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Lo Smartificio

Leggo su Panorama la prova della nuova Smart ED, dove la sigla sta per Electric Drive. Obbiettivo dichiarato dell’articolo smetterla con le chiacchiere sull’auto elettrica. Intenzioni non dichiarate quelle di farci su un bel peana.

Una bella vetturetta, come noto ideale per la città, anche se devi essere single, accoppiato senza figli o solo ma con monoprole, altrimenti te ne servono due. Però vuoi mettere la soddisfazione di sfrecciare addirittura con la sola forza dell’elettrone? Fattibile, perché costerà “solo” circa 20.000 Euro di cui 8.000 di batterie. Non proprio colazione e giornale, ma bisogna tener conto che insieme all’auto si avrà, al costo di soli 25 Euro al mese (da sommare ai 480 del leasing), la ricarica flat presso la rete Enel. In aggiunta avrete anche un paio di scarpe di Paciotti da tenere sul cruscotto, capo d’abbigliamento che se hai la Smart è un must!

Ricreazione! Prima di andare avanti un breve intervallo multimediale:

Riprendiamo.

In questo modo, a beneficio di chi non avesse capito che energia=vita, il gestore elettrico oltre che delle vostre telefonate, del vostro collegamento ad internet, dei vostri elettrodomestici, del vostro riscaldamento o condizionamento (con le smart grid controllati pure da remoto in base alla disponibilità della rete), delle vostre autarchiche ma sempre di moda letture notturne (specie se usate l’Ipad o similia), sarà anche padrone di mandarvi o meno a lavorare. Niente gita fuori porta però, perché con sei ore di ricarica casalinga e per soli due Kw digeriti per tutto il tempo dal vostro contatore, potrete fare un centinaio di km o poco meno (senza usare troppo i fari però eh?).

Alla sera poi scatta il plug&stay in casa ad aspettare e pure al buio, perché il contatore nel frattempo è stramazzato, per la gioia dell’Enel e per i vostri sudori freddi bimestrali. Pare poi che anche molte altre aziende fornitrici di utilities si stiano attrezzando per fare accordi analoghi con altre case automobilistiche. Una curiosa ma presumibilmente fruttuosa joint venture. Infatti volendo potreste richiedere un contratto con qualche kilowatt in più per accorciare i tempi di ricarica o far fronte all’esigenza di non spaccarvi il naso sullo stipite della porta perché girate per casa a lume di candela. Peccato che anche lì scatterebbero altri Euro sonanti. Come quelli che circa ogni due anni si dovrebbero sborsare per la sostituzione delle batterie, che saranno pure al litio (la miglior tecnologia disponibile attualmente) ma comunque hanno un po’ di effetto memoria e con un ciclo di ricarica al giorno, si rischia seriamente di abbattere l’autonomia dell’auto più o meno del 50% in un paio d’anni, con conseguente inevitabile sostituzione (8.000 Euro per la Smart ED). Quanto allo smaltimento poi direi che forse non è il caso di sollevare il vespaio.

Una vera cuccagna. Ma facciamo due conti a spanne anche sull’energia necessaria alla bisogna. Ipotizzando che il nostro parco auto (circa 34mln di vetture) possa essere sostituito da queste o altre analoghe automobili, per farle circolare avremmo bisogno di raddoppiare il fabbisogno energetico nazionale. L’ideale visto che non si sa come far fronte a quello attuale no? Come dite? Le rinnovabili e la cogenerazione? Ognuno produrrà il proprio fabbisogno? A parte il fatto che lo voglio proprio vedere questo impianto domestico che eroga 2Kw stabili per 6-8 ore, con cosa lo fareste? Certo non con il Sole, a meno di non caricare l’auto di giorno (se splende) e girarci di notte. Nè col vento, che tra l’altro di notte in genere soffia meno, a meno di non usare l’auto due giorni su dieci, per la gioia del sindacato (lavorare meno lavorare tutti) e le lacrime del vostro stipendio.

Come la produrremo allora tutta questa energia? Nessuno lo sa, però avremo tutti le scarpe di Paciotti, l’unico che se la riderà di gusto perché magari nel frattempo avrà delocalizzato la produzione nell’est, dove si possono ancora permettere il petrolio ed i suoi derivati! Sì sì, la Smart ED è proprio la soluzione ideale.

