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Tag: Hockey Stick

Da Marcott e Shakun, servizi di datazione e generazione Hockey Stick

Si trova di tutto nel panorama scientifico del clima, anche quello che potrebbe essere paragonato ad un temporary shop della datazione dei dati di prossimità. Avete delle carote di ghiaccio, dei sedimenti, qualcosa insomma da cui si possa tirar fuori una temperatura del passato la cui datazione non fa alla bisogna della vostra ricerca? Rivolgetevi a Marcott e Shakun, otterrete un servizio di revisione della datazione dei vostri proxy rapido ed efficiente, entrando in possesso di dati perfettamente attinenti a quello che vi siete riproposti di dimostrare.

 

Dunque, l’antefatto è questo, cioè il nuovo paper di Marcott et al. uscito su Science che riprone l’Hockey Stick di Michael Mann. Già nel nostro primo commento, avevamo accennato alle prime critiche che si aggiravano sulla rete. Ora c’è stato il tempo di approfondire e più si scava, più si capisce che siamo di fronte all’ennesimo esempio di pessima scienza.

 

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Il ritorno dell’Hockey Stick

Ebbene sì, a volte ritornano. Avete presente le trame horror generiche medie? Un crescendo di malefatte da parte del pazzo o del fantasma della situazione, poi l’ultimo dei buoni che riesce a salvare la pelle magari rispedendo il pazzo o il fantasma in questione da dove era venuto, poi scatta la doccia ristoratrice finale e…zac, scatta anche la coltellata definitiva subito seguita dai titoli di coda.

 

L’Hockey Stick di Michael Mann, la ricostruzione delle temperature emisferiche prima e globali poi, è probabilmente il pezzo di letteratura scientifica in ambito climatico attorno al quale si è più discusso e, climategate, insegna, anche litigato. Per quanti non dovessero avere ben presente di cosa parliamo c’è una pagina di wikipedia che, sebbene addolcita dal sapiente filtro dell’estensore poi privato dei diritti per qualche tempo, rende bene l’idea della situazione. Il punto su cui si è discusso di più e che soprattutto ha indebolito di più i risultati acquisiti da Mann, è stata la scelta dei dati di prossimità impiegati per la ricostruzione e il trattamento statistico degli stessi. Fatto sta che quella ricostruzione è stata un’icona del terzo report IPCC ed è stata invece eliminata dall’ultimo.

 

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Cercasi Nobel disperatamente

Nel dibattito sul clima continuano a volare gli stracci. Gli ultimi sono finiti in faccia a Michael Mann, ormai noto alle cronache molto più per i suoi discutibili atteggiamenti che per il peso delle sue determinazioni scientifiche.

Michael Mann è l’autore del famigerato Hockey Stick, ovvero del grafico divenuto l’icona del riscaldamento globale di origine antropica. Una ricostruzione molto contestata e, soprattutto, più volte aggiornata, tanto da aver perso gran parte della sua rappresentatività scientifica.

Qualche tempo fa ha anche pubblicato un libro il nostro Mann, un volume nel quale dichiara di sentirsi letteralmente in guerra con quelli che non la pensano come lui. Insomma, nel suo lavoro, così come nelle sue varie forme di divulgazione scientifica, Mann ha l’abitudine di esagerare un po’ le cose e di condire i risultati delle sue ricerche con quelli che il Conte Mascetti di “Amici miei” avrebbe definito “rinforzini”.

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Le menzogne climatiche

Sul Sole 24 ore è uscito un articolo del prof Carlo Rovelli molto discutibile. Iniza oggi la mia replica con due articoli introduttivi :” Le menzogne climatiche” e “divergenza addio! et conseguenze”, a cui seguirà la critica vera e propria all’articolo cioè ” Il catastrofismo del prof Carlo Rovelli: l’ingannato!”

Un piccolo elenco di menzogne e falsi allarmismi, sicuramente in difetto, che ci hanno propinato sul clima. Sono argomenti già trattati qui su CM ma è sempre been ricordali visto il catastrofismo dilagante e la follia del conto energia che pagheremo per 20 anni almeno.

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Michael Mann su Le Scienze: L’AMO spiega i cambiamenti del clima!

Uno scoop? Forse, ci arriviamo tra un po’. Andiamo con ordine.

La capacità di misurare il proprio atteggiamento, di non prendersi troppo sul serio, di concedere al prossimo una opportunità. Mancano del tutto a Michael Mann, intervistato da David Biello sull’ultimo numero di Le Scienze.

A colpi di mazza da hockey (solo per abbonati)

Una intervista a senso unico, un tributo incondizionato alle idee e, soprattutto, alle opinioni di uno tra i più controversi scienziati che il panorama climatico abbia offerto negli ultimi due decenni. Idee condivisibili o meno dal punto di vista scientifico, opinioni delle quali invece non ce ne potrebbe importare di meno, se non fosse chiaro come il Sole che sono le seconde a fornire carburante alle prime, con il placet e la condiscendenza di chi dovrebbe fare divulgazione scientifica e invece fa il supporter.

Come indicato accanto al titolo ed al link, il pezzo non è consultabile liberamente, ma cercherò di darvene conto comunque.

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La mazza che ammazza

Da questo articolo su Skeptical Science estraggo Il grafico delle forzanti che avrebbero agito nell’ultimo millennio tratte da questa pubblicazione di T Crowley1 il quale afferma che l’effetto serra si è già evidenziato al di sopra del livello di variabilità naturale nel sistema climatico.

http://www.skepticalscience.com/pics/Hockey_League_forcing.gif

Come si vede dal grafico le forzanti in quasi tutto il millennio sono bassissime, quasi piatte, tranne l’impennata finale del 1900 che origina la classica mazza da hockey (hockey stick). Se andiamo ad analizzare il valore delle forzanti, durante il periodo caldo medievale e la piccola era glaciale la differenza tra i due periodi è minima, meno di 0,5 Watt/mq, mentre la differenza tra il periodo medievale e quello corrente è quasi di 2 Watt/mq.

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  1. Thomas J. Crowley “Causes of Climate Change Over the Past 1000 Years” July 14, 2000 Science, 289: 270-277 []
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Dov’è l’Hockey Stick?

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Guido Travaglini è un ricercatore dell’Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Giurisprudenza, Istituto di Economia e Finanza. Ha pubblicato e postato sul web articoli di vario genere: macroeconomia, macrocriminologia, analisi delle componenti principali e climatologia. Ha un approccio econometrico dovuto agli insegnamenti di K.D. West (University of Wisconsin, Madison) e di M. Aoki (UCLA, Los Angeles). Il suo ultimo lavoro ha un titolo simile a quello di questo post:

Climate Change: Where is the Hockey Stick? Evidence from Millennial-Scale Reconstructed and Updated Temperature Time Series. (PDF)

Su mia richiesta ha accettato di riassumerne i contenuti per un guest post su CM. Buona lettura.

gg
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Ho di recente divulgato sul web un articolo intitolato “Climate Change: Where is the Hockey Stick? Evidence from Millennial-Scale Reconstructed and Updated Temperature Time Series”. Obiettivo dell’articolo è verificare se le temperature medie della Terra si siano significativamente modificate negli ultimi mille+ anni dando luogo ad un trend ascendente culminante nell’attuale “Global Warming” o “Recent Warming Period” (RWP), oppure abbiano manifestato fasi cicliche attorno ad un trend stazionario.

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