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Tag: IEA

Lo sporco segreto delle policy climatiche

The dirty secret of climate policy, così inizia il post di Roger Pielke jr che oggi vi invito a leggere.

Ho deciso di proporvelo quando mi è capitata sotto gli occhi questa frase di Christina Figueres, Segretario Esecutivo dell’UNFCCC, presa però in un altro contesto:

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… stiamo ispirando i governi, il settore privato e la società civile alla più grande trasformazione che abbiano mai intrapreso. Anche la rivoluzione industriale è stata una trasformazione, ma non è stata guidata da una prospettiva centralizzata. Questa è una trasformazione centralizzata che sta avendo luogo perché i governi hanno deciso di aver bisogno di dare ascolto alla scienza.

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Raddoppio dell’idroelettrico: utile, ma modesto

di Roberto Vacca

Le fonti di energia sono distribuite nel mondo in modo disuniforme. In Italia importiamo la maggior parte dell’energia che consumiamo. Si discute sull’entità delle riserve di gas e petrolio – secondo alcuni stanno per esaurirsi: secondo me, no. L’energia nucleare comporta rischi – secondo alcuni aumentarne la produzione è la salvezza: secondo altri comporta rischi inaccettabili. Le quantità rilevanti sono molto grosse e le unità di misura usate sono tante. È arduo formarsi opinioni sensate. Occorre analizzare i numeri e ragionarci sopra.

La IEA (International Energy Agency – organizzazione indipendente finanziata da 28 Paesi, produce studi e avanza suggerimenti) sostiene [IEA, Technology Roadmap -Hydropower, Nov. 7, 2012] che per il 2050 la produzione mondiale di energia idroelettrica raddoppierà. L’aumento della potenza installata sarà di 1300 GW – equivalente a quella di 1300 grandi centrali elettronucleari. La IEA sottolinea che l’idroelettrico costituisce l’83% di tutte le energie rinnovabili prodotte oggi e fornisce il 17% dell’energia elettrica totale. Sostiene che occorrono politiche innovative per realizzare quel raddoppio – atto a conseguire un impatto notevole sulla situazione energetica mondiale. Vediamo che dicono i numeri.

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Emissioni: Nel 2030 gli USA raddoppiano.

Non più un’America del nord, ma due. Popolazione? Economia? Produzione industriale? Territorio? Niente di tutto questo, a raddoppiare saranno le emissioni di anidride carbonica.

Andiamo con ordine. L’International Energy Agency (IEA) ha emesso un nuovo report in cui si stima che nel 2030 le emissioni di CO2 arriveranno a 45Gt/anno, ben 5Gt in più della loro stima precedente compilata nel 2008. In sostanza, è come se si aggiungesse il contributo di un’altra realtà industriale come gli USA.

La stima attuale è quindi fortemente peggiorativa. Perché? Semplice: il rateo di aumento delle emissioni è stato molto superiore a quanto previsto. Più precisamente, a fronte di un incremento dell’1,5% all’anno della precedente stima IEA, c’è stato un aumento del 2,4% dal 2005 al 2010. Già, ma cosa se ne poteva sapere nel 2008? Giusto, però sarebbe stato utile tener conto del fatto che l’incremento annuo dal 1990 è stato dell’1,9%. L’attuale punto di partenza è quindi più alto di quello che avrebbe dovuto essere secondo le stime precedenti e quindi saltano fuori altre 5Gt di CO2 per il 2030.

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L’accordo non c’è ma c’è la crisi

Qualche mese fa abbiamo ipotizzato che la contingenza economica ed il conseguente calo della produttività che ha interessato il mondo intero si sarebbero probabilmente fatti…

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