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Kiwi e temperature vitaminiche

Le vitamine aiutano lo sviluppo, i Kiwi ne sono pieni, quindi è facile che facciano crescere anche le temperature. Perdonate l’assurdità di questa frase, è solo un gioco di parole che mi è venuto in mente leggendo questo articolo su WUWT, che a sua volta riprende un pezzo pubblicato su Quadrant online.

In Nuova Zelanda (paese meraviglioso) hanno come tutti un Servizio Meteorologico Nazionale che fa raccolta dati, analisi, previsioni e tutte le altre cose che è facile immaginare. Hanno quindi un bel database di temperatura anche piuttosto longevo. Da quel database sembra non ci siano evidenti segni di riscaldamento almeno fino alle ultime decadi del secolo scorso.

Fonte NZ Climate Science Coalition

Dal 1992 è stato creato al servizio della corona un centro di analisi e proiezioni climatiche (NIWA – National Insitute of Water and Atmospheric Research) completamente indipendente. Tanto indipendente da aver preso la tesi di uno studente che consisteva nell’analisi di un dataset di temperature formato da sette stazioni, ed averne fatto il pilastro fondante delle loro proiezioni climatiche, mandandolo in giro per il mondo a far bella mostra di sé anche nel 4° Rpporto IPCC e nelle analisi dei gestori mondiali di dataset. Dov’è il problema? Semplice, secondo quanto scritto su Quadrant, quello studio non è mai stato peer-reviewed, non si sa quando sia stato adottato dal NIWA, non è corredato di metadata, e, naturalmente, mostra un trend di riscaldamento molto superiore a quello dei dati grezzi del Servizio Meteorologico Nazionale. Addirittura superiore a quello registrato a livello globale.

Fonte NIWA

Sette stazioni sette opportunamente massaggiate per portare il paese in linea con la moda degli ultimi anni. In questo documento della Climate Science Coalition, trovate tutti i particolari. Una curiosità. Lo studente autore dello studio sembra collaborasse anche con la CRU prima di diventare uno scienziato di punta del NIWA. Interessante.

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