I modelli climatici e la loro bassa capacità predittiva: ipotesi di miglioramento.
Tore Cocco ha recentemente pubblicato, qui su CM un interessante post sullo stato dell’arte della ricerca in ambito climatico. Tra le molte considerazioni che ha svolto nell’articolo, una mi ha particolarmente colpito:
“La climatologia è una scienza enormemente più vasta e complessa delle scienze necessarie a progettare un aereo, e a differenza di quest’ultimo siamo ancora molto lontani dal realizzare un modello di clima “funzionante” realisticamente.”
Io condivido questa impostazione del discorso che, noto con piacere, sta cominciando a farsi strada anche nell’ambiente della climatologia.
Incuriosito da una presentazione a firma del prof. A. Pasini apparsa su “Le Scienze” di agosto che, sotto diversi punti di vista, si collega alla citazione di T. Cocco con cui ho aperto questo post, ho rintracciato un brevissimo articolo a firma di B. Stevens e S. Bony pubblicato su Science in cui si analizzano i risultati dei modelli climatici attualmente utilizzati dai climatologi:
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