Salta al contenuto

L’Antartide cresce

Chi l’avrebbe mai detto, ogni tanto una buona notizia. La leggiamo su Fox news:  il ghiaccio antartico sta aumentando nonostante quello che la maggior parte dell’incessante ma frettolosa informazione di cui disponiamo lascia normalmente intendere. Da un certo punto di vista questa solo apparente novità genera non pochi problemi. Innanzi tutto mette allo scoperto il fatto che sul clima e sulle sue dinamiche a scala planetaria non ci abbiamo capito un gran che. Parlare di aumento del ghiaccio in un contesto condannato inesorabilmente a scaldarsi, quale è quello descritto da alcuni, è in effetti piuttosto difficile.

Qualche tempo fa qualcuno abbozzò anche una risposta apparentemente plausibile: siccome a causa dell’aumento di temperatura sta aumentando anche il vapore acqueo disponibile, aumentano le nubi e le precipitazioni nevose, cioè il volume del ghiaccio. Sbagliato. Infatti, nonostante gli sforzi di alcuni intraprendenti ricercatori di dimostrare il contrario a suon di elaborazioni statistiche, l’unica parte del continente antartico che sta subendo un processo di riscaldamento è la penisola occidentale, mentre tutto il resto sembra stia raffreddandosi.

Il vapore acqueo disponibile non sta aumentando, questo lo capiamo dalle misurazioni satellitari1 ma, se quelle non dovessero bastare, è sufficiente capire che da una decina d’anni le temperature medie globali hanno smesso di crescere, per cui forse il vapore acqueo dovrà invece diminuire. In ultima analisi poi, le precipitazioni (anche se solide) hanno bisogno di una superficie altrettanto solida per posarsi, cioè cadono dove di ghiaccio ce n’è già in abbondanza, altrimenti finendo in mare difficilmente potrebbero accrescere il volume della superficie solida.

Del resto diversamente non potrebbe essere, visto che l’estensione del ghiaccio antartico è di 1,2 mln di Km2 sopra la media del periodo 1979-2000. Avete letto bene. Se qualcuno avesse voglia di fare un paragone, il ghiaccio artico, cioè quello del Polo Nord, ha oggi un’estensione di 0,3mln di Km2 inferiore rispetto allo stesso periodo. Cioè, il primo è aumentato di una superficie quattro volte maggiore di quella di cui è diminuito il secondo. Ciò nonostante, del primo se ne parla solo quando in piena estate si stacca qualche iceberg, con il secondo ci hanno fracassato le orecchie ma non solo, prospettandoci la fine del mondo per il prossimo week-end. A breve sul GRL2 dovrebbe essere pubblicato un rapporto della British Antarctic Survey che confermi questi dati. Noi nel frattempo dal sito the Cryosphere Today abbiamo recuperato i grafici relativi all’estensione dei ghiacci su entrambi i poli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per completezza d’informazione, va detto che in Antartide è conservato il 90% del ghiaccio del pianeta e l’80% dell’acqua dolce di cui disponiamo. A quanti dovessero essere preoccupati per le sorti delle città costiere, che qualcuno paventa possano essere sommerse dall’incessante aumento del livello dei mari sempre a causa dello scioglimento dei ghiacci, rammentiamo che il ghiaccio marino non contribuisce affatto a questo innalzamento, perchè semplicemente è già sull’acqua ed occupa già il volume che gli spetterebbe tornando allo stato liquido. Quelli incriminati sarebbero i ghiacci presenti sulla terraferma però, tanto in Groenlandia (5% del totale), quanto in Antartide (90%), questi stanno aumentando, rifiutando ostinatamente di cedere all’incessante calura del riscaldamento globale. Sarà forse per questo che il livello dei mari è salito al ritmo medio di 0,3-0,4 metri per secolo, contro un valore medio di 1,20 metri per secolo registrato negli ultimi diecimila anni. Ad oggi, non c’è alcun segnale che questa velocità di salita stia aumentando, piaccia o no ai professionisti della catastrofe.