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Published inAttualitàEnergiaNews

9 Comments

  1. duepassi

    Anche a Napoli c’è chi si oppone ai box. Del resto il vezzo di opporsi a tutto non fa altro che danni. Credo che la magistratura non dovrebbe assecondare questi giochetti masochistici, e dare ragione alla pura invidia.
    Lo dico in riferimento all’azione che hanno intrappreso in una piazza che non rientra nei miei interessi, e lo so solo per esserci passato per caso. La mia impressione è che la vera motivazione che muova queste persone sia dovuta al fatto che dei privati (orrore!) possano guadagnarci qualcosa. E così preferiscono girare e girare per cercare un parcheggio, purché non ci sia qualcuno che costruisca dei box e pretenda di guadagnarci pure qualcosina. Ma loro mica lavorano gratis, per la gloria.

  2. Maurizio

    Per quello che ne so il particolato PM10 è appannaggio esclusivo del gasolio (e, immagino, del carbone con cui il perfido Vietti alimenta il suo orrendo immaginario SUV 😉 ). Questo in caso di motori (o caldaie)in cui la combustione è ottimizzata, altrimenti fuma nero anche il metano. Un’altra constatazione che faccio a livello personale è che il motore della mia macchina (1400 cc TurboDiesel Commonrail Injection) non esala mai fumo in modo percettibile e percorre agevolmente 100km con 5 litri in ciclo misto. Segno che se ben regolati i diesel non sono quei mostri che ci vogliono far credere.
    In città il PM10 ha diverse cause, in massima parte il riscaldamento ed il traffico. Quest’ultimo pare che abbia anche il difetto di sollevare quello che si deposita.
    Quindi le “intuizioni” dei politici finiranno per disincentivare un motore dall’ottimo rendimento per favorire i motori ad accensione comandata a benzina-gpl o metano, ma attenzione che dietro l’angolo c’è l’insidiosissimo PM1 e lì non si salvano nemmeno quelli a metano, ci vuole la rivoluzione criogenica dell’idrogeno, un altro affare che ti raccomando!. Bisogna pur dire che le nuove tecnologie hanno portato miglioramenti anche per i motori a benzina e che in libero mercato il gasolio dovrebbe costare più della benzina dato che è una frazione più piccola del distillato, però oggi una macchina a GPL equivalente alla mia ha un consumo (volumetrico) doppio con un prezzo che è il 60% del gasolio. La rovina è che con le normative euro hanno surrettiziamente introdotto la data di scadenza per le vetture più che portare benefici significativi alla qualità dell’aria, che, detto tra noi, penso sia migliorata tantissimo a milano rispetto agli anni 60/70 proprio grazie all’introduzione massiccia del metano per riscaldamento con conseguente abbandono del carbone e del gasolio.
    Le scelte migliori per il futuro sarebbero il teleriscaldamento e il miglioramento della viabilià con la costruzione di parcheggi sotterranei. Però appena si apre un cantiere la magistratura lo sigilla dietro denuncia, e alle ultime provinciali si presentò una fantomatica lista “NO BOX”… Mah!

  3. Maurizio

    Non mi convincono le auto elettriche. Nemmeno tanto quelle ibride che hanno qualche senso in più.
    Il motivo principale, in un periodo in cui la “crisi” energetica è un nervo scoperto sta nel fatto che necessitano di un paio di trasformazioni energetiche in più. La carica e la scarica.
    A parte l’ovvio fatto che queste richiedono tempo e massa aggiuntiva, ogni trasformazione paga dazio al secondo principio della termodinamica. Si perde sempre una quota dell’energia. Si perde nei cavi, nei circuiti elettronici e soprattutto nelle batterie!
    A meno che non ci adattiamo a ridurre le nostre pretese di potenza e comfort, ma fortunatamente, in cambio, qualcosa che aumenta c’è: il costo!
    E non venitemi a dire che si recupera l’energia cinetica della frenata… forse il 30 o 40 percento, ma a che prezzo!

    • Perché, forse le automobili a combustibili fossili hanno un’efficienza migliore??

    • Maurizio

      @massimiliano.
      L’energia elettrica neccessaria per caricare le batterie viene prodotta in gran parte con combustibili fossili a monte, poi deve essere trasferita fino alle batterie, che nel caricarsi (e nello scaricarsi) non rendono al 100%. Poi c’è il motore elettrico, che anche lui si scalda a sbafo… certo rende di più di uno a scoppio, ma a conti fatti conviene tutta ‘sta complicazione?
      L’auto elettrica non è, a mio avviso, la soluzione per l’indipendenza energetica e la salvaguardia ambientale. Oggi pone più problemi di quanti ne risolva. L’auto elettrica ha qualche senso solo in città, e penso soprattutto alle ibride, nei periodi in cui la qualità dell’aria è critica, ma anche dipendente da numerosi altri fattori che chiederebbero interventi mirati. L’auto elettrica deve portarsi appresso un ingente massa rappresentata dalle batterie che alimentano sì motori elettrici ad alto rendimento ma poi pagano dazio nella fase di scarica e carica. si tenga conto che la densità energetica del petrolio e 100 volte superiore a quella delle batterie al piombo e 30 volte quelle al litio.
      Non escludendo applicazioni di nicchia estremamente vantaggiose ritengo che la trazione elettrica per le auto sia una chimera indotta da un malinteso senso ambientalista. Nelle città abbiamo bisogno di togliere le auto dalle strade (fare box) e di regolamentare gli accessi ai mezzi pesanti.

