Il mio SUV, ma anche il vostro o, se preferite, la vostra utilitaria, è un jet. Ma non nel senso del motore a reazione, piuttosto nel senso del jet stream, ossia il veloce flusso ad alta quota che separa l’aria polare da quella delle medie latitudini e quest’ultima dall’aria sub-tropicale.
Il jet stream, o corrente a getto, è il motore della circolazione atmosferica a livello emisferico, dove il calore ricevuto dal Sole ne è invece il carburante. Volendo potremmo andare avanti parecchio con i paragoni tra un mezzo meccanico e la circolazione dell’aria attorno al Pianeta, ma per il momento ci fermiamo qui.
Ci basti sapere che le oscillazioni latitudinali e longitudinali della corrente a getto polare determinano la rotta delle perturbazioni. Quella che stiamo vivendo per esempio è una stagione che sta vedendo il getto polare muoversi a latitudini piuttosto basse, sicché le perturbazioni viaggiano basse e la stagione è piuttosto piovosa. I “puristi” del meteo mi perdoneranno per questa descrizione a dir poco grossolana, ma ne avevo bisogno per preparare l’argomento di oggi.
Un mese di meteo – Marzo 2013
Pubblicato da Guido Guidi Luigi Mariani il 11 Aprile 2013IL MESE DI MARZO 2013*
Nel mese di marzo hanno prevalso condizioni di instabilità intervallate da brevi e temporanee stabilizzazioni. In complesso piovosità anomalmente abbondante su gran parte dell’area, accompagnata da anomalia negativa al settentrione, specie nelle massime. I flussi alla media troposfera sono stati caratterizzati da una elevata velocità per il flusso secondario, che ha mantenuto anche una accentuata zonalità, e da una circolazione molto più lenta per l’area di transizione. Gli indici barici di riferimento per l’area Euro-Mediterranea (AO e NAO) si sono mantenuti in territorio negativo, in particolare l’Oscillazione Artica ha raggiunto valori molto bassi, favorendo la persistenza, anche sulle medie latitudini Europee, di una massa d’aria continentale di origine polare. Ne è risultato un periodo anomalmente freddo per gran parte dell’Europa, con anomalie negative dai tempi di ritorno pluridecennali anche per il Regno Unito. In area mediterranea, la zonaliltà del flusso secondario ha tuttavia mitigato in parte gli effetti di una tale struttura circolatoria.
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