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Tag: ITCZ

Gli effetti del forte riscaldamento stratosferico “tradotti” in troposfera

Questo post è uscito in originale su Meteotime a firma di Matteo Sacchetti il 21 aprile scorso.

In primavera avanzata, i riscaldamenti in alta stratosfera sono dinamiche normali che progressivamente conducono alla sostituzione del vortice polare con una cella altopressoria. Sulla base di quelle che sono le tempistiche si suole distinguere i Final Warmings in late ed early.

Tuttavia quando tali riscaldamenti sono accompagnati ad evidenti anomalìe positive (fig. 1) e portano anzitempo ad una sostituzione dei venti zonali anche al di sotto dei 65/60°N si può parlare anche in questo caso di Major Warmings (fig. 2).

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Uno stentato ritorno alla vita

Con i primi rudimenti di meteorologia si conoscono i Monsoni come dei venti stagionali su vasta scala che interessano molte regioni del Mondo. Nella stagione estiva, questi venti si comportano come delle brezze di mare di vastissime proporzioni, spingendo, per esempio sul continente indiano ma anche sull’Africa e sul Sud America, grandi quantità di umidità proveniente dagli oceani. La presenza di catene montuose importanti impedisce a questi flussi umidi di proseguire il loro cammino dentro i continenti e si generano così delle piogge torrenziali spesso causa di vaste alluvioni.

Diversamente d’inverno, sempre prendendo ad esempio il continente indiano, quella che “soffia” è una brezza di terra sempre di vastissime proporzioni. Aria fredda proveniente dagli altipiani alle spalle dell’Himalaya che scende giù verso l’oceano mantenendo condizioni di aridità quasi assoluta.

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Convergenze ed Evidenze

La Zona di Convergenza Intertropicale non è sempre stata nella sua attuale posizione, ma ha subito uno spostamento verso nord documentato dalle sedimentazioni geologiche della zona equatoriale ed intertropicale. Il clima dell’area ha subito delle importanti modifiche anche in tempi relativamente recenti, a testimonianza di un’evoluzione continua e soprattutto coincidente con le fasi climatiche storicamente note del pianeta. Un interessante lavoro di documentazione che ci fa capire quanto ancora ci sia da capire sul meraviglioso ed incredibilmente complesso mondo della scienza del clima.

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Happy New Year folks!

[photopress:buonanno.jpg,thumb,pp_image]All’inizio del mese di giugno abbiamo cominciato l’avventura di Climate Monitor a carte scoperte. Le nostre intenzioni erano e sono quelle di seguire ed analizzare gli atteggiamenti del mondo dell’informazione sulla materia che ci appassiona e questo abbiamo cercato di fare. Ma forse anche noi, come la maggior parte di coloro che si occupano di questi argomenti, troppo presi dall’acceso dibattitto sugli anni a venire, abbiamo perso un pò di vista il breve e medio periodo. E allora, almeno in questo primo giorno dell’anno, ci sembra doveroso far omaggio a tutti quelli che ci hanno seguiti fin qui con tanta passione, di un pò di sana discussione meteorologica. Sorpresa, stiamo avendo un clima normale. Di più, non sta facendo più caldo dell’anno scorso (a dir la verità sarebbe difficile, ma in fondo ci avevamo creduto quasi tutti che sarebbe potuto accadere) . Sarà forse una conseguenza del fatto che dal 2001 le temperature medie globali sembra abbiano smesso di aumentare?

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