Salta al contenuto

Tag: Emissioni

Protocolli, emissioni e crisi, se vi piace così…

Alcuni anni fa, quando la fase attuativa del protocollo di Kyoto doveva ancora iniziare e della crisi economica si vedevano solo le avvisaglie, all’interno del movimento salva-pianeta girava voce che si sarebbe presto presentata l’occasione per dare una bella sfoltita alle emissioni di gas serra. La crisi, si diceva, ci aiuterà a capire che si può fare, che gli obbiettivi che il Protocollo di Kyoto imponeva al nostro Paese per il quadriennio 2008-2012 erano realizzabili.

Per una volta, l’unica che io sappia, una previsione di quanti prospettano la fine del mondo per disfacimento climatico è andata vicino alla realtà. Qualche giorno fa l’ISPRA, ente che si occupa tra le altre cose di tenere il conto delle emissioni del sistema paese, ha pubblicato i ‘conti’ con cui ci presenteremo dinanzi al sistema europeo di scambio delle quote di emissione (fonte AGI).
 
Facebooktwitterlinkedinmail Leave a Comment

Le scatole cinesi

Lo avessimo fatto noi avrebbe dovuto chiamarsi diversamente, per esempio “il gioco delle tre carte”, tipica manovra con cui certi personaggi svelti di mano ti levano anche i pantaloni se hai l’istinto suicida di cimentarti al loro gioco.

 

Di che parliamo? Ma di riduzione delle emissioni naturalmente! In Europa, si sa, siamo campioni di masochismo. Complici un non meglio specificato senso di colpa per aver da tempo agganciato il treno del progresso e un certo socialismo dalla pancia piena strisciante, ci siamo dati degli obbiettivi di decarbonizzazione che non riusciremo a raggiungere, a meno che non persista in eterno la crisi economica, ma che grazie ai soli tentativi di centrare il bersaglio ci stanno già portando in bancarotta.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 5 Comments

L’Inghilterra ci ripensa, e noi?

Problemi politici ma soprattutto economici quelli alla base delle recenti dichiarazioni del Primo Ministro inglese David Cameron, dichiarazioni però che, con riferimenti ai temi ambientali sono decisamente in controtendenza. Quelle che seguono le sue parole (da GWPF):

 

Abbiamo bisogno di rivedere alcune delle regolazioni ambientali e tasse che spingono verso l’alto le nostre bollette. Sappiamo tutti chi le ha generate.

 

Al di là del sapore squisitamente politico e propagandistico della seconda frase, che evidentmente punta il dito sulla fazione politica avversa, resta il fatto che il governo britannico, come molti altri in Europa, ha un serio problema energetico. Si profila quindi un allontanamento definitivo dalle regole del mercato come spiegava Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno leoni qualche giorno fa.  In sostanza, quello che si profila all’orizzonte, e qui si aprirà un interminabile dibattito tra chi è pro e chi è contro, è un ritorno all’energia nucleare con la collaborazione della Cina e dei cugini francesi di EDF, i quali hanno però preteso un prezzo minimo garantito circa doppio rispetto al valore di borsa dell’elettricità.

Facebooktwitterlinkedinmail 14 Comments

Ad ognuno il suo (negazionismo)…

Non so perché abbia deciso di mettere tra parentesi una parte del titolo di questo post, ma direi che ci sta. E’ un termine troppo brutto per aver diritto a pari opportunità editoriali. Eppure mi tocca usarlo. A quanto pare, dopo essere stato malignamente coniato dai più ferventi attivisti del movimento-salva-pianeta per colpire i non allineati, e dopo essere stato maliziosamente sdoganato da chi dice di essere meno fervente e più buono, ma di non sapere in quale altro modo appellare chi non si schiera tra i crociati del clima, ora ci sono dei negazionisti anche tra le fila dei salvatori.

 

A sostenerlo è Naomi Klein attivista ambientale di lungo corso nonché autrice di libri dai titoli e contenuti inequivocabili, insomma, una di loro. Lo leggiamo attraverso il post di Judith Curry. Ma cosa negherebbero esattamente costoro? Molto semplice, continauno a negare di aver ideato, favorito e sostenuto – ignorando la scienza e il buon senso comune – delle policy climatiche di specifica natura finanziaria che hanno fallito su tutta la linea, non intaccando la concentrazione di CO2 di una singola molecola, e si sono per di più dimostrate per quello che i loro oppositori, gli orridi negazionisti climatici, hanno sempre detto che erano: un affare colossale per le corporazioni, un elemento di enorme pressione per la l’economia e un generale fallimento. Alla base di questa ‘cecità’, secondo la Klein, ci sarebbe qualcosa che sta conducendo le multinazionali dell’ambiente alla disfatta, ovvero lo scollamento tra la dirigenza, perfettamente a proprio agio negli ambienti propri delle multinazionali, e la base, dove risiedono invece le convinzioni a quanto pare spesso ignorate o disattese.

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail 4 Comments

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »