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Tag: Ozono

Quando l’ozono viene dall’alto

Nell’immaginario collettivo l’ozono è quasi semrpe associato all’omonimo buco, ossia a quella zona della stratosfera polare meridionale dove lo strato di ozono che scherma la radiazione ultravioletta su tutto il pianeta si assottiglia fin quasi a scomparire del tutto durante l’inverno. Ne consegue che l’ozono è più o meno per tutti un gas ‘buono’.

L’ozono è però un gas altamente nocivo ma, per nostra fortuna, negli strati più bassi dell’atmosfera, in particolare in quello a contatto con la superficie è quasi sempre in concentrazioni molto basse. L’ozono è però anche prodotto da reazioni chimiche di chiara origine antropica per cui nella bassa atmosfera è di fatto una sostanza inquinante soggetta a monitoraggio e regolamentazione.

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Buco dell’Ozono, è tutta questione di ‘tempo’…per ora.

Una notizia sorprendente, con cui alcuni ricercatori della NASA sono entrati a gamba tesa in uno dei temi ambientali più scottanti degli ultimi anni, il depauperamento dello strato di ozono in alta atmosfera. Come molti (quasi tutti) credo sappiano, il “buco dell’ozono” è stata materia prima di acceso dibattito scientifico, poi di raggiungimento di un sostanziale consenso sugli effetti deleteri delle emissioni di clorofluorocarburi (CFC) e poi, nel biennio 1987-1989 (firma e inizio), dell’implementazione del famoso Protocollo di Montreal, con il quale i CFC sono stati messi al bando.

 

L’ultima volta che sulle nostre pagine abbiamo parlato di ozono era per commentare l’uscita di uno studio che attribuiva alle reazioni chimiche dell’alta atmosfera molta parte del trend delle temperature medie superficiali globali, scagionando quindi i gas serra ma mantenendo l’origine antropica di queste variazioni, origine identificata nell’accumulo di CFC.

 

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Se Kyoto non è Montreal il riscaldamento globale è finito

I trattati firmati a Montreal nel 1987 e a Kyoto esattamente dieci anni dopo, sono stati i primi, se non unici esempi di global governance che la diplomazia internazionale ha saputo esprimere. Se simili, in quanto di natura ambientale il primo ed essenzialmente focalizzato sul clima il secondo, tra i due trattati c’è di fatto una enorme differenza.

 

Il primo, riguardante la messa al bando dei Clorofluorocarburi (CFC), ritenuti responsabili del depauperamento dello strato di ozono stratosferico, ha funzionato, nel senso che l’uso dei CFC è stato di fatto abolito e, seppur con lentezza e con qualche controversia scientifica, ci sono prove abbastanza evidenti che i loro effetti dannosi si siano attenuati. Il secondo, siglato con l’obbiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica provocate in larga misura dall’uso dei combustibili fossili e ritenute responsabili dell’accrescimento dell’effetto serra e conseguente riscaldamento globale, è fallito in tutte le sue parti. Le emissioni sono aumentate e i fondamenti scientifici su cui poggiava stanno venendo meno, perché nonostante questo aumento la temperatura media superficiale del Pianeta ha smesso di aumentare o, quanto meno, ha assunto un trend molto diverso da quello atteso.

 

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Catastrofe climatica: a ruba le creme solari.

Chissà che non serva a risollevarci dalla crisi. Che so, si potrebbe provare a riconvertire l’industria alla fabbricazione di unguenti protettivi. E’ quanto scopriamo che potrebbe rendersi necessario secondo un classico esempio di catastrofismo gratuito, ovvero di spregiudicato uso di condizionali in varie declinazioni per riuscire a condire il proprio studio con la giusta dose di riscaldamento globale, cambiamenti climatici, disfacimento del clima e, naturalmente, aumento di qualcosa di spaventoso.

Di cosa? Ma dei “buchi daazzoto” no? Ebbene sì, state pronti, la bassa stratosfera sta per diventare un colabrodo. Sarà tutta piena di piccoli ma estremamente maligni forellini attraverso cui i raggi ultravioletti si getteranno verso la superficie provocando ogni sorta di devastazione.

Curiosi di sapere come? Ecco qua.

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Ci voleva un super eroe!

La notizia spopola sui media, Mario Monti è finito in un fumetto della Marvel Comics che narra le ultime gesta dell’Uomo Ragno. Ma non è quella che ci interessa. Nella stessa storia, che si intitola “La fine del mondo”, compaiono anche molti altri potenti della Terra, insieme naturalmente all’acerrimo nemico di Spiderman, Octopus.

La minaccia globale riguarda lo strato do ozono, ormai sottile come un foglio di carta velina. Octopus promette di avere la ricetta giusta per scongiurare l’imminente distruzione finale, ma in realtà ha l’obbiettivo di favorire il processo e vincere finalmente l’ultima partita.

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Very likely sì, ma cosa?

Una buona parte della discussione sul cambiamento climatico, ovvero sul ruolo che il mainstream scientifico riserva alla CO2 nell’evoluzione delle dinamiche del clima, ruota attorno…

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