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Tag: PEG

Il Sole, i vulcani e le temperature del mare

Sarà il sole a scaldare il mare quest’anno, e non saranno i vulcani a raffreddarlo, a Dio piacendo e geologia permettendo. Però pare che proprio il sole e l’attività vulcanica nel suo complesso abbiano giocato un ruolo importante, ove non determinante, per le temperature superficiali dell’Oceano Atlantico degli ultimi secoli. Lo dice un gruppo di ricercatori che ha appena pubblicato uno studio su Nature Communication:

Evidence for external forcing of the Atlantic Multidecadal Oscillation since termination of the Little Ice Age

La ricerca è liberamente disponibile e inoltre su Science Daily c’è un articolo che ne approfondisce i contenuti.

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Clima e vulcani, anni senza estate ma con molta fame

Questo topic gira sui siti di informazione meteoclimatica da qualche giorno, ma non riuscivo a capire da dove fosse saltato fuori. Ora, con l’uscita di un commento su Science Daily, è stato possibile risalire allo studio che ha originato la discussione.

 

Per chi si occupa di clima e affini, ove con questi ultimi si intenda l’impatto che le variazioni climatiche di breve periodo hanno sulla società, si tratta di un grande classico, il 1816, ovvero l’anno senza estate, quando un clima anomalmente freddo e le abbondanti precipitazioni che ne caratterizzarono i mesi estivi produssero quella che da molte parti è stata definita una vera e propria crisi di sopravvivenza della civiltà occidentale, distruggendo la gran parte dei raccolti e provocando una grave carestia.

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La moderna ‘piccola’ Età Glaciale

E’ sulle news di Nature Geoscience, e di lì ha già fatto il giro del mondo. Una notizia che naturalmente si è trasformata passando di media in media. C’è chi ne ha sottolineato il rinnovato sapore catastrofico, pur con un intrigante cambiamento di segno rispetto alla norma; chi ha preferito concentrarsi sul fatto che in fondo si tratta di previsioni stagionali o annuali, pratica in cui chi ha diffuso questa news non si è proprio distinto negli ultimi anni; e c’è chi l’ha presa per quello che è, un probabile passo avanti nella direzione giusta per comprendere i complessi meccanismi del clima – o almeno una parte di essi- nel medio e lungo periodo climatico.

Si parla del forcing esercitato dal Sole sul sistema. Finalmente, dopo un lungo periodo di vero e proprio oscurantismo, la possibilità di disporre di misurazioni accurate di una componente importante della radiazione solare, la radiazione ultravioletta, ha permesso che di accendere la luce. Per anni infatti, le simulazioni climatiche sono state fondate sul principio che l’attività solare, intesa esclusivamente come TSI (Radiazione Incidente Totale), non avesse alcun impatto tangibile sulle dinamiche del sistema. Stabile o quasi la TSI, molto variabile il clima, i due sistemi non potevano essere legati.

Di qui la pratica di inserire la componente solare nei modelli di simulazione climatica come costante. Grazie alle misurazioni ottenute dal programma satellitare SORCE, sono state rilevate delle oscillazioni della radiazione ultravioletta che arriva dal Sole cinque volte maggiori di quanto si riteneva possibile. Inserendo questi dati in un modello climatico, ne è venuta fuori una ricostruzione a scala stagionale dei pattern atmosferici dell’area del nord Atlantico molto più fedele alle osservazioni di quanto fosse mai accaduto. In particolare, i periodi di scarsa attività solare e di conseguente forte diminuzione della radiazione UV, riproducono il pattern della circolazione atmosferica della NAO (Oscillazione del Nord Atlantico) negativa, un modello circolatorio che genera l’abbassamento di latitudine della rotta delle perturbazioni atlantiche, con relativo frequente interessamento dell’Europa mediterranea e con aria fredda di origine polare che si spinge con maggiore frequenza sul settore settentrionale del continente.

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