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Tag: Fonti fossili

L’Europa tra fabbisogno energetico ed emissioni

di Gianluca Alimonti

Alla base di qualunque attività umana vi è l’energia: volendo mantenere una propria autonomia politica, economica e culturale, l’Europa si deve assicurare un adeguato approvvigionamento che garantisca l’indipendenza energetica.

Sino a qualche secolo orsono la domanda energetica era piuttosto limitata: le poche rinnovabili ed il legname erano sufficienti ed anche quando l’invenzione della macchina a vapore ha rivoluzionato la società, il carbone autoctono europeo bastava a soddisfare la domanda. Oggi l’enorme crescita delle richieste energetiche ha rivoluzionato completamente il panorama mondiale e dal grafico seguente si osserva quali siano le potenze emergenti e quali quelle in declino.

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Uno sguardo sul futuro dell’energia

Due notizie sugli idrocarburi hanno attratto la mia attenzione nell’ultimo mese. L’ultima, e più rilevante, dice che l’International Energy Agency ha rilasciato uno studio con alcune previsioni di scenario sull’energia nei prossimi decenni. I fatti salienti sono stati riportati, ad esempio, dal Financial Times e da Reuters. Vi invito a leggere i riferimenti citati dove c’è dovizia di particolari. In sostanza, l’IEA prevede che nel giro di cinque anni gli USA raggiungeranno Russia e Arabia Saudita nella produzione di petrolio; questo paese, tuttavia, riprenderà il primato
intorno al 2035, grazie a continui aumenti di produzione. Per gli USA saranno fondamentali i contributi alla produzione dati dal cosiddetto petrolio alternativo (ad esempio prodotto grazie al “fracking”), tanto che il paese potrebbe raggiungere l’autosufficienza energetica nel 2035. Per quanto riguarda il prezzo, normalizzato all’inflazione, per il 2035 si
prevede una forchetta tra i 125 e i 145 dollari (in valuta attuale) per barile; un costo che, nel caso peggiore, è sostanzialmente allineato ai record di quattro anni fa, quindi sostenibile. Non male per una fonte energetica di cui i guru ambientalisti avevano previsto il picco (più volte in passato, sbagliando) e la rapida obsolescenza. A completare il
panorama, lo studio sostiene che “i combustibili fossili rimarranno dominanti in generale nel mix energetico globale” e la quota del carbone diminuirà solo marginalmente nel 2035.

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Mirror posting: La repubblica Verde tende al fallimento

Questo post di Vito Punzi è uscito ieri l’altro su La Bussola Quotidiana.

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La realtà industriale tedesca legata alla produzione di energia solare sta vivendo una situazione per certi versi drammatica: appena qualche giorno fa ha annunciato l’avvio della procedura d’insolvenza il gruppo Q-Cells e si tratta del quarto grande fallimento nel giro di pochi mesi in Germania, dopo Solarhybrid, Solar Millennium e Solon. Per provare a capire cosa stia succedendo nel contesto della politica energetica tedesca occorre ripartire da Fukushima, dalle ripercussioni che quell’evento ha avuto in Germania. Va detto subito: l’avaria subita da quella centrale nucleare, l’anno scorso, non ha provocato alcun cambiamento nel contesto delle centrali nucleari tedesche.

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Cap and Trade e Bolla Speculativa o Carbon Tax e Recessione?

Il Sole24Ore è un quotidiano finanziario, gli interventi, si tratti di cronaca, politica o altro, strizzano sempre l’occhio agli aspetti economici di quanto riportato. Così…

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