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Tag: Guido Guidi

Meteorologia e climatologia, convegno ad Allumiere

E’ con piacere che vi segnaliamo il 2° convegno di meteorologia e climatologia dedicato ai cambiamenti climatici, che si terrà ad Allumiere (provincia di Roma). Il convegno avrà luogo presso la sala nobile del palazzo Camerale, il giorno 21 febbraio p.v. alle ore 9.30. Di seguito il programma ed i relatori.

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Isole di calore

L’esperimento sulle isole di calore, lanciato da Guido Guidi su questo blog, non è fine a se stesso: ha sicuramente valore didattico e didascalico, ma vuole anche essere un momento per approfondire lo spesso bistrattato fenomeno delle isole urbane di calore. E’ per questo motivo che da oggi, partirà un breve ciclo di articoli di approfondimento sulla materia. Colgo l’occasione per riepilogarvi alcuni dati relativi all’iniziativa lanciata da CM.

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Quando ci si mette la sfortuna…

[photopress:eruzione.jpg,thumb,alignleft] Il 2 maggio scorso il vulcano Chaiten ha dato spettacolo entrando in fase eruttiva. Notizie ed immagini che hanno invaso la rete e delle quali trovate qui una bella raccolta dal sito web di Repubblica. E Naturalmente non poteva mancare You Tube. Le eruzioni vulcaniche sono a volte molto importanti per il clima. Quantità molto abbondanti (soprattutto biossido di zolfo) di cenere vulcanica in atmosfera possono cambiare gli equilibri del contributo della litosfera all’intero sistema.

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Anidride Carbonica e dintorni

[photopress:miracle3.jpg,thumb,pp_image] Recentemente mi sono imbattuto in alcuni approfondimenti sulla solubilità dell’anidride carbonica negli oceani come funzione delle temperature di superficie. Tra le migliaia di pagine che circolano sulla rete, ci sono due studi in particolare piuttosto chiari e leggibili. Affrontando questo tema in modo analitico e da prospettive abbastanza differenti, sia il Dr. Roy Spencer dell’Università dell’Alabama che il Prof. Lance Endersbee della Monash University in Australia, giungono a conclusioni molto simili: il fattore di correlazione tra le temperature di superficie degli oceani, largamente condizionate dalle fluttuazioni di medio e lungo periodo quali ENSO e PDO e la concentrazione di CO2 in atmosfera, è ben più alto di quanto non risulti dal confronto tra i medesimi valori di concentrazione e le ricostruzioni del trend della temperatura media globale.

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Non ce la possiamo fare

[photopress:Comics.JPG,thumb,pp_image]E’ da un pò che circola la voce che il clima stia andando verso un periodo di raffreddamento e che questo potrebbe anche essere già iniziato, tenuto conto del fatto che dal 1998 le Temperature Medie Globali hanno smesso di crescere e, più recentemente, hanno anche cominciato a scendere.

Sarà per il forcing interno esercitato dai bacini oceanici, sarà per il condizionamento esterno dell’attività solare attualmente in fase di declino, ma il raffreddamento in atto è sì per ora breve, ma è anche incontrovertibile, in quanto ampiamente documentato dalle serie di temperatura di superficie, dai telerilevamenti satellitari delle temperature del mare e della bassa troposfera e, ultime ma non meno importanti, anche dalle temperature delle profondità oceaniche.

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In vacanza su un’isola……di calore!

[photopress:population_small.gif,thumb,pp_image]Uno degli aspetti più controversi del dibattito sull’effettiva profondità della nostra impronta ambientale è senz’altro la comprensione del mix di variazione di destinazione d’uso del suolo, cementificazione, produzione di calore per attività industriali etc. etc., che la letteratura ambientale conosce come “Isola di calore urbana”. Eppure arrivare a comprendere quanto effettivamente possa essere pesante questo effetto è assolutamente necessario per comprendere il comportamento del clima anche a scala globale. Gli ultimi 150 anni, già sul banco degli imputati per aver visto crescere a dismisura le attività industriali e le conseguenti emissioni di gas ad effetto serra, hanno anche visto aumentare moltissimo l’urbanizzazione del territorio, e dove le popolazioni non si sono spostate in massa verso le città, in pratica sono queste ultime ad essersi spostate verso di loro. Pensiamo ad esempio alla Pianura Padana, una vasta area rurale divenuta ormai una zona urbana densamente popolata. Se dovessimo prendere in esame il trend della temperatura, quando esattamente si dovrebbe cominciare ad applicare delle correzioni ai valori osservati per essere sicuri di eliminare il “rumore” del calore prodotto dalle attività urbane?

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E’ solo questione di mercato…

[photopress:biocarburanti.jpg,full,pp_image] …Perchè il mondo si svegli. Si terrà a breve un meeting della FAO (Food and Agricolture Organization) per valutare l’impatto ambientale dell’impiego dei biocarburanti. Nell’attesa il relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo ha già affondato il colpo, con dichiarazioni di ostilità al massiccio impiego di biocarburanti che non lasciano molto spazio al dibattito. Soltanto pochi giorni fa l’intervento del Presidente Lula che invece ne difende a spada tratta la produzione. Tutto innescato dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di base che stanno perdendo molto del loro appeal agli occhi dei produttori, sempre più entusiasti di produrre vegetali per la mobilità piuttosto che per l’alimentazione.

