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Tag: El Niño

La Barriera di Primavera

Negli ultimi tempi ci è capitato più volte di far riferimento ell’ENSO, l’indice che descrive le oscillazioni delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale. Quelle oscillazioni, come sanno molti di quelli che ci seguono, si realizzano attraverso tre fasi, che non si susseguono con una sequenza specifica, hanno una frequenza di occorrenza piuttosto casuale e, una volta innescatesi, durano solitamente per molti mesi, restando però sempre nell’ambito del breve periodo climatico. Stiamo parlando di El Nino, de La Nina e delle condizioni di neutralità. Nel lungo periodo, invece, interviene una diversa oscillazione, la PDO (Pacific Decadal Oscillation, 20-30 anni di ciclo) che favorisce a seconda del suo segno la prevalenza di una delle due fasi diverse dalla neutralità.

 

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A volte ritornano

Ci sono cose nel clima del nostro pianeta che a volte ritornano. Non si sa bene né come né perché, ma ritornano. Tra queste, quella appartenente alla scala climatica più breve e responsabile della maggior parte della variabilità interannuale che si conosca, l’ENSO (El Niño Southern Oscillation) è la più affascinante. L’ENSO racchiude fenomeni ciclici ma del tutto aperiodici noti come El Nino e La Nina, rispettivamente fase calda e fredda (o neutra accentuata) delle temperature di superficie dell’Oceano Pacifico equatoriale.

 

L’enorme quantità di calore in gioco negli spostamenti di acque a diversa temperatura attraverso l’oceano più esteso che identificano queste fasi, sono notoriamente anche associate all’occorrenza  e allo spostamento di eventi atmosferici intensi, specie per le aree a diretto contatto con quella porzione di oceano. Quando l’ENSO è in condizioni di neutralità, c’è una differenza di temperatura tra le acque del settore ovest e quello est dell’oceano accentuata in favore del settore ovest, cioè a contatto con l’India e l’Indonesia. Quando arriva La Niña, questa differenza diviene molto accentuata e con essa si accentuano i fenomeni intensi sulla costa ovest del Pacifico. Quando arriva El Niño, viceversa, questa differenza diminuisce, l’acqua calda, normalmente tenuta a ovest dagli alisei, si estende verso est, e con essa si estendono alla costa est del Pacifico gli eventi intensi. Accade inoltre, che tanto la fase fredda, quanto la fase calda, possano essere più intense di quel che normalmente accade. Ad esempio, nel 1983/85 e nel 1997/98, ci sono stati due tra gli El Niño più forti che si ricordino e che le serie storiche di questi eventi abbiano registrato. Con essi, ovviamente, sono arrivati eventi atmosferici ancora più intensi, sia in termini di precipitazioni, che di temperature, che di siccità, a seconda delle zone.

 

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Clima, la stagione dell’incertezza

Intendiamoci, quando si parla di evoluzione del clima nel breve periodo, tipicamente quello stagionale, l’incertezza regna sempre sovrana, perché gli strumenti di cui disponiamo attualmente pur essendo migliorati molto negli ultimi anni, continuano ad essere davvero poca cosa. Ci sono però delle fasi anche molto prolungate in cui questa incertezza aumenta in modo considerevole. Quella che stiamo vivendo negli ultimi mesi è una di quelle.

 

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un post in cui davamo conto di un interessante lavoro portato avanti da un gruppo di studiosi/appassionati italiani. Senza tornarci su più di tanto, se credete tornate a leggerlo, nell’incipit di quel post e di quello studio, si parla del ruolo determinante che giocano negli attuali modelli di previsione stagionale le dinamiche dell’indice ENSO (El Nino Southern Oscillation), cioè di quel particolare pattern climatico essenzialmente guidato dalle temperature di superficie del mare che ha luogo sull’Oceano Pacifico equatoriale.

 

Oltre ad essere assolutamente e direttamente determinante per il carattere che assumono le stagioni sulle due sponde del Pacifico, l’ENSO, modulando il trasporto di calore verso l’alto da una parte all’altra di quello che è il più grande serbatoio di calore di cui dispone il pianeta, è in molti modi responsabile anche del carattere che assumono le stagioni in aree molto lontane dal Pacifico equatoriale, quindi anche alle medie latitudini europee. Questo collegamento, pur importante in valore assoluto, è però molto labile e di difficile e spesso impossibile determinazione, di qui le difficoltà che i modelli climatici per le previsioni stagionali sperimentano alle nostre latitudini. Una labilità che diviene imperscrutabile quando l’ENSO assume valori neutri per periodi molto prolungati, appunto come sta accadendo ormai da diversi mesi. C’è di più, la NOAA, che monitorizza con costanza l’evoluzione dell’ENSO ed emette anche degli outlook di lungo periodo, prevede che le attuali condizioni di neutralità si protrarranno probabilmente almeno fino alla prossima primavera. In poche parole, per i prossimi mesi, non si prevede che arrivino né El Nino, né La Nina, le due fasi rispettivamente calda e fredda delle oscillazioni dell’ENSO. Non sarà quindi possibile nel breve pariodo associare alcuna teleconnessione nota e significativa per l’evoluzione delle prossime stagioni all’evoluzione delle dinamiche climatiche dell’area equatoriale del Pacifico.

 

Sorge a questo punto una domanda piuttosto scontata. Quando e perché dovrebbero tornare ad insorgere condizioni più chiare, per esempio una fase calda (El Nino)?

 

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El Niño, il Sole e il Mare

Qualche giorno fa abbiamo letto un documento dell’OMM con il quale si annuncia l’imminenza dell’affermarsi di condizioni di El Niño per le prossime settimane. Una previsione che non stupisce perchè in effetti la transizione del segno dell’ENSO è iniziata già da qualche mese. Dunque l’Oceano Pacifico equatoriale, lo “scaldabagno” del pianeta sta per tornare a scaldarsi, cioè a presentare significative anomalie positive nello strato superficiale. Nel comunicato stampa dell’OMM però, l’elemento di novità è rappresentato dal fatto che l’evento che si prevede dovrebbe essere piuttosto debole e anche non particolarmente lungo. Nell’immagine sotto troviamo una efficace raccolta di tutte le simulazioni modellistiche disponibili.

http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/enso_advisory/ensodisc.pdf
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NOAA: El Niño forse in arrivo. GISS: Caldo in arrivo di sicuro!

La NOAA ha emesso un El Niño Watch. Tecnicamente si tratta di un messaggio prodotto quando salgono le probabilità che nel Pacifico equatoriale si generino le condizioni di riscaldamento delle acque di superficie, evento appunto definito El Niño.

Attualmente l’ENSO, ossia l’indice con cui si definiscono le oscillazioni delle SST (Sea Surface Temperature) di quella zona del Pianeta, è in zona neutra. Cioè, dopo parecchi mesi di valori positivi, che corrispondono ad un raffreddamento delle SST noto come La Niña, sta avvenendo la transizione verso valori negativi.

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Convergenze ed Evidenze

La Zona di Convergenza Intertropicale non è sempre stata nella sua attuale posizione, ma ha subito uno spostamento verso nord documentato dalle sedimentazioni geologiche della zona equatoriale ed intertropicale. Il clima dell’area ha subito delle importanti modifiche anche in tempi relativamente recenti, a testimonianza di un’evoluzione continua e soprattutto coincidente con le fasi climatiche storicamente note del pianeta. Un interessante lavoro di documentazione che ci fa capire quanto ancora ci sia da capire sul meraviglioso ed incredibilmente complesso mondo della scienza del clima.

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