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Il clima non è lineare, ma l’editoria lo è?

All’inizio di quest’anno il lavoro di Steig et al. sul riscaldamento del continente antartico ha suscitato grande interesse e non poche critiche. Una di queste è stata sollevata anche da un gruppo di ricercatori italiani che hanno presentato una “Brief Communication Arising” alla redazione di Nature, la rivista che ha ospitato il lavoro di Steig. Le obiezioni, pur giudicate pertinenti, non sono però state pubblicate. Paolo Mezzasalma, uno degli autori, ci spiega com’è andata, ponendosi e ponendovi qualche interrogativo.

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Il falso mito dei lavori verdi

Va di moda. Ormai è tutto verde e ciò che è verde e buono e giusto. Dall’alimentazione allo stile di vita, dall’energia ai posti di lavoro. Viene da chiedersi come mai l’uomo non ci abbia pensato prima, basta apporre i prefissi eco- o green- e il mondo cambia. L’ultima eco-rivoluzione sta avvenendo nel campo dell’occupazione.

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Un pazzo? Ma qui è pieno di pazzi!

Ma il livello dei mari sale o no? Secondo le proiezioni del Panel Intergovernativo delle Nazioni Unite non ci sono dubbi, l’innalzamento del livello dei mari rischia di essere l’effetto più dirompente delle modifiche indotte dal riscaldamento globale, secondo chi ha curato molti dataset di osservazione invece non ci sarebbe traccia di alcun aumento, nè questo è probabile che si verifichi. A chi dare ascolto?

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Sole sulla Laguna Veneta

Potrebbe essere l’incipt di una previsione a scala locale, peraltro quanto mai attuale. Su queste pagine però, di previsioni ne facciamo molto poche e, quindi, non sarà  questo il caso. Quel che ci interessa è piuttosto quanto pubblicato recentemente da un gruppo di ricercatori italiani1 dell’Università  di Venezia sul Journal of Geophysical Research.

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  1. Zanchettin, Rubino, Traverso e Tomasino – Dipartimento di Scienze Ambientali []
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Ad ogni era il suo modello

La formulazione di sentenze definitive non può prescindere da un appropriato livello di comprensione scientifica, perchè la realtà, per dirla in breve, supera sempre l’immaginazione. E così, il modello fotochimico che si riteneva sufficiente – fatta salva la concorrenza di un fenomeno “sconosciuto”- a spiegare le dinamiche della deplezione dello strato di ozono, è messo in seria discussione da fattori che solo un approccio necessariamente riduttivo come quello della simulazione numerica può considerare non significativi in quanto solo in apparenza esogeni al sistema.

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CO2, tassarla o scambiarla?

Proseguiamo con l’analisi dei due modelli economici più famosi per affrontare la riduzione delle emissioni antropiche ad effetto serra. L’argomento è di stringente attualità , visto il dibattito in corso negli Stati Uniti. Tempo fa abbiamo affrontato qui la teoria, oggi cercheremo di andare più a fondo per comprendere luci e ombre di ciascuno dei due sistemi ed, eventualmente, per capire quale sia il migliore tra i due.

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Scienza o scienzocrazia?

Oggi ospitiamo una nuova firma su Climate Monitor, Paolo Mezzasalma, dell’ARPA EMR. Un altro che ha dimenticato di passare a ritirare il patentino di climatologo e quindi, come me, gira con un semplice foglio rosa di “persona informata dei fatti”. Qualcuno potrà pensare che non sia sufficiente, qualcun altro invece troverà eccessive le sue considerazioni. Personalmente, non posso fare a meno di rilevare che molto di quanto riportato in questo articolo è parte del pensiero fondante di questo blog.
Buona lettura, gg.

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Un Sistema elettrico fatto in casa

Quanto ne sappiamo sul mondo dell’energia? Siamo sicuri di conoscere quei concetti base senza la padronanza dei quali è inutile tentare di affrontare ogni genere di discussione? io personalmente no, per cui ho chiesto ad Angelo, un operatore del settore nonchè nostro lettore di chiarirmi un pò le idee. Si apre un mondo talmente complesso da scoraggiare qualsiasi tentativo di cambiamento. Eppure le cose dovranno cambiare molto e molto in fretta, forse non per intraprendere improbabili azioni di mitigazione climatica, ma piuttosto per far fronte alla prossima indisponibilità delle risorse fossili, che hanno sin qui garantito una vasta disponibilità di energia a buon mercato che non è affatto scontata nel prossimo futuro.

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Acrobazie

Il minimo solare non accenna a terminare, il prosimo ciclo solare sarà probabilmente molto più debole di quanto previsto. Questo potrebbe avere delle importanti ripercussioni sul clima, come avvenuto già alcuni secoli fa. Ma la macchina del global warming non può fermarsi e già ora c’è qualcuno impegnato in una negazione preventiva delle dinamiche che questa fase solare potrebbe innescare. liberi di farlo ovviamente, peccato che ad ospitare questa strategia sia il National Geographic.

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Carbon trading contro carbon tax

Il tema è assolutamente attuale, l’abbiamo detto altrove in questo sito, ormai molti (anche se non più tutti) climatologi sono certi che la causa principale dei cambiamenti climatici sia l’anidride carbonica (di origine umana) e sempre gli stessi climatologi stanno discutendo quale sia il sistema economico-politico migliore per risolvere il problema. In attesa che gli stessi di cui sopra ci forniscano indicazioni sulle nostre abitudini alimentari, di spesa e perchè no di pianificazione familiare, ritengo sia opportuno fare un passo indietro per conoscere più da vicino i due sistemi attualmente presi in considerazione: la fantomatica carbon tax, e il “democratico” (come lo definì qualche lettore di CM) carbon trading.

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Aprile 2009, andamento termico

Eccoci per l’ormai consueto aggiornamento mensile sull’andamento delle temperature. Ad oggi disponiamo del solo dato di RSS (Remote sensing Sytem), fatto peraltro piuttosto consueto, essendo la rilevazione più rapida tra quelle tenute in considerazione.

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