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Tag: Cereali

Leggi La Stampa che ti passa…la fame!

In realtà quella che viene meno prima è la voglia di leggere. Così La Stampa il 28 febbraio scorso:

Riscaldamento globale diminuirà produzione cereali

Vediamo un po’, pare siano le anticipazioni della seconda tranche del 5° rapporto dell’IPCC. Dopo le basi scientifiche presentate lo scorso autunno è ora la volta degli impatti. Tra questi, in un mondo più caldo (che però non si scalda più ma questa è un’informazione accessoria), spicca la prevista drastica riduzione della produzione cerealicola, cioè dei prodotti alla base della catena alimentare. Il 2% ogni dieci anni, con annessa perdita di 1.450 mld di dollari.

 

Così, sempre La Stampa, il 3 ottobre scorso:

Cereali, sarà un 2013 da recordProduzione al massimo storico

Eh sì, in quello che alla fine abbiamo scoperto essere stato il 4° anno più caldo la produzione cerealicola era in ottobre avviata verso il massimo storico. Se poi ci sia arrivata non lo so, ma di sicuro non è stato un anno di carestia.

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Wall Street – Il grano non dorme mai

di Fabio Spina

Era l’estate scorsa gli USA sono stati colpiti da una siccità del livello di quella descritta nel famoso e bellissimo romanzo dal titolo “Furore” dello scrittore statunitense John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura del 1962, pubblicato nel 1939 a New York. I titoli degli articoli su quanto stava accadendo erano del tipo:

Siccità 2012: è globale e ci saranno guerre per fame” o “Stati Uniti: per l’emergenza siccità prezzi agricoli alle stelle” o “La siccità negli Usa accende il rischio di crisi alimentare” (Il Sole 24 Ore) o “La siccità “brucia” frumento, mais e soia nel mondo torna l’allarme prezzi” (La Repubblica).

 

Ci si chiedeva di quanto sarebbero aumentati i prezzi delle commodities agricole, più di qualcuno prevedeva che

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Sull’orlo del disastro

Di catastrofismo ne abbiamo parlato spesso (e malvolentieri). Chi ci conosce sa che preferiamo ragionare a mente fredda sugli eventi, così come sa che invece ci “disturba” la notizia urlata e l’annuncio della catastrofe prossima ventura. Personalmente ritengo che a forza di urlare alla catastrofe, si genera una tale assuefazione nei lettori, tale da ottenere un danno doppio: primo, non gliene importa più niente a nessuno, secondo, quando arrivano le vere catastrofi, nessuno se ne accorge (finchè non sia troppo tardi).

Tutto questo preambolo per dire cosa? E’ semplice: per la terza volta in 5 anni potremmo essere prossimi ad un baratro, ad una catastrofe umanitaria prima e chissà cosa poi.

Che questo 2012 sia stato un anno a dir poco periglioso per i raccolti di mezzo mondo è un dato di fatto innegabile (peraltro Guido Guidi ne ha parlato più volte nelle ultime settimane, qui su CM e in particolare negli ultimi giorni sono stati approfonditi proprio questi stessi temi, a riprova che l’argomento è veramente un hot topic). Che cosa sta per accadere? Prima un breve riassunto dei fatti.

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