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Tag: previsioni

Le Previsioni di CM – 26 Ottobre / 1 Novembre 2015

La previsione di questa settimana è di Flavio ____________________________________________________________________________________ Situazione ed evoluzione sinottica A seguito dell’ultimo passaggio perturbato che, come previsto, ha interessato soprattutto le regioni…

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Previsioni attendibili cercasi

Eccoci qua, con il Paese per metà alle prese con la neve e praticamente tutto intirizzito dal freddo. Un altro successone per le previsioni del tempo, quelle che non osano andare oltre la settimana, un altro bagno di sangue per quelle con cui si prova a guardare più lontano.

 

Un mesetto fa, ma anche meno, diciamo venti giorni, si tiravano le somme del mese di ottobre, un mese piuttosto caldo per il nostro territorio. Sull’onda emozionale di tanta calura sono state redatte da più parti delle previsioni per il mese di novembre con il metodo classico, quello della persistenza. Farà caldo pure a novembre e, perché no, anche per un bel pezzetto di dicembre. C’è da dire, tra l’altro, che anche i modelli più complessi lasciavano intravedere un periodo piuttosto mite. Anche chi scrive, naturalmente presso ambiti che non amo mescolare con le nostre discussioni, non ha fatto molto meglio. Magari non si sarà parlato di super-caldo, ma questa botta fredda, con pochissime eccezioni che magari approfondiremo in un altro momento, davvero non se l’aspettava nessuno.

 

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Utilities meteorologiche

La pubblicazione del nostro Outllok, del suo seguito e della previsione basata sull’indice OPI continuano a generare interessanti spunti di discussione. Molti di questi afferiscono a specifiche richieste di previsioni più o meno dettagliate, alle quali rispondiamo sempre nelo stesso modo: non si può fare, almeno non attualmente. Altri, e sono quelli più interessanti, si pongono il problema dell’uso che si potrebbe fare di questi tentativi. Per esempio Luigi Mariani in suo commento si è posto una domanda interessante. Carlo Colarieti ha successivamente  risposto, ampliando il concetto e fornendo ulteriori spunti di riflessione. Vi riporto di seguito entrambi i passaggi aspettando le vostre impressioni.

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Commento di Luigi Mariani

Inviato il 09/11/2013 alle 08:40

Alla luce del considerazioni fin qui svolte, emerge che l’outlook non è prodotto da lasciare in mano ad utenti finali (es: il giornalista che vuol raccontare come sarà il tempo per Natale o il turista che vuol programmarsi la settimana bianca a febbraio o ancora il gestore di scorte energetiche che deve fare contratti per l’inverno successivo). La domanda che possiamo allora farci è se in base alle uscite dell’outlook sia  possibile confezionare dei prodotti per utente finale in forma di bollettini (ovviamente su base probabilistica). Io credo francamente di si ma su questo mi farebbe piacere sentire il suo giudizio.

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E la risposta di Carlo Colarieti

 

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Inverno, raggi di Sole e curiosità varie

Il post un po’ scanzonato scritto qualche giorno fa sui toni da operetta delle previsioni che iniziano a circolare per il prossimo inverno, mi ha fatto fare una interessante conoscenza di cui vi dirò tra poco, ma prima, credo sia doveroso segnalare la repentina presa di distanze dello UK Met Office rispetto alle profezie di gelo circolate per il territorio di Sua Maestà.

 

Questi titoli, scrivono, li abbiamo visti anche l’anno scorso e poi semplicemente non è accaduto nulla di strano. E ancora, la scienza per fare previsioni di dettaglio su se, come e quando dovesse arrivare la neve nei prossimi mesi (neanche il prossimo mese), semplicemente non esiste. Ma non è finita, perché aggiungono anche che d’inverno, quasi sicuramente, ci sarà modo per assaggiare tutte le pietanze atmosferiche, la neve, il gelo, gli allagamenti, le condizioni miti etc., semplicemente perché è…inverno. Che dire? Da applausi. Evidentemente, i ripetuti bagni di sangue di previsioni di caldo alle porte dei recenti inverni piuttosto rigidi devono aver fatto rinsavire più di qualche testa. Sperimo che duri.