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Bias o distrazione?

[photopress:monthly.png,thumb,pp_image] La fonte dalla quale abbiamo tratto quanto stiamo per raccontarvi non è nuova ad offrire spunti interessanti. Anzi si può dire che sia un’autentica spina nel fianco del movimento dell’AGW. Si tratta di Steve McIntyre, cioè colui che ha smascherato le nefandezze dell’Hockey Stick di Mann e soci e che ha costretto recentemente la NASA a rivedere le ricostruzioni dell’andamento della temperatura del secolo scorso, assegnando la palma (si fa per dire) di anno più caldo dei tempi recenti al 1934 e non al 1998, seppur con riferimento a quella piccola porzione di mondo che occupano gli Stati Uniti d’America. Insomma, un vero seccatore.

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Quando ci vuole ci vuole!

“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta.”

[photopress:Rubbia.jpg,thumb,pp_image] Queste le parole con cui lo scienziato Carlo Rubbia ha concluso una interessante intervista pubblicata oggi da “la Repubblica“. Alcuni mesi fa abbiamo già affrontato il tema delle risorse energetiche, sia per quel che riguarda la loro disponibilità, sia per la necessità di diversificazione e, ove possibile, rimozione di alcuni tabù che, con specifico riferimento al nostro paese, limitano non poco gli spazi per le decisioni.

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Ghiaccio o news alla deriva?

[photopress:Antarctica.jpg,full,pp_image] Nell’immagine qui di fianco è rappresentato il trend della temperatura sull’Antartide negli ultimi decenni. Ebbene sì, come abbiamo ricordato anche recentemente c’è una parte considerevole del mondo che, in barba alle continue esortazioni, sta subendo un consistente raffreddamento. Nella stessa immagine è evidente come tuttavia, il settore più occidentale di quest’area così grande, stia invece attraversando un lungo periodo di aumento delle temperature. Si chiama Penisola Antartica, ovvero il prolungamento del continente verso l’America Latina.

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Stratospheric Sudden Warmings

Ero appena un ragazzo quando ho cominciato ad interessarmi alla meteorologia. Non ricordo molto di quei giorni, salvo il fatto che, da adolescente quale ero, il contesto del corso di cultura aeronautica in meteorologia mi sembrava alquanto strano. Una cosa ricordo bene: “Ragazzi”– disse la persona che ci accolse il primo giorno- “il tempo e la meteorologia sono tutti nella parte più bassa dell’atmosfera, che si chiama troposfera”. Ma è proprio così? Direi di no, dato che se già alla metà del secolo scorso, più di qualcuno aveva cominciato a capire che le cose in effetti stanno diversamente. Nel tempo, molti processi chimici e fisici che riguardano la stratosfera sono stati riconosciuti come determinanti per lo strato sottostante e, quindi, per il tempo atmosferico e per il clima.

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2100 Fuga da New York…

[photopress:fuganewyork.jpg,thumb,pp_image] …O da Venezia, Amsterdam, New Orleans, Roma, insomma prepariamoci a scappare. Andiamo tutti a Cortina, è chic ed è anche parecchio alta sul livello del mare, non correremo il rischio di essere travolti dalle onde. Niente neve però, solo sterminati campi di margherite perchè ci farà davvero caldo. Da ciò deduciamo che non possiamo partire quest’anno perchè a Cortina ci sono 120 cm di neve ed i teneri fiorellini fanno fatica a sbocciare.

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Happy New Year folks!

[photopress:buonanno.jpg,thumb,pp_image]All’inizio del mese di giugno abbiamo cominciato l’avventura di Climate Monitor a carte scoperte. Le nostre intenzioni erano e sono quelle di seguire ed analizzare gli atteggiamenti del mondo dell’informazione sulla materia che ci appassiona e questo abbiamo cercato di fare. Ma forse anche noi, come la maggior parte di coloro che si occupano di questi argomenti, troppo presi dall’acceso dibattitto sugli anni a venire, abbiamo perso un pò di vista il breve e medio periodo. E allora, almeno in questo primo giorno dell’anno, ci sembra doveroso far omaggio a tutti quelli che ci hanno seguiti fin qui con tanta passione, di un pò di sana discussione meteorologica. Sorpresa, stiamo avendo un clima normale. Di più, non sta facendo più caldo dell’anno scorso (a dir la verità sarebbe difficile, ma in fondo ci avevamo creduto quasi tutti che sarebbe potuto accadere) . Sarà forse una conseguenza del fatto che dal 2001 le temperature medie globali sembra abbiano smesso di aumentare?

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Contrordine comp……no, meglio di no.

[photopress:Ci_risiamo.gif,thumb,pp_image]Questa volta ha esagerato, dobbiamo ammetterlo. Il volo pindarico che accomuna l’urgenza di agire nella causa comune della lotta al riscaldamento globale ad una nuova forma di antifascismo non è piaciuto proprio a nessuno, della serie scherza coi fanti e lascia stare i santi. E sì che il momento era propizio. Ritirare il Premio Nobel e sventolarlo dal palco della conferenza di Bali, un’occasione da non perdere. Che appunto il guru dell’ambientalismo ha perso, nello stile che la vignetta con cui inizia questo post gli riconosce impietosamente.

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