La situazione tropo-stratosferica è ormai verso l’apice del condizionamento descritto nel precedente Outlook. Così come indicato, sia nel testo di prognosi che nei commenti successivi, le prossime settimane risentiranno di un cambiamento le cui basi sono state poste proprio in questi primi quindici giorni di dicembre e che probabilmente porteranno al primo warming indicato nel precedente outlook di ottobre.
Ad oggi possiamo indicare che se tale warming si verificherà potrà essere classificato quale minor warming ed interesserà la zona orientale della Siberia attorno ai 60°N di latitudine determinando un riscaldamento alla quota isobarica di 10hPa di 25°C in circa una settimana tra Natale e Capodanno. La dinamica del suo probabile sviluppo la descriveremo qui a breve ma vorrei aggiungere che in relazione alla posizione che eventualmente assumerà potrà determinare i primi flussi meridionali convergenti in area polare con i primi seri disturbi al vortice polare stratosferico che sarà costretto ad un posizionamento fuori sede geografica. Questo potrebbe porre le basi per un successivo warming, anche di tipo principale, ma questo specifico aspetto mi riservo di analizzarlo meglio in un successivo aggiornamento dell’outlook.
Prima di entrare nella dinamica che si presuppone porterà a questo primo minor warming diamo uno sguardo all’andamento dell’indice AO in questi primi 18 giorni di dicembre che ricordo, nel primo outlook, essere stato previsto positivo proprio per il mese di dicembre. In figura 1 possiamo riscontrare l’andamento dell’indice AO la cui media del periodo 1-18 dicembre si è attestata al valore di +1,76, indicando un indice AO piuttosto positivo in linea con le attese.
Un mese di meteo – Gennaio 2014
Pubblicato da Guido Guidi Luigi Mariani il 12 Febbraio 2014L’elevatissima piovosità sul Centro Nord e la mitezza sono i caratteri salienti del gennaio 2014
Andamento circolatorio (**)
Il mese di Gennaio è stato dominato da un regime circolatorio atlantico (lo stesso proprio della seconda quindicina di dicembre 2013) che si è caratterizzato per il passaggio di perturbazioni in forma di saccature (depressioni a forma di V) che per interazione con sistemi montuosi che circondano il bacino (Pirenei, Alpi) hanno generato minimi di cutoff le cui traiettorie hanno localmente interessato anche l’Italia peninsulare e le isole maggiori. In particolare si evidenziano le due saccature maggiori rispettivamente transitate fra il 17 ed il 21 e fra il 29 ed il 31 gennaio e l’unica fase di prevalente stabilità registratasi fra il 6 ed il 13 gennaio. La topografia media mensile del livello barico di 850 hPa rende ragione di tali condizioni evidenziando il minimo depressionario nordatlantico mediamente localizzato a sud dell’Islanda e l’anticiclone delle Azzorre in posizione assai arretrata rispetto al Mediterraneo, con conseguente predominio sul Mediterraneo di un regime di correnti occidentali moderatamente diffluenti, le quali assumono curvatura ciclonica sull’area italiana.
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