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Tag: Terre rare

Terra verde, terre rare, terra di conquista

La Terra verde è la Groenlandia. Le terre rare sono quelle preziosissime materie prime sconosciute ai più che costituiscono il fondamento della tecnologia occidentale, materiali di cui è straricca la Cina, molto meno tutti gli altri. Pare che ne sia ricca anche la Groenlandia, secoli fa teatro dello sviluppo e del declino della tribù di Erik il Rosso grazie ad un lungo periodo particolarmente caldo anche per quelle latitudini, oggi abitata da poche decine di migliaia di persone riunite in uno stato sulla carta autonomo in realtà legato a filo doppio e triplo con la Danimarca.

 

La novità è che i groenlandesi hanno deciso di dar corso allo sfruttamento del loro sottosuolo, comunque raggiungibile solo dopo aver attraversato qualche centinaia di metri di ghiaccio. Però, secondo Yahoo finanza, il riscaldamento globale starebbe rendendo quei suoli più accessibili, sicché gli abitanti della ex terra verde ora ancora bianca malgrado quanto scritto su Yahoo, avrebbero lanciato una campagna di attrazione degli investimenti esteri. Soldi, naturalmente, ma anche teste e braccia (possibilmente attaccate tra loro attraverso delle spalle e qualche collo), perché servirebbe anche parecchia manodopera. Leggiamo, con l’aggiunta di qualche neretto (originale) e un po’ di rosso (mio):

 

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Dalla Green Economy alla “Rainbow Economy”.

Convertitevi fratelli, l’Apocalisse è vicina!Ricordatevi che tutti dobbiamo morire!

Fino a pochi giorni fa la possibilità di salvarsi era alla nostra portata, sembrava di sentire il monaco Zenone nell’Armata Brancaleone, saggio predicatore medioevale:«Abbiate fede ne lo cavalcone! Isso è forte!». Per “lo cavalcone”, naturalmente, si intende la green-economy, l’unica in grado di salvare noi ed il pianeta dalla terribile anidride carbonica.

Questo l’incipit con cui a maggio 2010, e poi nuovamente a marzo 2011, iniziava il post “L’Unep lancia l’allarme: le risorse della green economy non sono infinite – Aggiornamento” con cui su CM si iniziava a scrivere riguardo il fatto che anche le “terre rare”, indispensabili alla green-economy ed alle tecnologie “più sofisticate”, non sono infinite. Proprio come i combustibili fossili.

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