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Tag: Previsione dei terremoti

Radon relata refero

Il post di oggi è per me fuori tema, però ci è capitato di affrontare lo stesso argomento in molte altre occasioni, perciò penso che quanto segue possa essere di interesse per i nostri lettori. Si tratta del terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009. Nei giorni scorsi è circolata (Repubblica e Corriere, per esempio) la notizia che un team di ricercatori dell’INGV ha pubblicato su Environmental Earth Sciences i risultati di uno studio effettuato sulle variazioni della concentrazione di radon nel mese precedente il sisma del 4 aprile.

 
Observations and box model analysis of radon-222 in the atmospheric surface layer at L’Aquila, Italy: March 2009 case study

 

L’articolo rende conto di un’analisi eseguita sia su dati simulati, ovvero con l’impiego di un modello messo a punto e validato con osservazioni risalenti al biennio 2004-2006, sia su osservazioni vere e proprie effettuate nel marzo del 2009. In entrambi i casi, contrariamente a quanto annunciato nei mesi dello sciame sismico culminato con l’evento distruttivo del 4 aprile, non è stata riscontrata alcuna significativa variazione positiva della concentrazione di radon al livello atmosferico superficiale, anzi, in realtà nelle osservazioni è stata riscontrata una diminuzione del 30% della concentrazione di radon, mentre nelle simulazioni la diminuzione si è fermata al 17%, conformando comunque l’approccio simulato a quello reale.

 

 

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Sulla previsione dei terremoti

L’articolo che segue è stato pubblicato sul N°25 della rivista Liberambiente nel gennaio 2013.

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Le recenti crisi sismiche che hanno colpito alcune regioni italiane ( Emilia-Romagna e Calabria in particolare) ripropongono ancora una volta drammaticamente il problema della previsione dei terremoti. In merito dobbiamo però fare una chiara distinzione tra la previsione spaziale  e la previsione temporale. Nel primo caso si hanno informazioni sul “dove” possono avvenire, mentre nel secondo su “quando”. Se per il primo quesito possiamo rispondere con certezza, così non è purtroppo per il secondo.

Le notizie storiche sulle aree colpite in passato dai terremoti ci permettono di prevedere dove essi possono accadere; è su questa base che sono state realizzate le carte di pericolosità sismica  del nostro territorio, classificato anche in funzione della intensità sismica attesa, sempre sulla base dei dati storici. Si tratta quindi di una previsione su base probabilistica. Non è così, purtroppo, per il secondo quesito: quando avverrà il terremoto e soprattutto a che ora? In ogni occasione di crisi sismica, le notizie che vengono fornite dagli addetti al controllo sismico  nazionale, sono sempre le stesse: si informa la opinione pubblica sulla intensità delle scosse (magnitudo), la profondità dell’ipocentro (l’area di origine del sisma), si danno generici consigli circa la pericolosità del fenomeno in atto e sulla sua probabile evoluzione. In tutte queste informazioni è poco incisivo il riferimento geologico. Al contrario la scienza geologica può dare contributi per tentare di capire cosa sta accadendo.

 

 

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