Reblog this post [with Zemanta]
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
  1. The International Satellite Cloud Climatology Project via www.climate4you.com []
  2. Geophysical Research Letter []
Published inAmbienteAttualitàClimatologiaSegnalati

36 Comments

  1. Claudio Costa

    @ Nicola

    “Questo sarebbe vero se il ghiaccio marino fosse a pelo d’acqua. Ma essendoci montagne intere formate di ghiaccio e galleggianti sull’acqua un eventuale scioglimento dell’artico provocherebbe certamente un innalzamento del livello del mare”

    ma la diminuzione del volume da ghiaccio ad acqua della parte immersa, conpensa il volume della parte emersa

  2. Achab

    @Aldo Meschiari

    I dati mostrati da Guidi, e correttamente esposti, sono presi da cryosphere today non riguardano il volume dei ghiacci quanto l’estensione, sia in Artico che in Antartico. E’ conseguente che, per l’Antartico si tratta del ghiaccio marino.
    La confusione si può avere con il commento successivo sull’innalzamento del mare e lo scioglimento dei ghiacci continentali artici e groenlandesi

  3. Achab

    @FAbio Malaspina

    Come ho osservato prima, l’affermazione di Ferrara si riferisce ad un altro periodo rispetto a quello dei dati altimetrici satellitari. In un periodo più esteso possono senz’altro esserci stati degli andamenti altalenanti (vedi ad esempio questo abstract).
    Ma comunque il trend di lungo periodo è stato in aumento. Anche il grafico che riunisce tutti i dati satellitari indica comunque un incremento del livello del Mediterraneo, anche se inferiore a quello dei soli satelliti TOPEX e Jason-1.

    Il calcolo delle medie temporali aiuta sempre quando si hanno quantità con forte variabilità sovrapposta ad un trend, mentre le medie spaziali aiutano ad eliminare le variabilità locali come molte di quelle riscontrate nel lavoro su Venezia da te citato; è noto anche che lo Ionio si è abbassato, che il Mediterraneo occidentale è salito meno di quello orientale, etc. Va quindi da sè che maggiore è l’area mediata minore sarà l’errore; questo è molto evidente nel confronto della variabilità fra i dati del Mediterraneo e quelli globali.

    La retta del trend non vuole indicare la migliore interpolazione ne tanto meno che la variazione del livello del mare è lineare con il tempo. E’ semplicemente la procedura standard per approsimare i trend di breve periodo; ha solo valore indicativo e non sottintende alcuna relazione fisica fra le due variabili.

  4. L’articolo non è mio, quindi mi permetto solo di fare alcune considerazioni.

    Innanzitutto, non capisco dove risieda la confusione. Il ghiaccio continentale groenlandese è in crescita, sul runoff costiero c’è da discutere ed eventualmente si può, ai fini di un bilancio di massa complessivo, ma nelle zone interne si nota un ispessimento della calotta glaciale (e gli studi ci sono, anzi le misurazioni di GRACE).

    Il trend di lungo periodo dell’Artico è negativo, ma questo l’abbiamo detto sempre su CM e anche in questo articolo Guido Guidi lo sottolinea, nulla di nuovo.

    C. Gravina

  5. Aldo Meschiari

    ho riletto il pezzo e mi sembra che ci sia un po’ di confusione (di certo involontaria) tra ghiaccio marino e ghiaccio terrestre…

    Inoltre vorrei capire quali sono i dati che dimsotrano l’aumento del ghiaccio terrestre in antartide e in groenlandia?

    credo invece che l’unica certezza sia questa:
    il ghiaccio marino antartico è in un trend positivo.
    tra l’altro nel mese scorso l’aumento è stato anche statisticamente rilevante!
    marzo: +4,7% (+/-4,4)

    il ghiaccio marino artico è invece in forte trend negativo!

    sul resto vi sono solo molte discussioni…

  6. Nicola

    L’articolo di Guidi è come sempre condivisibile.
    Una solo affermazione non mi sembra corretta
    “… rammentiamo che il ghiaccio marino non contribuisce affatto a questo innalzamento, perchè semplicemente è già sull’acqua ed occupa già il volume che gli spetterebbe tornando allo stato liquido”
    Questo sarebbe vero se il ghiaccio marino fosse a pelo d’acqua. Ma essendoci montagne intere formate di ghiaccio e galleggianti sull’acqua un eventuale scioglimento dell’artico provocherebbe certamente un innalzamento del livello del mare.

    Che poi questo succeda (lo scioglimento) è tutto da provare

  7. Claudio Costa

    La giornata della terra inizia su Sky TG24 interattivo 3 con i toni apocalittici religiosi della canzone e del video “sognando chernobyl “ di Adriano Celentano, musicalmente la canzone non è male archi e chitarre elettriche, il testo però non è in metrica e risulta raffazzonato, il contenuto invece è vergognoso!
    Vi risparmio per non andare OT i paragoni tra l’energia nucleare e i danni della bomba atomica con foto di bambini deformi e vi posto solo le frasi emblematiche dell’apocalisse climatica, accompagnate nel video da immagini di gente travolta dalle inondazioni

    “oh mio signore dimmi come possiamo fare
    per evitare che il mondo salti in aria
    …………..ormai la terra è contaminata dal calore forte dei disonesti che fa sciogliere i ghiacciai scomparirà il candore dei ghiacciai e poi la luce delle città
    tutti quanti insieme salteremo in aria bum!
    un vero e proprio attacco atomico in nome dell’energia
    l’inevitabile scioglimento…dei ghiacciai della Groenlandia
    causerà poi la scomparsa di città meravigliose come… Venezia
    e l’acqua del mare più in alto salirà e poi le città sommergerà
    tutti quanti insieme salteremo in aria bum!
    potremo finalmente respirare senza quei gas
    di cui siamo già contaminati da quelle scorie nucleari che
    che in nome di quel libero commercio e della globalizzazione
    è possibile portare il cancro nelle case dei cittadini
    sognando Chernobyl
    la Terra sarà arida e deserta non si potrà più respirare “

    Qualcuno dovrebbe spiegare a Celentano che di questo passo la Groenlandia si scioglierà in qualche millennio e che non c’è nessuna prova che il riscaldamento sia dovuto al “forte calore dei disonesti” e che tutti i periodi caldi della terra sono stati caratterizzati dall’esplosione della vita vegetale e animale e non dalla “terra arida e deserta dove non si potrà respirare.
    Mi sa che Celentano è stato bombardato da una marea di disinformazione.

    Intanto è partito il G8 ambiente a Siracusa

    http://www.ecoblog.it/post/8011/g8-ambiente-a-siracusa-dal-22-al-24-aprile

    ci sono già 3 fermati con pietre e bastoni

    http://www.ilmessaggero.it/articolo….=HOME_INITALIA

  8. Aldo Meschiari

    caro Guido,
    non ho letto tutte le risposte ma mi sembtra che nel tuo pezzo non sia ben specificato che stai parlando di ghiaccio marino!!
    Questo va detto, perchè l’artico è una banchisa, mentre l’antartico è un continente. Quindi i ghiacci antartici marini sono sottoposti a una vaziazione enorme rispetto all’artico.

    Per il resto sono d’accordo su tutto.

    PS
    ho perso la tua mail.
    Potresti inviarmela a meschiari69@virgilio.it perchè avrei bisogno di contattarti.

    ciao

  9. FAbio Malaspina

    @ Achab
    La relazione di Ferrara era per le Nazioni Unite e come comito doveva raccogliere il meglio della nostra ricerca. Comunque anche la NOAA diceva cose simili, http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/20/livello_del_Mediterraneo_sta_scendendo_co_0_0105208450.shtml
    Per quanto riguarda il grafico da te indicato http://ibis.grdl.noaa.gov/SAT/slr/slr/slr_sla_mds_link_txj1_90.png, per capire la complessità dei fenomeni basta vedere sullo stesso sito la stima effettuata con altri satelliti che indica un trend consistentemente diverso http://ibis.grdl.noaa.gov/SAT/slr/slr/slr_sla_mds_link_all_66.png
    sarebbe interessante la discussione sugli errori.
    Il calcolo della media aiuta molto nel caso delle variabili statistiche, non quelle caotiche. Inoltre chi dice che la migliore intepolazione della serie storica del “sea level” è lineare?
    Ciao

