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Tag: fakegate

World Bank, il clima (e i soldi) nelle mani giuste

Soltanto qualche giorno fa abbiamo rilanciato sulle nostre pagine un articolo apparso sul Il Foglio e firmato da Piero Vietti circa l’ultima fatica della parte più attiva del movimento salvapianeta, ovvero la pubblicazione di uno studio che avrebbe messo a nudo l’esistenza di una cartello di finanziamenti oscuri per sostenere la propaganda anti AGW, una banda di sordidi cospiratori intenzionati quindi a fregarsene del clima che cambia e cambia male per continuare a perseguire i loro loschi affari. Non è mia intenzione ritornare sulla totale assenza di senso del ridicolo del solito ricorso al cospirazionismodi questo genere di approcci, basti pensare per esempio che gli ordini di grandezza tra quanto viene speso per la ricerca e per la cosiddetta lotta ai cambiamenti climatici e quanto impiegato invece per chi sulla faccenda nutre qualche leggittimo dubbio sono talmente tanti da non poter essere calcolati.

 

Nel prossimo futuro, più precisamente a partire dal 27 gennaio e per la bellezza di quattro settimane avremo l’ennesima riprova di questa differenza. La World Bank, istituto sovranazionale che non credo necessiti di presentazioni, ha lanciato una massiccia iniziativa di propaganda climatica, il MOOC (Massive Open Online Course), ovvero un corso on-line appunto di quattro settimane la cui presentazione, rivolgendosi direttamente ai potenziali discepoli, suona così:

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Grazie Gleick!

E’ passata quasi una settimana dal tanto clamoroso quanto imbarazzante caso dei documenti sottratti (e uno falsificato sembrerebbe) dallo Heartland Institute. L’artefice ormai lo conosce il mondo intero, in quanto alla fine ha deciso di fare outing: è il celebre (ex) scienziato Peter Gleick. Nel perfetto stile moderno, di parole ne sono già state scritte a profusione. Noi oggi cercheremo di fare il punto della situazione e proveremo a mettere sul tavolo qualche riflessione in più.

Come è stato possibile il verificarsi di un evento come il “Fakegate”? Uno scandalo che, probabilmente, è il secondo peggior atto di autolesionismo da parte degli ambientalisti, dopo la tristemente famosa pubblicità dei bambini che saltavano in aria, perchè non allineati col pensero ambientalista (ve la ricordate? Se non erro uscì nel periodo del summit di Copenhagen).

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Ipocriclima

La blogosfera climatica (marò com’è antipatico questo modo di dire…) continua ad essere in subbuglio. Nel giro di una settimana si è passati da quella che sembrava dovesse essere un’autentica resa dei conti – sia nel senso figurato che in quello letterale del termine – tra credenti e scettici, con i primi a segnare finalmente il golden gol, al più clamoroso autogol della storia, con il re dei credenti che avendo già perso i vestiti con il climategate, ora più che essere nudo è trasparente.

Di tutte queste polemiche, che con il clima non hanno veramente nulla a che fare, quel che più disturba è la sfrontatezza con cui si riconosce a se stessi l’umana debolezza di lasciarsi condizionare dalla propria ideologia nel compiere attività che dovrebbero essere prive di qualsiasi condizionamento, leggi ricerca scientifica, dichiarando al contempo di farlo per cercare un confronto che si è invece ideologicamente evitato da sempre.

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This is the end

[blockquote cite=”The End – The Doors”]This is the end, beautiful friend / This is the end, my only friend, the end / Of our elaborate plans, the end / Of everything that stands, the end / No safety or surprise, the end / I’ll never look into your eyes Again[/blockquote]

Beh, almeno il Climategate era vero.

Volano gli stracci nel dibattito sul clima. E vola anche la carta bollata. Mail, messaggi, documenti confidenziali e quant’altro poi, volavano già da un pezzo. Da anni si dice che il dibattito sia concluso, pare invece che un dibattito non ci sia proprio mai stato.  E non perché non ce ne sia la sostanza, quanto piuttosto perché si è passati direttamente allo scontro esacerbato. Ne abbiamo avuto prova anche su queste pagine, anche molto recentemente. Una occasione in cui la pubblicazione di un nostro post ha suscitato reazioni a dir poco smisurate degli ambienti mainstream. Accuse, delazioni, derisione, tutto, ma proprio tutto, tranne la discussione sul merito. Cosa che per fortuna è invece avvenuta proprio in calce al post per l’intervento di due delle firme dell’articolo scientifico che si discuteva. E meno male.

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