La sedicente saggezza convenzionale continua a riempire giornali, radio e TV con anticipazioni di un estremo riscaldamento globale – entro il secolo. Sostengono che probabilmente è dovuto alla combustione di carbone, gas e petrolio producendo anidride carbonica che accentua l’effetto serra. La EPA, agenzia USA per la protezione dell’ambiente, ha scioccamente classificato questo gas (CO2) fra quelli dannosi e inquinanti. Se non ci fosse, la terra sarebbe gelida, non crescerebbero piante, non ci sarebbe l’umanità.
I miei amici climatologi non sono d’accordo. Fanno i calcoli giusti e spiegano molti fenomeni in modi sempre migliori. Gli altri climatologi (che sbagliano arrogantemente) continuano a cercare di calcolare quanto sarà l’aumento della temperatura atmosferica in funzione del tasso di CO2. Questo certo influisce, ma i fattori rilevanti sono moltissimi. Asseriscono che la causa del riscaldamento è antropica e che hanno ragione loro perché sono in maggioranza. Trascurano che nelle loro file non hanno potuto contare: Tom Gold, Freeman Dyson, Luigi Mariani, H. Tennekes, Lord Monkton, Roger Pielke e altri “cani grossi”. Pretendono di sapere che limitando l’aumento di anidride eviteremmo che la temperatura cresca più di due gradi.
È vero che il tasso di CO2 nell’atmosfera nell’ultimo mezzo secolo è cresciuto di quasi il 25% (da 315 a 392 parti per milione). Però l’anidride carbonica costituisce ancora meno di metà dell’uno per mille dell’atmosfera.
Se consideriamo la serie storica dei tassi di CO2 (misurati a MaunaLoa nelle Hawaii) dal 1959 a oggi, vediamo che ci sono state 2 discontinuità. Dal 1959 al 1976 l’aumento medio annuo era di 0,95 parti per milione (ppm). Dal 1976 al 1994 cresce a 1,48 ppm e dal 1994 al 2011 cresce ancora a 1,81 ppm.