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Tag: Simulazioni climatiche

E continuano a prenderci per il cooling

Circa il titolo, qui e qui i precedenti. Circa i fatti di oggi, mettetevi comodi, non ci vorrà molto.

Pare che le dotte spiegazioni circa le ragioni per cui la temperatura globale ha smesso di crescere malgrado il forcing e le profezie di disastro imminente siano ormai tante da poter comporre una classifica. Per l’esattezza una top ten, che se avete voglia di un riassunto trovate qui.

La new entry è un paper firmato da Gavin Shmidt e soci, cioè dal nocciolo duro del blog Real Climate, la finestra (senza parapetto) sulla sventura climatica prossima ventura.

 

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Mezzo global warming grazie… anzi no, un quartino!

Un nuovo paper, tanto per cambiare:

 

Recent global-warming hiatus tied to equatorial Pacific surface cooling

 

C’è chi ha reagito riportando di aver sentito volar via la testa, chi, invece, ha voluto approfondire ulteriormente. Questa qui sotto è la figura chiave del lavoro:

 

 

poga-plot

 

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Proiezioni climatiche, esercizio di stile o pubblica utilità?

Non credo ci sia bisogno di puntualizzare che i nostri non sono tempi di vacche grasse, anzi, a pensarci bene non lo erano neanche i tempi dei nostri padri. Allora le vacche erano però mostrate con la lente di ingrandimento e ora ne paghiamo le spese. E’ però anche innegabile che ci siano state in un modo o nell’altro molte più risorse disponibili, almeno sulla carta, per tentare policy azzardate o per inseguire autentiche utopie. Tempi in cui, per esempio e si parla di appena cinque anni fa, si poteva immaginare di porre in essere un processo di decarbonizzazione dei nostri sistemi economici e produttivi che maerciasse ad una velocità improponibile.

 

Del resto, si diceva, le proiezioni parlano chiaro, non solo per il lungo periodo ma anche per quello medio e breve. I danni inferti al sistema pianeta, in primis quelli climatici – e già qui c’è stato un inopportuno sorpasso a danno di quelli ambientali – sono tali da rendere indispensabile un’azione immediata e corale. Giù le emissioni dunque.

 

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Il giorno del giudizio, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

The day of reckoning, così Roy Spencer ha definito quello che mostra nel suo ultimo post. Calamità naturali in arrivo in ordine sparso? Disfacimento climatico diffuso e inarrestabile? Niente di tutto questo, “solo” l’ennesima, inequivocabile, chiarissima comparazione tra quello che l’ stato dell’arte della scienza del clima si aspettava dovesse accadere negli ultimi anni e quello che invece è successo.

 

Sicché il giudizio non è per noi poveri mortali in balia delle bizze del tempo e del clima e per di più cocciutamente convinti che questo non sia sul punto di disfarsi, quanto piuttosto per quanti questa convinzione continuano a coltivarla nonostante le evidenze.

 

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I modelli di regressione: non è tutto oro quello che luce

Il prof. N. Scafetta, in questi ultimi tempi, si sta interessando al problema del livello del mare e della sua evoluzione futura. Dopo il recente articolo…

 

Multi-scale dynamical analysis (MSDA) of sea level records versus PDO, AMO, and NAO indexes – (pdf)

 

…di cui ho avuto occasione di parlare qui, è stato da poco pubblicato un nuovo lavoro che, però, si occupa di un problema ancora più generale: gli errori nell’applicazione dei modelli di regressione e dei filtri wavelet utilizzati per analizzare i segnali geofisici.

 

Discussion on common errors in analyzing sea level accelerations, solar trends and global warming

  – (pdf)

 

Nell’articolo, piuttosto corposo e denso di spunti di riflessione molto interessanti, il prof. N. Scafetta accentra la sua attenzione su tre aspetti che rivestono molta importanza nel dibattito in corso tra i membri della comunità scientifica che si occupano di climatologia, in generale, e dei suoi aspetti più particolari (temperature, livello dei mari, contenuto di calore degli oceani, paleoclima ecc., ecc.) Secondo quanto scrive il prof. N. Scafetta nel suo articolo (da ora Scafetta, 2013b) buona parte degli studi che sono stati effettuati fino ad oggi sono affetti da errori ed approssimazioni eccessivi in quanto non tengono conto di tre importanti fonti di errore.

 

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