E’ attualità degli ultimi giorni, prevedere è difficile, soprattutto il futuro. Sicché, se pur conoscendo i limiti intrinseci dei moderni sistemi di simulazione del comportamento dell’atmosfera ci si lancia in proclami a nove colonne con troppo anticipo, la brutta figura è dietro l’angolo. Ognuno è artefice del proprio destino, però, a modestissimo parere di chi scrive, cui ogni tanto capita di fare qualche previsione, il problema non è tanto nei proclami, perché quelli cambiano di segno tanto in fretta da risultare il più delle volte intangibili. Il probelma è nel far credere, o aver fatto credere, fate voi, che fare previsioni del tempo serie con più di 3-5 giorni di anticipo sia sempre possibile. In realtà non lo è quasi mai, perché a tutti gli addetti ai lavori è nota l’inattendibilità degli strumenti d’indagine oggi disponibili. Che sono il meglio che abbiamo, certamente, che hanno fatto fare al settore un salto di qualità incommensurabile, ovviamente, ma hanno dei limiti molto ben definiti.
Dopo breve premessa, in cui diversamente dal solito abbiamo parlato di previsioni del tempo, torniamo rapidamente al tema più frequentemente discusso su queste pagine, per trovare una situazione analoga ma con una aggravante. Se infatti con riferimento al clima ed alle previsioni (o proiezioni? Chi è in grado di definirne la differenza in modo che abbia un senso per i destinatari si faccia avanti) climatiche sono stati commessi gli stessi errori, per di più non si è tenuto conto che i limiti degli strumenti utilizzati non si conoscono, ossia che la loro attendibilità non è né nota né ignota, semplicemente non è misurabile, ameno di non avere la pazienza di aspettare un certo numero di decadi e tirare le somme solo alla fine. L’unico test sicuro, infatti, è quello del confronto con la realtà, ma non quella passata, perché è su quella stessa che di fatto si basano le logiche di funzionamento dei modelli, quanto piuttosto sull’attualità e sul futuro. Fino a che non diventa passato.