 

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Autunno/Inverno 2013, un’occhiata al cielo

Così, tanto per occupare la domenica, con questa tramontana benigna che allontana l’autunno nonostante sia appena passato l’equinozio. In questi giorni l’anticiclone atlantico ha deciso di fare una gita in Europa con puntata quasi fino a Capo Nord; la spinta meridiana, con il getto in uscita dal Canada che scava in Atlantico centrale, potrebbe finire per indebolirne la base e consentire che si isoli un gyre sull’Europa centro-settentrionale, così avremmo l’aria continentale che scorre sul bordo orientale dell’anticiclone da una parte e quella atlantica che entra sul Mediterraneo dall’altra. Interessanti prospettive! Se non altro, almeno per ora, sono scongiurate le sciroccate autunnali cui dobbiamo i recod alluvionali sul nostro Paese, meglio così.

 

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Previsioni a doppio taglio

modelvsrealityE’ attualità degli ultimi giorni, prevedere è difficile, soprattutto il futuro. Sicché, se pur conoscendo i limiti intrinseci dei moderni sistemi di simulazione del comportamento dell’atmosfera ci si lancia in proclami a nove colonne con troppo anticipo, la brutta figura è dietro l’angolo. Ognuno è artefice del proprio destino, però, a modestissimo parere di chi scrive, cui ogni tanto capita di fare qualche previsione, il problema non è tanto nei proclami, perché quelli cambiano di segno tanto in fretta da risultare il più delle volte intangibili. Il probelma è nel far credere, o aver fatto credere, fate voi, che fare previsioni del tempo serie con più di 3-5 giorni di anticipo sia sempre possibile. In realtà non lo è quasi mai, perché a tutti gli addetti ai lavori è nota l’inattendibilità degli strumenti d’indagine oggi disponibili. Che sono il meglio che abbiamo, certamente, che hanno fatto fare al settore un salto di qualità incommensurabile, ovviamente, ma hanno dei limiti molto ben definiti.

 

Dopo breve premessa, in cui diversamente dal solito abbiamo parlato di previsioni del tempo, torniamo rapidamente al tema più frequentemente discusso su queste pagine, per trovare una situazione analoga ma con una aggravante. Se infatti con riferimento al clima ed alle previsioni (o proiezioni? Chi è in grado di definirne la differenza in modo che abbia un senso per i destinatari si faccia avanti) climatiche sono stati commessi gli stessi errori, per di più non si è tenuto conto che i limiti degli strumenti utilizzati non si conoscono, ossia che la loro attendibilità non è né nota né ignota, semplicemente non è misurabile, ameno di non avere la pazienza di aspettare un certo numero di decadi e tirare le somme solo alla fine. L’unico test sicuro, infatti, è quello del confronto con la realtà, ma non quella passata, perché è su quella stessa che di fatto si basano le logiche di funzionamento dei modelli, quanto piuttosto sull’attualità e sul futuro. Fino a che non diventa passato.

 

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Clamoroso, l’immaginazione ha finalmente superato la realtà!

Gli ultimi fiocchi di neve del blizzard più forte degli ultimi anni si stanno ancora posando sugli stati USA del nord-ovest. A Mosca si spala ancora la neve. Insomma nell’emisfero nord l’inverno si fa sentire. E l’estate australe non è certo da meno, con l’Australia che è appena uscita da un’ondata di calore che resterà negli annali.

 

Già, l’Australia e il caldo, un argomento che abbiamo appena sfiorato un paio di settimane fa. Erano i giorni in cui sui media impazzava una curiosa notizia: i meteorologi australiani costretti ad aggiungere un nuovo colore alle loro mappe, il viola, presumibilmente, per rappresentare addirittura più di 50°C gradi centigradi. Googolare per credere.

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Il Meteorologo non è un deficiente

Il Meteorologo non è un deficiente. Almeno non sempre. Si avvicina pericolosamente alla soglia del difetto quando si occupa di clima, ma recupera rapidamente l’intelletto se si orienta con entusiasmo all’ipotesi delle origini totalmente antropiche delle evoluzioni del clima. Se di questo orientamento fa poi una bandiera da sventolare ad ogni buona occasione mediatica – che al suddetto meteorologo di certo non mancano – può anche diventare un climatologo e smettere di essere…deficiente.

Ho copiato pari pari il titolo di questo post da un articolo che Judith Curry ha pubblicato di recente sul suo blog:

The weatherman is not a moron

Già che ci sono prima di continuare completo il lavoro copiando anche le prime due righe del suo post, che sono una citazione di Nate Silver, il cui ultimo libro è appunto oggetto dell’articolo.

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Perché i previsori meteorologici stanno avendo successo mentre altri previsori falliscono? Perché già molto tempo fa sono giunti ad accettare le imperfezioni della loro conoscenza.

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