Tra qualche settimana Climate Monitor affronterà una importante sfida tecnica. Questa nuova fase della vita del sito è per noi un cambiamento, lasciatecelo dire, epocale. Come ogni passaggio di questa portata, potranno registrarsi (è una ipotesi, non una certezza) malfunzionamenti, ma anche interruzioni prolungate del sito nel suo complesso. Quale grande rivoluzione sta per coinvolgere CM? Probabilmente una delle operazioni più terrificanti per un amministratore: la migrazione da un server all’altro, con contestuale cambio dell’indirizzo IP. Normalmente per un blog con poche pagine, si tratta quasi di una operazione di routine, ma stiamo parlando di quasi 900 articoli, ovvero centinaia di megabyte di immagini, testi, file multimediali, per non parlare delle vostre migliaia e migliaia di commenti.
Alla difficoltà tecnica di far migrare un database così imponente, da un server all’altro, si aggiunge anche un limite tecnico insito nell’Internet: nel momento in cui un sito cambi il proprio indirizzo IP, vi è un periodo di latenza che corrisponde al cosiddetto tempo di propagazione all’interno del DNS. Per chi non mastica di questi argomenti, in buona sostanza, quando digitate l’indirizzo di Climate Monitor (questo vale per ogni sito esistente), i server preposti a indirizzare la vostra richiesta al server che fisicamente contiene il sito, trasformano il nome in numeri. L’indirizzo IP di un sito è una sequenza di numeri, scomoda e difficile da ricordare. Fin da subito, quando nacque la rete, ci si rese conto di quanto fosse più comodo esprimere quei numeri con lettere. Quindi per nostra fortuna, come utenti e lettori, possiamo tranquillamente ignorare l’indirizzo IP, e ricordarci il più semplice indirizzo: www.climatemonitor.it
Dicevamo della propagazione degli IP nel Domain Name System (DNS). Le macchine preposte a instradare le richieste dal vostro PC verso la rete hanno delle tabelle di “conversione”, mi si perdoni la semplificazione. Ovviamente se un sito mantiene il nome, Climatemonitor, ma cambia l’indirizzo IP (che interessa solo ai server), bisognerà andare ad aggiornare queste tabelle. Fortunatamente avviene tutto in modo automatico, sfortunatamente coinvolgendo tutti i server del mondo potrebbe richiedere del tempo. In media siamo intorno alle 48 ore, ma a volte occorre molto più tempo.
Per far fronte a questa ipotetica, eventuale fase di oscuramento del sito, stiamo pensando ad alcuni strumenti alternativi, dei quali vi forniremo, nel caso, ogni istruzione.
Per il momento era importante mettere i nostri lettori a conoscenza di quanto sta per avvenire su questo sito, nel corso delle prossime settimane vi terremo informati sulla nostra roadmap del cambiamento.
Ringraziando per la collaborazione, auguro una buona permanenza a tutti sulle nostre pagine.
L’admin
Claudio Gravina
Mi raccomando, abbassate il TTL al valore più basso che potete almeno 48 ore prima, così quando cambiate effettivamente il DNS la propagazione avviene prima! In bocca al lupo per il trasferimento.
La ringrazio per il consiglio Alessandro, per ora incrociamo le dita
🙂
CG