Gli antichi romani veneravano, tra gli altri, un Dio della fertilità agricola: Stercuzio o Dio dello sterco, pur affidandosi alle preghiere verso una divinità avevano già capito che la fertilità dei terreni dipendeva dalla concimazione organica. Avevano infatti constatato che il letame, soprattutto ovino ma anche bovino e equino, utilizzato per concimare i campi e gli orti, aumentava la produzione e rendeva gli ortaggi e la frutta più saporiti.
Purtroppo gli agricoltori moderni preferiscono ai reflui i concimi minerali di sintesi come l’urea che però peggiora la fertilità dei terreni soprattutto quelli dove è massima l’asportazione di sostanza organica dai terreni, cioè i terreni a foraggi ma anche i terreni dove si asportano paglie o stocchi. Questo è l’inizio della relazione alla fiera di Cremona di un decano dell’agronomia italiana il prof. Tommaso Maggiore che insegna all’università di Milano.
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