Negli ultimi giorni ci è capitato di parlare spesso della ciclicità di molte dinamiche climatiche e del loro concorrere a determinare condizioni generali del sistema anche molto diverse tra loro, specie a scala spaziale regionale e per periodi di tempo relativamente brevi in senso climatico.
Una discussione latente e ricorrente, che ha ripreso vigore con la pubblicazione dell’ultimo paper di Judith Curry, The Stadium Wave. Oggi torniamo a parlare di clima in termini non globali ma emisferici, focalizzando l’attenzione su un pattern atmosferico di particolare importanza per il continente europeo e, quindi, anche per il nostro territorio. Si parla della NAO (North Atlantic Oscillation), ovvero di quell’indice circolatorio derivato dalla differenza tra i valori della pressione atmosferica alla latitudine delle Azzorre e quelli alla latitudine dell’ISlanda. La NAO, come sanno bene tutti quelli che si sono per diverse ragioni avvicinati alla meteorologia, è il metronomo del tempo sull’Europa. Infatti esprimendo di fatto la relazione di forza tra due configurazioni bariche permanenti come l’Anticilone delle Azzore e la Depressione d’Islanda, esprime anche l’intensità e la posizione del gradiente che le separa, e quindi anche il flusso atmosferico nel quale viaggiano le perturbazioni che dall’Atlantico si dirigono verso l’Europa. Con una NAO negativa (anticiclone debole), le perturbazioni aumentano la oro frequenza sul Mediterraneo, portando con se aria umida e temperata. Con una NAO positiva (anticilone robusto ed elevato gradiente) le perturbazioni tendono invece a ‘preferire’ il nord Europa.
Ora l’indice NAO possiede una variabilità che si esprime a diverse scale temporali, sia quella breve, più tipicamente meteorologica, sia quelle di medio e lungo periodo, più direttamente ascirvibili alla variabilità stagionale, interannuale e climatica. Del resto si tratta di un pattern atmosferico, di una derivata della circolazione atmosferica, ossia del mezzo attraverso il quale viene redistribuito il calore sul pianeta, per cui è intuitivo comprenderne il ruolo e l’importanza.
Appena qualche giorno fa, è stato accettato per la pubblicazione sul GRL un paper dal titolo molto interessante: