Salta al contenuto

Tag: Temperature

Climategate 2.0: L’uccello del malaugurio

Diciamo la verità, in fondo, sebbene animati da proprie personali cognizioni di causa, anche gli scettici climatici più impenitenti sperano che i profeti della catastrofe climatica si sbaglino. Ci mancherebbe, come potrebbe essere altrimenti?

E allora perché il profeta di tutti i profeti, l’ottimo Phil Jones, guida carismatica della Climatic Research Unit (CRU), si ritrovava a sperare che i suoi colleghi, improvvisamente colti da un lampo di genio e impegnati a immaginare una pressoché totale assenza di riscaldamento fino al 2020, si sbagliassero di grosso (email 4195.txt)?

Facebooktwitterlinkedinmail 1 Comment

Temperature 2011: C’è grossa crisi

Ci siamo, con la crisi che c’è in giro comincia a scarseggiare quasi tutto. Non fa eccezione il grano salis di cui comunque una certa parte del movimento salva-pianeta ha smesso di nutrirsi da un pezzo, ma in compenso si difende ancora bene la faccia tosta.

Ecco qua, qualcuno nelle alte sfere climatiche ha deciso che le adunate oceaniche sul clima come la COP17 attualmente in corso a Durban si debbano svolgere nel mese di novembre. E così, esattamente come accaduto per le precedenti kermesse di CO2penhagen nel 2009 e di Can’tcun nel 2010, ecco pronto il comunicato stampa del Met Office sull’andamento delle temperature medie superficiali globali.

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

Global cooling da satellite

Roy Spencer ha postato sul suo blog gli ultimi dati provenienti dalle sonde satellitari. La media troposfera si sta raffreddando rapidamente, le ultime rilevazioni mostrano il dato per gli ultimi giorni di ottobre 2011 inferiore a quello di tutti gli anni che precedono da quando sono disponibili queste informazioni.

Sulla pagina ufficiale dell’AMSU è disponibile un tool molto interessante che consente di estendere il paragone all’intero arco dell’anno. Analizzando quanto trasmesso dal Channel 6 della sonda si scopre che il 2011 è stato quasi sempre abbastanza freddino.

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

Temperature stabili e scienziati turbolenti

Ok, i giorni passano e l’operazione di ricalcolo delle temperature medie superficiali relative alle sole terre emerse portata avanti dal gruppo Berkeley (BEST) si sta rivelando per quello che è. Un’ottima pietanza per i media, una stampella per i traballanti negoziati che vedranno l’ennesimo nulla di fatto a Durban, una bombola di ossigeno per il moribondo movimento che promette di salvare i Pianeta da un disfacimento climatico che non c’è.

Troppo? No, perché questa non è la mia opinione. Questo è quello che viene da pensare nel vedere che la critica più feroce e più autorevole al lavoro del gruppo viene da dentro il gruppo stesso.

Facebooktwitterlinkedinmail 4 Comments

L’ora delle bollicine

Si stappa lo champagne dalle parti di Nature. Dopo un primo post opinione cautamente ottimista, non ce l’hanno fatta proprio più e sono partiti i festeggiamenti:

[framed_box rounded=”true”]
Results confirming climate change are welcome, even when released before peer review.

Il riscaldamento globale sta realmente accadendo – sul serio. Non c’era alcuna cospirazione o insabbiamento. Il peer review non ha fallito e gli scienziati che hanno trascorso decenni di lavoro cercando il modo migliore per gestire ed elaborare i dati si sono rivelati il modo migliore per gestire ed elaborare i dati, dopo tutto. Grazie, studio del Berkeley sulla temperatura superficiale della Terra (BEST).

I quattro lavori rilasciati la scorsa settimana dai migliori team della University of California, Berkeley, sono di indubbio interesse per i media, dato che sostengono ciò che viene rappresentato come la posizione del mainstream scientifico sul cambiamento climatico. Essi potrebbero anche rivelarsi attrattivi in politica, soprattutto negli Stati Uniti, dove avrebbero potuto essere utilizzati per combattere le affermazioni dei Repubblicani, che hanno effettivamente gettato via la scienza del clima. Ma la conclusione scientifica principale, che un secolo e mezzo di misurazioni strumentali confermano una tendenza al riscaldamento, è, beh, un po’ come un 1990 (fine della guerra fredda). […]
[/framed_box]

Facebooktwitterlinkedinmail 10 Comments

Ciliegie fuori stagione

Se chiedete a chi è convinto della totale o quasi responsabilità umana sui cambiamenti climatici se è anche favorevole al cibo a chilometri zero, risponderà sì senza esitare un attimo.

Provate però a chiedergli se gli piacciono le ciliegie. Otterrete un’altro sì. Un gradimento così sfrenato da non resistere alla tentazione.

Studi come quello di cui parliamo oggi dovrebbero avere la bontà di uscire solo a maggio, nel mese delle ciliegie, così sapremmo in anteprima di cosa si tratta.

Ecco qua, dal Blog di Roger Pielke jr:

Increase of extreme events in a warming world

 

Facebooktwitterlinkedinmail 6 Comments

Scatta il merchandising e viene qualche dubbio

Continuano a fluire grandi quantità di informazioni dal Berkeley Group. L’ultima arriva dal sito web, è un video che ho intercettato anche su corriere.it e, naturalmente, su youtube. Mi ha particolarmente colpito un commento proprio sul media più frequentato: ‘Our World is coming to a point of NO-return 🙁 ‘.

