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Tag: Maltempo

Quando si dice cattivo tempo…

…probabilmente non lo si fa con cognizione di causa. Almeno dalle nostre parti. Già, perché, al mondo, ci sono posti dove il tempo è veramente brutto.

 

E’ un esercizio interessante quello fatto da tal Ed Darack sul blog Weatherwise, che ha stilato una classifica delle località con il tempo peggiore sul pianeta. Facile immaginare che noi non ci siamo, naturalmente. Ma per evitare di giudicare “brutto” quello che altri potrebbero intendere come “bello” – penso alle schiere di nevofili che popolano i forum di meteorologia per esempio – forse l’unico criterio oggettivo utilizzabile è prendere in considerazione solo posti dove, in un modo o nell’altro sussiste un elevato rischio per la vita umana derivi questo dal caldo eccessivo, dal gelo, dal vento o da qualunque altra manifestazione degli agenti atmosferici e marini. E, inoltre, si deve trattare di condizioni persistenti, dalle quali, evidentemente, non si può scappare (se non con un biglietto di sola andata).

Diamogli un’occhiata.

 

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Mirror posting: I fulmini di sempre. Per qualcuno sono nuovi

La versione originale e integrale di questo post è stata pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana a firma di Fabio Spina.

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I fenomeni meteorologici più estremi avvengono quando masse d’aria con cospicue differenze nelle caratteristiche fisiche, come la temperatura, vengono a contatto e sono costrette a mescolarsi, causando veloci processi di condensazione e bruschi mescolamenti verticali. Quindi i fenomeni più dannosi avvengono quando su un’area riscaldata da mesi per la permanenza di aria calda ed umida (di origine meridionale, talvolta africana) irrompe per la prima volta aria fredda e secca proveniente dal nord. Per avere un’idea grossolana si può pensare ad acqua che cade su una padella arroventata.

Quando possono accadere con maggiore probabilità sull’Italia questi fenomeni? Tutti sanno che è a fine estate, dopo ferragosto accade quella che è nota come “crisi dell’estate”, “rottura dell’estate”, “burrasca di ferragosto”, etc. . Termini con i quali si intende la brusca ‘rottura’ dell’estate per il primo burrascoso arrivo, dopo 2-3 mesi di caldo più o meno intenso, di aria più fresca in genere proveniente direttamente dal Nord Atlantico.

 

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Luglio si veste di novembre se non arrivi tu ia ia ia ia

Sicuramente Riccardo Del Turco quando cantava “Luglio” nel 1968 non pensava all’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre o a quello africano.
Ma come erano lo stato dell’ambiente ed il “clima” quaranta anni fa, quando la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera era molto minore dell’attuale?
Dal 1826 si conosceva il meccanismo intuito da Fourier e noto come “effetto serra”, era anche noto il “climatic change”, ma non c’erano ancora state Seveso, Chernobyl, l’IPCC, non era ancora mai stata usata la parola “climate change”, etc.
All’epoca una certa sensibilità ambientale aveva già cominciato a diffondersi oltre che “nell’elite” anche tra le persone comuni. A livello mondiale nel 1970 ci fu il primo “Earth day” e nel 1972 la famosa conferenza di Stoccolma da cui nacque l’organizzazione dell’ONU per l’Ambiente (l’UNEP). Segui’ 20 anni dopo il “Summit della Terra” di Rio ).

In Italia, anche se ancora non si conosceva il termine “biodiversità”, il 1° febbraio 1975 Pier Paolo Pasolini in un famoso articolo pubblicato dal “Corriere della sera” ricordava che già da anni erano scomparse le “lucciole”, nel 1976 Pierangelo Bertoli cantava la bella e ormai storica canzone ambientalista Eppure soffia, nel 1961 ne “il giorno della civetta” Leonardo Sciascia” utilizzava il concetto di “linea della palma”, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, scrivendo che già si spostava verso nord da anni (come la mafia).

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Sting Jet: Un Tempo da Scorpioni

Non e’ un motorino, non e’ un cantante, è, ma forse si dovrebbe dire dovrebbe essere perché se ne sa molto poco, un fenomeno meteorologico. Ed è anche di quelli che quando arrivano poi tendono ad essere ricordati.

Si parla di vento al suolo, e già chi di meteo se ne intende un po’ dovrebbe storcere il naso, perché parlare di getto per un vento nei bassi strati non è ortodosso. Eppure è questo il nome che chi lo ha ‘scoperto’ e in parte spiegato gli ha dato. Per due ragioni. Innanzi tutto l’intensità, decisamente paragonabile a quella delle correnti a getto. E poi la provenienza, dato che si origina nella media troposfera.

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Maltempo, eventi estremi, ricerca e divulgazione.

Prima di cominciare questo post vorrei che leggeste con attenzione le frasi che seguono. Vengono dal Sunnary for Policy Makers dello Special Report dell’IPCC sull’esposizione al rischio da eventi estremi (SREX – SPM).

Si prende atto:

[info]

Le incertezze nelle serie storiche dei cicloni tropicali, l’incompleta comprensione dei meccanismi fisici che collegano i parametri dei cicloni al cambiamento climatico e l’ampiezza della variabilità dei cicloni tropicali genera soltanto un basso livello di confidenza per l’attribuzione di cambiamenti misurabili dell’attività dei cicloni tropicali all’influenza antropogenica. L’attribuzione di un singolo evento estremo al cambiamento climatico è un’azzardo.

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Poi quasi con rammarico si chiarisce:

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C’è un basso livello di confidenza nell’osservazione di ogni genere di aumento di lungo periodo (40 anni o più) nell’attività dei Cicloni Tropicali (intensità, frequenza, durata), dopo aver tenuto conto dei cambiamenti intervenuti nella capacità di osservazione. E’ probabile che ci sia stato uno spostamento verso nord delle rotte principali delle tempeste extratropicali. C’è un basso livello di confidenza nei trend osservati dei fenomeni a ridotta scala spaziale come i tornado e la grandine a causa della disomogeneità dei dati e dell’inadeguatezza dei sistemi di monitoraggio.

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E infine si prevede:

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E’ probabile che a scala globale la frequenza dei cicloni tropicali possa diminuire o restare essenzialmente invariata.
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Giochiamo d’anticipo

La premessa la prendiamo dall’ultimo report IPCC sugli eventi estremi:
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There is medium confidence that there will be a reduction in the number of extra-tropical cyclones averaged over each hemisphere. While there is low confidence in the detailed geographical projections of extra-tropical cyclone activity, there is medium confidence in a projected poleward shift of extra-tropical storm tracks. There is low confidence in projections of small spatial-scale phenomena such as tornadoes and hail because competing physical processes may affect future trends and because current climate models do not simulate such phenomena. [3.3.2, 3.3.3, 3.4.5]

Si riscontra medium confidence che ci sarà una diminuzione nel numero medio dei cicloni extra-tropicali in entrambi gli emisferi. Mentre c’è low confidence nelle proiezioni geografiche dettagliate dell’attività dei cicloni tropicali, c’è medium confidence nella previsione di uno spostamento verso nord delle traiettorie dei cicloni extra-tropicali. C’è low confidence nelle proiezioni dei fenomeni a ridotta scala spaziale come i Tornado e la grandine a causa di processi in competizione tra loro che potrebbero avere impatto sui trend e a causa del fatto che gli attuali modelli climatici non simulano questo genere di fenomeni.
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