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Tag: Al Gore.

La belle verte

La belle verte - Un film di Coline Serreau

Nel 1996, la regista e attrice francese Coline Serreau girava il film “La belle verte” (uscito in Italia con il titolo “Il pianeta verde”). La critica, a livello globale, non ha accolto positivamente la pellicola, il pubblico, al contrario, è stato generalmente più benevolo. Veniamo alla trama che, come avremo modo di vere, è interessante e fornisce diversi spunti di riflessione.

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L’effetto Iris

Le dinamiche del sistema clima ruotano tutte attorno al concetto di bilancio radiativo, ovvero allo scambio di energia tra il pianeta Terra e lo spazio. E’ ormai noto che questo bilancio è per noi positivo, cioè, il pianeta assorbe e sfrutta per le sue dinamiche interne più energia di quanta non ne emetta. Circa i due terzi della radiazione ricevuta, restano infatti a disposizione sotto forma di calore in atmosfera, negli oceani e sulle terre emerse, favorendo il riscaldamento del nostro habitat. Questo rende il pianeta adatto alla vita per come la conosciamo.

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Impegno finto soldi veri

[photopress:Le_ferie_di_Al.jpg,full,alignleft] Passi che il riscaldamento globale si è preso le ferie, passi che malgrado gli sforzi dei professionisti della sventura il ghiaccio artico estivo è stato quest’anno più abbondante dell’anno scorso, passi che il sole non ne vuol sapere di tornare a soffiare sulla fornace del global warming, ma il crack finanziario proprio no, non se lo aspettavano. Possibile che chi azzarda previsioni climatiche a cento anni non abbia saputo prevedere il disastro economico con appena un anno di anticipo?

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Game over?

Lo “scetticismo” climatico è una posizione moralmente indifendibile. Il dibattito è concluso, e lo è già da qualche tempo, in particolar modo su questo blog. Cancelleremo ogni commento che negherà la schiacciante preponderanza del consenso scientifico circa il cambiamento climatico, proprio come cancelleremmo commenti che mettano in dubbio la veridicità dell’Olocausto, o le uguali capacità mentali e il valore dell’essere umano nelle diverse etnie. Questi “dibattiti” sono semplicemente il tentativo moralmente indifendibile di nascondersi dietro il concetto di tolleranza intellettuale. Quindi, se sei uno scettico, potresti anche essere ben intenzionato, e sicuramente la tua opinione è la benvenuta, ma noi non ne siamo interessati.

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Preferisco il blu

“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario.”

George Orwell (1903-1950)

[photopress:blu.JPG,thumb,pp_image] Alcuni mesi fa ho già affrontato il tema del consenso, cercando di entrare nel merito delle dinamiche del lavoro di collezione e diffusione delle informazioni svolto dall’IPCC, specialmente nel corso degli ultimi anni. Sembrava quasi che si potesse invertire la tendenza, che i toni del dibattito mediatico sul riscaldamento globale potessero cambiare di segno, consentendo di sostenere le proprie opinioni a parità di condizioni, anche a quella parte del mondo scientifico che la pensa in modo diverso.

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2100 Fuga da New York…

[photopress:fuganewyork.jpg,thumb,pp_image] …O da Venezia, Amsterdam, New Orleans, Roma, insomma prepariamoci a scappare. Andiamo tutti a Cortina, è chic ed è anche parecchio alta sul livello del mare, non correremo il rischio di essere travolti dalle onde. Niente neve però, solo sterminati campi di margherite perchè ci farà davvero caldo. Da ciò deduciamo che non possiamo partire quest’anno perchè a Cortina ci sono 120 cm di neve ed i teneri fiorellini fanno fatica a sbocciare.

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Contrordine comp……no, meglio di no.

[photopress:Ci_risiamo.gif,thumb,pp_image]Questa volta ha esagerato, dobbiamo ammetterlo. Il volo pindarico che accomuna l’urgenza di agire nella causa comune della lotta al riscaldamento globale ad una nuova forma di antifascismo non è piaciuto proprio a nessuno, della serie scherza coi fanti e lascia stare i santi. E sì che il momento era propizio. Ritirare il Premio Nobel e sventolarlo dal palco della conferenza di Bali, un’occasione da non perdere. Che appunto il guru dell’ambientalismo ha perso, nello stile che la vignetta con cui inizia questo post gli riconosce impietosamente.

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