    • Domanda.
      Ma le auto a metano vanno bene a PM10?
      Se sì, il problema inquinamento in città non sarebbe facilmente risolvibile e a minor prezzo rispetto alle ibride?
      Poiché, però, le mie nozioni in materia non sono delle migliori, chiedo a chi ne sa di più.

      Al di là di questo, il problema strutturale delle città italiane è un problema che vedo di difficile (o lunga) risoluzione, visto l’andazzo della nostra classe politica e di tutti noi. Per cui credo che dovremo tenerci il traffico privato ancora per molto.

    • Luca Fava

      Non sono un esperto di PM10, ma mi chiedevo…come mai quando si parla di polveri sottili non si parla mai delle vecchie caldaie dei palazzi? Non sono forse quelle peggio delle auto?

  4. Giampiero Borrielli

    Articolo fantastico….fantastico commento!!!!!!
    Adesso preparatevi alla valanga di insulti che vi tireranno addosso.

  5. gbettanini

    Sì, è vero i tempi non sono ancora ‘maturi’ per l’auto elettrica, o meglio… l’auto elettrica è già una realtà al 90% ma mancano solo gli accumulatori che per ora hanno una capacità di immagazzinare energia troppo ridotta, la Smart di cui parla l’articolo può immagazzinare nella batteria solo 16,5 kWh che equivalgono in termini energetici a circa 1,5 kg di combustibile…. se poi si tiene conto del fatto che il rendimento di un motore endotermico è molto basso è come avere una smart con diciamo 5-6 litri di benzina nel serbatoio… praticamente un’auto che nasce ‘in riserva’.
    L’auto elettrica effettivamente è il futuro, ma non credo che il mercato sarà disposto a sostituire auto tradizionali con auto piccole e dalle prestazioni ridotte come la Smart… quindi penso che nei prossimi anni vedremo arrivare sul mercato auto ibride plug-in che avranno dimensioni e prestazioni pari alle auto attualmente in commercio ma che potranno avere un’autonomia puramente elettrica di qualche decina di km e potranno caricarsi (anche) dalla spina di casa. Sembra poco, ma anche solo 40 km di autonomia elettrica permetterebbero di togliere dalle nostre città un’enorme quantità di PM 10 ed altre schifezze con grandi benefici per la nostra salute.
    Ma l’energia elettrica va prodotta e ne servirà tanta… anzi tantissima, una famiglia italiana consuma mediamente 3000 kWh/anno, se di notte si ricaricherà un’auto elettrica i consumi domestici raddoppieranno o triplicheranno… ed aumenterà il prezzo dell’energia elettrica in fascia notturna con buona pace degli amici del risparmio energetico e della ‘decrescita felice’.
    L’energia andrà quindi prodotta e ne servirà tanta, come farlo? Un indizio…i nostri ‘vicini di casa’ francesi che hanno deciso di produrre l’80% dell’energia elettrica da fonte nucleare pagheranno da subito un ‘pieno’ di energia elettrica la metà di quello che pagheremo noi. Ma in futuro anche il fotovoltaico thin-film (che costerà circa 1/4 dell’attuale) potrà fare la sua parte… con un impianto da 3 kWp sul tetto di casa potrei garantire l’autonomia ad una piccola auto elettrica, siccome l’auto di giorno è fuori casa potrei magari ricaricare con il FV una batteria di riserva… insomma tra qualche anno avere una casa con una falda del tetto di almeno 20 mq che guarda a sud potrà essere un valore aggiunto notevolissimo.
    Il futuro del trasporto da questo punto di vista sarà ‘strano’ e meravigliso, andrebbero studiate ed inventate un sacco di cose nuove…. ed andrebbero investiti miliardi di € in queste ricerche… perchè il futuro con la ‘F’ maiuscola non sono certo gli impianti fotovoltaici di tecnologia obsoleta che vengono installati oggi e pagati (da noi) a peso d’oro.

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