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Tag: Neve a Roma

1956, 1985, 2012: Tutte le strade portano la neve a Roma

Prima di cominciare la classica ANS(i)A quotidiana:

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(ANSA) – ROMA, 17 FEB – La caratteristica più insolita dell’ondata di maltempo appena conclusa è la lunghezza, mentre l’intensità è quella delle gelate trentennali a cui il nostro paese è già abituato. Lo afferma il climatologo Giampiero Maracchi, secondo cui in futuro è possibile aspettarsi un’intensificazione di questi fenomeni a causa dei cambiamenti climatici. “Per quanto riguarda le temperature in media sono state maggiori rispetto al ’56 e all’85 – spiega l’esperto – quello che invece colpisce è stata la durata del fenomeno, che ha investito il paese per quasi due settimane. Questa anomalia può essere attribuita ai cambiamenti climatici, che hanno come effetto l’aumento della frequenza di tutti i fenomeni estremi, dal freddo alla siccità alle piogge torrenziali”.(ANSA).
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Nulla di nuovo sotto il “nevone” (….o quasi).

L’imponente “Nevone” del 1929, quando fortunatamente non c’era ancora il riscaldamento globale, i più giovani lo ricordano dalle scene di Federico Fellini, nel film AMARCORD, relative all’allegra Rimini sepolta dalla neve.

Nel 1956 l’Italia era molto diversa dall’attuale perché si possano paragonare i disagi causati da una nevicata con quanto accaduto in questi giorni. Poche erano le auto, i voli aerei in numero ridotto, i treni viaggiavano lenti ed alcuni ancora non avevano elettricità; a Roma ancora non era finito il grande raccordo anulare e chi vi lavorava viveva, salvo rare eccezioni, sempre nella città; infine non esisteva ancora la “Protezione Civile”.

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Mirror posting: Neve a Roma

“La neve per Roma è un fenomeno straordinario, che desta nell’animo degli abitanti un senso di speciale allegrezza, nei bambini soprattutto, che ‘ab antiquo’ si dispensano dalla scuola. Non usi a vedere la campagna ammantata della candida veste propria dei climi settentrionali, piacciono i pittoreschi effetti, e i baloccamenti infantili d’innalzamento di fantocci e di piramidi fantastiche nelle vie della città”. Questa frase non è stata pronunciata dal sindaco Alemanno riguardo la nevicata a Roma del 3 febbraio, si tratta invece di una nota del 1887 del sacerdote scienziato padre Giuseppe Lais (1845-1921), noto gesuita discepolo allievo di padre Angelo Secchi che si occupò, con successo, di meteorologia e astrologia.

Il testo dell’allora Ufficio Centrale di Ecologia Agraria dal titolo “La neve a Roma dal 1741 al 1990” inizia con la seguente osservazione: “La posizione di Roma, ubicata nell’Agro Romano, a poca distanza dal mare ad Ovest, e lontano dall’Appennino verso Est, fa sì che la città risenta particolarmente del clima mediterraneo, in cui le precipitazioni nevose assumono un carattere di eccezionalità. Il verificarsi di una nevicata a Roma, infatti, non è un evento molto frequente, ma neanche così raro come alcuni credono”.

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Seven Spin Off – Febbraio 2012 #1

Si chiama Ponte di Voejkov la saldatura tra l’anticiclone atlantico e quello russo. La configurazione barica più temibile e per molti aspetti più affascinante. Tecnicamente per un certo periodo e per una porzione dell’emisfero, l’aria gira al contrario. Il flusso perturbato principale non riesce ad attraversare l’Europa per la presenza dell’anticiclone, perciò devia verso nord, gira attorno a questa figura – e per farlo deve passare sull’Artico – e poi si tuffa giù lungo il bordo orientale dell’alta pressione.

Il risultato è che l’aria gelida e quindi pesante come il piombo originatasi in Siberia scende verso l’Europa centrale fino al Mediterraneo, o, come in questi giorni, fino all’Africa settentrionale. In seno a questo flusso, che tecnicamente si definisce retrogrado, si generano normalmente numerosi minimi in quota quasi-stazionari, che pian piano scendono di latitudine.

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Ci risiamo, e pure in netto anticipo – Aggiornamento #3

Corre voce che la neve sulle regioni tirreniche e, più specificatamente sulla capitale abbia dei tempi di ritorno di venticinque anni o più. C’è stata…

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