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Tag: Temperatura

Il Global Warming latita, ma i modelli insistono

Sinceramente , sebbene sia giunta a latere di bel altre e ben più spaventevoli considerazioni, l’ammissione da parte del capo dell’IPCC circa il fatto che la temperatura media superficiale globale non ha subito alcun trend significativo negli ultimi 17 anni, è decisamente un bel passo avanti. Certo, ha anche detto che, perché questa assenza di trend possa avere un impatto sull’andamento nel lungo periodo di anni ce ne vorranno 30 o 40 ma al riguardo può stare tranquillo, di tempo ne abbiamo.

 

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Tutti i termometri sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri

Siamo certi che ci scuserete per la modifica nel titolo del motto tratto dal libro “La fattoria degli animali” di George Orwell: « Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri».

Di problemi legati alla misura di temperature record  ottenute senza tener conto del cambio di strumentazione, ad esempio passando dallo screen allo shield, ne abbiamo già scritto in passato su CM come in “Clamoroso: è estate e fa caldo”. Torniamo sull’argomento prendendo spunto dalla  “WMO TECHNICAL CONFERENCE ON METEOROLOGICAL  AND ENVIRONMENTAL INSTRUMENTS AND METHODS OF OBSERVATION” organizzata dalla CIMO WMO (The Commission for Instruments and Methods of Observations del “World Meteorological Organization” ), che si è svolta dal 15 al 18 ottobre 2012 a Bruxelles.

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Si torna a parlar di mare

Si è appena sopita l’eco della pubblicazione del nuovo dataset delle temperature superficiali globali della Università della East Anglia, da cui abbiamo appreso che sì, in effetti, negli ultimi 10/15 anni il riscaldamento globale si è visto pochino. Qualche entusiasta ha cercato comunque di far passare questa pubblicazione per una conferma del sempre-più-caldo-moriremo-tutti, ma per quanta buona volontà ci si voglia mettere, pare comunque che l’ora fatidica non sia ancora giunta. Per fortuna.

In assenza di un riscaldamento dell’aria che i media possano cucinare a puntino, meglio tornare a parlare dell’acqua, chissà che magari non sopra, ma sotto la superficie, non possa nascondere qualche ‘calda’ sorpresa. Non si parla più di temperature quindi, ma di contenuto di calore degli oceani, parametro se volete molto ma molto più rappresentativo della temperatura dell’aria in quanto largamente più conservativo e quindi rappresentativo dell’evoluzione del sistema, al punto forse da poterne rappresentare l’integrale.

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Guardar la temperatura dell’aria dalla parte delle radici: bilancio radiativo di superficie e trappole per fotoni

La temperatura dell’aria misurata dalle stazioni meteorologiche è frutto di tre principali processi:

  1. Il flusso di energia dalla superficie sottostante, che a sua volta è frutto del bilancio energetico di superficie (in proposito vale grossomodo il detto secondo cui il sole non riscalda l’aria ma viceversa riscalda la superficie la quale a sua volta riscalda l’aria).
  2. Il trasporto orizzontale di aria calda o fredda (avvezione), fenomeno complesso e che ci rimanda alla circolazione atmosferica alle diverse scale.
  3. Il trasporto verticale di aria calda da parte delle masse d’aria (convezione), fenomeno anch’esso complesso perché tira in causa le dinamiche della convezione nello strato limite e nella libera atmosfera.

In questa sede trascurerò i processi 2 e 3 e mi limiterò ad analizzare in modo sommario il processo 1 (bilancio energetico di superficie).

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Temperatura e CO2, il termostato c’è ma non lo controlliamo noi

Sulle nostre pagine, ma anche sulla maggior parte delle aree di discussione di materia climatica, si fa spesso riferimento alla complessità del sistema Pianeta, al suo essere unitario, in un continuum indistinguibile tra i suoi sottosistemi, di cui il clima di per se’ non è che una manifestazione parziale.

Un sistema che va osservato in tutti i suoi molteplici aspetti il cui studio non può che essere altamente multi-disciplinare. Non solo climatologia quindi, ma anche geologia, biologia e quant’altro possa venire in mente. Non è un caso, infatti, se alcuni dei contributi più interessanti anche per le nostre piccole discussioni, siano giunti ad esempio proprio da chi si occupa di geologia. Nella fattispecie, qualcuno potrà ricordare che spesso questi contributi si posizionano in chiave scettica circa le origini antropiche delle recenti dinamiche del clima. Non credo e non so se si possa dire altrettanto per la lettura che sto per consigliarvi, perché l’autore, affrontando il tema delle dinamiche di mantenimento dell’equilibrio del sistema a dispetto di molteplici eventi perturbanti, ci tiene a precisare che “non è alla scala della vita umana che si ristabiliscono gli equilibri perturbati”, e che “Pochi gradi centigradi in più o in meno signifi cano caldo umido o freddo secco su tutta la Terra, ma già dieci gradi in più o in meno possono signifi care lo scompenso degli equilibri che regolano la vita. Stiamo quindi attenti a non giocherellare con il termostato della Terra”.

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