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Tag: Dibattito scientifico

Se vedi qualcosa, dì qualcosa…purché sia quello che vedo io

Nel post di oggi, tra le altre cose, avrei una richiesta da fare alla comunità dei nostri lettori, siano essi occasionali o abituali. Non si tratta di una esigenza strettamente funzionale all’argomento, però in qualche modo mi aiuta ad introdurlo. Qualcuno è in grado di spiegarsi come funziona il flusso, se esiste in modo strutturato, delle informazioni scientifiche verso le autorità amministrative nel nostro Paese? Ovvero, come si informano ad esempio i Presidenti delle Regioni, cui è devoluta una parte consistente dell’autorità legislativa in materia ambientale, e il Governo e le Camere, cui spetta quel che resta? Ci sono agenzie che producono dati chiamate ad intervenire in modo regolare o su necessità, ci sono particolari appuntamenti istituzionali in cui si affrontano questi temi, ci sono delle figure professionali utilizzate come consulenti etc etc?

 

La mia curiosità, che penso di condividere con parecchi di quelli che leggeranno, nasce dal fatto che, nel ricercare le informazioni per le nostre pagine, mi imbatto nella maggior parte dei casi in materiale che viene da fonti straniere, soprattutto statunitensi. Da quelle fonti, molto spesso, capita di leggere in occasione della discussione di atti legislativi importanti ora di questa ora di quella audizione alle camere di scienziati e ricercatori dei settori oggetto di quegli atti legislativi. C’è di più, quelle audizioni, probabilmente nel rispetto di un sistema politico tipicamente e saldamente bipolare, avvengono sempre in forma di dibattito tra esperti appartenenti a diverse correnti di pensiero. Le questioni climatiche, strettamente connesse con quelle ambientali, naturalmente non fanno eccezione. Anzi, semmai dato il livello di contaminazione politica del dibattito sul clima che si è raggiunto, sono quelle che ricorrono più di frequente.

 

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Richard Lindzen: La scienza è oggi in grado di rispondere alle domande?

Il Talkshop di Tallbloke ha pubblicato la revisitazione di un articolo del 2008 di Richard Lindzen, un saggio che non ha affatto perso le sue caratteristiche di attualità, anzi, con tutto quello che è successo da allora ad oggi – climategate, varie conferenze delle parti fallite miseramente, crollo dell’attenzione politica, sempre maggiore isolamento delle torri d’avorio del clima rispetto alla realtà di quello che accade e, ultimo ma non meno importante, il 28gate di questi giorni – le ha ulteriormente accresciute.

Si parla di deriva della scienza, di passaggio dall’opposizione dialettica tra la teoria e le osservazioni all’enfasi sui programmi di simulazione e osservazione. Si parla di un sistema che da decenni persegue una politica autoreferenziale attraverso la penetrazione di attivisti nelle istituzioni scientifiche, attraverso il lobbysmo e attraverso l’accapparramento di tutte le risorse disponibili e la ‘scientifica’ politicizzazione del dibattito scientifico, con tanto di organi politici creati appositamente ai massimi livelli istituzionali. Risorse che sono cresciute a dismisura con gli scienziati che sono passati – o magari scesi nel mondo reale come dice Lindzen – dalla ricerca della gratitudine della società all’utilizzo della paura per ottenere consensi e quindi sostegno.

Il risultato? Una potenziale inadeguatezza dello strumento scientifico a contribuire fattivamente al progresso ed alla soluzione di problemi reali.

Questo che segue è l’abstract:

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This is the end

[blockquote cite=”The End – The Doors”]This is the end, beautiful friend / This is the end, my only friend, the end / Of our elaborate plans, the end / Of everything that stands, the end / No safety or surprise, the end / I’ll never look into your eyes Again[/blockquote]

Beh, almeno il Climategate era vero.

Volano gli stracci nel dibattito sul clima. E vola anche la carta bollata. Mail, messaggi, documenti confidenziali e quant’altro poi, volavano già da un pezzo. Da anni si dice che il dibattito sia concluso, pare invece che un dibattito non ci sia proprio mai stato.  E non perché non ce ne sia la sostanza, quanto piuttosto perché si è passati direttamente allo scontro esacerbato. Ne abbiamo avuto prova anche su queste pagine, anche molto recentemente. Una occasione in cui la pubblicazione di un nostro post ha suscitato reazioni a dir poco smisurate degli ambienti mainstream. Accuse, delazioni, derisione, tutto, ma proprio tutto, tranne la discussione sul merito. Cosa che per fortuna è invece avvenuta proprio in calce al post per l’intervento di due delle firme dell’articolo scientifico che si discuteva. E meno male.

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