempo all’indomani sarà bello? Praticamente tutti credo. Beh, ora, neanche a farlo apposta quando si va verso la stagione dei tramonti doc, quel rosso sarà ancora più intenso. Speriamo che non diventi truffaldino.

A dircelo è un ricercatore del CNR, sentito da Franco Foresta Martin in questo articolo sul Corriere della Sera. Il particolato in sospensione in troposfera sembra accentui l’effetto ottico di propagazione della frequenza del rosso, chissà che questo non significhi che sarà visibile qualche green flash in più sulle coste del Tirreno.

A dirla tutta però non è questo il succo dell’articolo, che in verità è piuttosto polemico, probabilmente con ragione. Nei primi giorni dell’eruzione del vulcano in terra d’Islanda, l’intero sistema del traffico aereo europeo è andato in tilt, a causa del timore -inizialmente fondato- che le ceneri in sospensione potessero rappresentare un problema se ingerite dai motori dei jet. Il problema, come abbiamo avuto modo di sottolineare, oltre che nella propagazione di queste ceneri, strettamente legata alla circolazione atmosferica, è anche e soprattutto nella loro concentrazione.

Ora, se il primo fattore può essere in qualche modo desunto e pronosticato con l’aiuto delle simulazioni numeriche, il secondo può essere conosciuto soltanto con delle misurazioni mirate (nonostante i tentativi di simularlo), siano esse effettuate da aeromobili appositamente equipaggiati o da stazioni a terra attrezzate con idonea strumentazione. Dopo aver sofferto per qualche giorno seguendo diligentemente quanto indicato dagli ouput del modello in uso presso il VAAC (Volcanic Ash Advisory Centre) di Londra, ci si è resi conto che le misurazioni oggettive non destavano molta preoccupazione, in quanto -con specifico riferimento al nostro paese, altrove non so- il particolato in sospensione era veramente di scarsissima entità, meno ancora di quanto se ne misura normalmente dopo una sciroccata (sabbia desertica) o anche meno di quanto se ne trovi a volte in seguito a qualche sbuffo un po’ più potente dell’eterno pennacchio di fumo dell’Etna.

Oggi, con la rinnovata fase eruttiva del vulcano, secondo quanto riportato dal ricercatore del CNR, la cenere vulcanica in sospensione nei nostri cieli sarebbe -perché non credergli- addirittura dieci volte superiore a quella osservata un mese fa. Nonostante ciò, per quel che attiene al traffico aereo, tutto tace. E non è un caso. Infatti, se andiamo a vedere le previsioni prodotte dal VAAC di Londra destinate alle autorità del traffico aereo, scopriamo che nei cielo europei, secondo il modello di simulazione di cenere non ce n’è affatto.

http://www.metoffice.gov.uk/aviation/vaac/data/VAG_1274547891.png
Fonte VAAC - Londra

Insomma, nella prima fase eruttiva abbiamo scoperto che l’unica cosa che si aveva a disposizione era un modello di simulazione peraltro non dedicato a questi scopi ma alla propagazione della eventuale ricaduta radioattiva. E sia, nell’emergenza, si deve usare quanto disponibile. Nonostante le misurazioni fossero tuttavia tranquillizzanti, il traffico ha continuato ad andare a singhiozzo. Ora le misurazioni dicono che di cenere ce n’é di più, ma il modello no, per cui tutto funziona regolarmente. Sembrerebbe proprio che l’immaginazione sia definitivamente riuscita a superare la realtà.

Forse ha ragione il ricercatore del CNR a sospettare che dei dati che loro producono si faccia carta straccia. Non lo so, sembra però piuttosto chiaro che non se ne tenga affatto conto in fase di simulazione, cioè, saremmo alle prese con l’ennesimo modello che “simula” la realtà infischiandosene della stessa. E’ sicuramente una mia lacuna, ma in questa filosofia c’è qualcosa che mi sfugge.

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Addendum

E, almeno per ora, sembra che il problema sia cessato. L’Ansa ha appena battuto questa notizia:

Vulcano d’Islanda: esperto, non erutta più.

(ANSA) – RAYKJAVIK,23 MAG -Il vulcano islandese,le cui ceneri hanno bloccato nelle ultime settimane il traffico aereo, non e’ piu’ in eruzione. Lo dice un esperto. ‘Ciò che posso confermare è che l’attività del cratere è cessata, non c’e’ più magma che sale ed esce solo fumo’, ha dichiarato il geofisico Magnus Gudmundsson dell’Università dell’Islanda. ‘Il vulcano non erutta piu’ cenere, emette solo vapore’, ha confermato Omar Ragnarsson, pilota, giornalista ed ambientalista, che stamani ha sorvolato i crateri.

In compenso sembra sia aumentata l’attività sismica dell’area del suo fratello maggiore, il Katla. E così un altro esperto, il capo della Croce Rossa Islandese, si affretta a farci sapere che “Se scoppia sarà una vera e propria tragedia…verrebbe inondata l’isola e potrebbe esserci un cambio climatico catastrofico“. Dal che capiamo che più che di vulcani costui è esperto di vaticini. Non tanto per l’eruzione, che in verità molti si aspettano, quanto per tutto il resto, specialmente il famigerato “cambio climatico”. Ma che gusto ci prova la gente a fare così? Mah, per me resta un mistero.

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Published inAttualitàNews

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