Facebooktwitterlinkedinmail Leave a Comment

Alla scoperta del Pianeta caldo

È in corso uno sforzo considerevole da parte di molte persone (tra cui il Dr Richard Muller), per ritrarre le pre-pre-pre-pre-pubblicazioni del gruppo BEST come una sorta di colpo mortale allo scetticismo climatico, come se tutto il dibattito sia stato un match sportivo, e tutti i partecipanti incasellabili in due campi opposti: qui, gli scienziati nobili che scoprono il mondo si sta riscaldando, di là, gli scettici ignobili che fanno finta che il mondo non si stia riscaldando.

Naturalmente, si tratta della solita e grossolana (e vetusta) propensione alla menzogna..

Come faccio a saperlo? Lo so dalla pagina “About” del mio blog Omniclimate – The Unbearable Nakedness of Climate Change. Perché? Poiché quella pagina non contiene solo un mio modestissimo contributo, ma anche una lunga citazione di Willis Eschenbach, noto e prolifico blogger climatico.

All’epoca notai come si trattasse di un’argomentazione semplicemente appropriata, informata, breve e diritta al punto, quanto di meglio dunque per descrivere quasi tutti i miei sforzi futuri nel blog.

Luogo e data di pubblicazione originale? Il gruppo yahoo “ClimateSceptics“, Lun 22 Ott 22, 2007, 12:22:

Facebooktwitterlinkedinmail 3 Comments

Wow, il mondo si scalda, le città no.

Il compito era improbo, ma si sono messi d’impegno. Il gruppo Berkeley ha completato le prime quattro pubblicazioni inerenti il progetto di ridefinizione del dataset delle temperature superficiali globali, dei metodi di omogeneizzazione spaziale e temporale, della determinazione del peso, se di peso si tratta, dell’effetto Isola di Calore Urbano, dell’incidenza del posizionamento dei punti di osservazione e, ultimo ma non meno importante lavoro, la correlazione individuata tra l’indice AMO e la variabilità climatica – espressa attraverso il dataset appena ridefinito – tra il 1950  e il 2010.

Facebooktwitterlinkedinmail 6 Comments

Non c’è pace tra gli ulivi

‘Sarà forse invidia per il clima mite della Riviera, ma che i piemontesi cerchino di coltivare l’olivo non è certo una novità. Sono quasi mille anni che ci proviamo con risultati però altalenanti e spesso scadenti, come splendidamente descritto in un trattatello culinario del 1600 che dice più o meno così: “In Piemonte si fa l’olio d’oliva sui colli più temperati di Astigiano, Monferrato, Eporediese e Saluzzese, ma in scarsissima quantità sia perché fa troppo freddo, sia perché in tempo di guerra gli alberi vengono tagliati e bruciati dai soldati”. Insomma, nel pieno della Piccola Età Glaciale  –  il periodo freddo tra il 1350 e il 1850  –  i pochi olivi rimasti erano quasi più utili come legna da ardere e, dopo il gelo memorabile dell’inverno del 1709, resistette qualche pianta solo sulle sponde dei laghi d’Orta e Maggiore. Diversa era la situazione nel Medioevo, quando il clima era decisamente più mite  –  probabilmente abbastanza simile a quello attuale  –  e le cronache raccontano di olivi, mandorli e persino piante di zafferano sul versante sud della collina torinese; la redditività e qualità di queste colture era però verosimilmente scarsa, visto che, per esempio, era la Chiesa a caldeggiare la coltivazione delle olive per avere l’olio per i riti religiosi. Ora il riscaldamento globale degli ultimi decenni sembra concederci nuove chance e così gli ulivi sono ricomparsi tra Langhe e Monferrato e sui pendii prealpini. Una scelta geografica azzeccata, dal momento che le gemme non resistono a temperature inferiori ai -10 °C, valori non del tutto inusuali sulla pianura piemontese nemmeno con un clima sempre più caldo; le zone collinari, invece, rimangono al di fuori dello strato di inversione termica presente sulla pianura e garantiscono un rischio minore di gelate intense. Resta però una coltivazione troppo fragile per il nostro clima, adatta più che altro ad abbellire parchi e giardini o a concederci la soddisfazione di qualche bottiglia d’olio autoctono e non certo in grado di rivaleggiare con la produzione della vicina Liguria’.

Facebooktwitterlinkedinmail 4 Comments

Omer Simpson è tornato

Per la verità non se ne era mai andato. Magari può essere stato assente per qualche giorno perché impegnato a sostenere attivamente, anzi, attivisticamente la causa  dell’AGW, ma James Hansen, famoso climatologo, custode del dataset delle temperature superficiali e, apprendiamo dall’Indipendent, anche ‘padre del riscaldamento globale’ (da intendersi sia come figura genitoriale quanto come profeta dello stesso), è tornato a farsi sentire:

“Gli scettici del clima stanno avendo la meglio con il pubblico sul riscaldamento globale, nonostante la stessa scienza del clima stia diventando sempre più chiara nel mostrare che la Terra è in  pericolo per l’aumento delle temperature”

L’arma letale, secondo lui, sarebbe l’aver assoldato degli specialisti della comunicazione, abili a imbambolare il popolo bue, mentre i ‘poveri’ scienziati sono normalmente deficitari nell’arte di incantare il prossimo.

Facebooktwitterlinkedinmail 4 Comments

To’, si stava peggio quando si stava meglio…

Climate change e crisi globali, c’è da sperare che le cassandre abbiano ragione. La storia insegna che fu così: la premonizione di Cassandra si avverò.…

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger... 1 Comment

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »