Questi primi giorni del mese di giugno non sono forse i più adatti per parlare di una diminuzione della frequenza di occorrenza delle perturbazioni alle medie latitudini, con lo sconcerto – in larga misura privo di fondamento – che pervade il comune sentire circa le vicende meteorologiche stagionali. Basterebbe però spostare l’attenzione un po’ più a est, verso un Europa orientale alle prese con un caldo decisamente anomalo, per scoprire che l’equazione meno ghiaccio = meno maltempo potrebbe essere fondata.
Questo non vuol dire che lo sia però. Piuttosto vuol dire, per l’ennesima volta, che il tempo atmosferico osservato a scale spaziali e temporali limitate non è mai in diretta relazione con il clima. E questo vale per le piogge e il fresco che stiamo sperimentando, come varrà, presumibilmente nella prossima estate, per il caldo che inevitabilmente si farà sentire.
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