di Luigi Mariani
Ho l’impressione che se tutte le catastrofi che si sono paventate nell’ultimo dopoguerra si fossero realizzate il mondo sarebbe già sparito da tempo, per cui il fatto stesso che oggi siamo qui a scrivere avendo superato le piogge acide, l’olocausto nucleare, il cibo che uccide e ora la profezia dei Maya è senza dubbio da considerare un miracolo di resistenza umana.
Certo, la prima notizia tranquillizzante risiede nel fatto che la vita media delle nostre popolazioni sia in continuo aumento e che la stessa qualità della vita sia migliorata in modo abissale. Io ho 55 anni e sono nato nel 1957 in un paese del piacentino, Rivergaro, non molto diverso da tanti altri paesi della nostra dolce Italia. Quand’ero piccolo mi ricordo vecchi (e mi riferisco a persone di 60-70 anni) che erano veramente vecchi, cioè con tutti i sintomi di decrepitezza indotta dalle fatiche di una vita passata al freddo, mangiando quel che capitava e con un’assistenza medica che lasciava alquanto a desiderare. Io sono nato in casa e la levatrice si era dimenticata la forbice, per cui ho rischiato di lasciarci le penne per il fatto che avevo il cordone ombelicale avvolto attorno al collo per cui la vita la devo al medico condotto dottor Negri che è intervenuto risolvendo la cosa in modo magari poco democratico ma oltremodo efficace. L’acqua non arrivava in casa (ci si arrangiava alla fontanella) e il riscaldamento invernale era quel che era, per cui le malattie da raffreddamento picchiavano duro.
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