  10. Achab

    @Lorenzo

    E’ sempre il caso di usare le migliori misure disponibili a seconda di cosa uno cerca. Le misure di temperatura da satellite però non danno la temperatura superficiale ma la temperatura della medio-bassa troposfera, una specie di media pesata su uno spessore relativamente grosso di atmosfera. Se si è interessati a questo, bene; se invece vuoi le temperature superficiali non è detto che ricavato dalle misure satellitaria risulti essere più preciso. Io non sono in grado di dire cosa sia meglio, ma nella maggior parte dei casi vedo usati i dati presi dalle stazioni meterologiche mentre le misure satelittari come check per i profili di temperatura con la quota o per l’alta troposfera e stratosfera.

  11. Lorenzo

    @ Achab

    giusto, ma allora fidiamoci di più dei dati satellitari anche riguardo alle temperature, che sulla rete delle stazioni superficiali permane più di un dubbio 🙂

  12. Achab

    @FAbio Malaspina

    L’origine dei dati di Ferrara non è dato conoscerla. Ma le misure altimetriche da satellite sono più recenti, come puoi vedere dal grafico linkato prima. A meno che tu non ritenga più affidabili i dati delle boe ondometriche, dobbiamo attenerci ai dati dal 1993.

    Le varibilità caotiche sono l’ideale per i processi di media e, prima ancora dei pianeti quella stagionale, sono ben note e facilmente prevedibili. I dati che ho linkato prima sono, appunto, de-stagionalizzati. Questi dati hanno anche una copertura globale (poli esclusi) e vengono anzi usati come punto di normalizzazione.

    Non ho un link da darti sull’analisi dell’errore nelle misure altimetriche, nè l’ho cercato. Queste questioni squisitamente tecniche si trovano solo nelle riviste scientifiche alle quali non ho accesso. Ma credo che, fatti salvi gli errori sistematici ininfluenti nel presente caso, sul fatto che un andamento caotico spazialmente e temporalmente possa essere ben mediato non ci sia bisogno di analisi così specifiche. Fra l’altro, basta guardare la variabilità da punto a punto, se fossero affetti da errori così grandi come temi sarebbe evidente.
    E infine, visto che la comunità scientifica si affida sempre di più propio a questo tipo di misure, basterebbe un atto di fiducia in chi con queste cose ci lavora.

  13. Claudio Costa

    pc

    22 04 2009 : Earth day 2009

    Su National geographic channel canale 402 di sky

    Programma

    17 : “Lo sviluppo insostenibile”
    18 : “6 gradi possono cambiare il mondo” con J Hansen, la fiera del catastrofismo già commentata l’anno scorso
    19 : “Oceani : segreti sporchi”
    20 : “Il saccheggio dei mari”
    21 : “Earth report 2009”
    22 : “Ghiaccio estremo” segnalato come spettacolare, con immagini in profondità dei canali di scioglimento dei ghiacciai groenlandesi.
    23 : “I semi del futuro”

    Varie repliche.

  14. max

    torno in argomento iniziale con una domanda, anche se in maniera generica:
    esistono che voi sappiate studi e pubblicazioni che mettono in correlazione diretta le variazioni d’intensità del campo magnetico terrestre (quelle secolari, dovute a cause interne) con variazioni della T media globale?
    e le variazioni di copertura glaciale ai poli (in termini cronologici di millenni, ovviamente) in relazione allo spostamento dei poli magnetici?
    a parte piccole cose, più che altro ipotesi, non ho trovato granché….
    in fin dei conti, la schermatura offerta dal nostro campo magnetico, nei periodi in cui si “affievolisce”, dovrebbe consentire ad una maggior quantità di radiazioni solari di raggiungere il nostro pianeta e l’atmosfera, con tutto ciò che ne consegue in fatto di modifiche della percentuale di ozono, ossidi di azoto etc….

  15. FAbio Malaspina

    @Achab
    IL fatto che il Mediterraneo sta diminuendo di livello è stato affermato anche da Vincenzo Ferrara (consulente dell’ex Ministro Pecoraro Scanio)http://giotto.casaccia.enea.it/ipcc/focalpoint/infoclima/2002/3CN-CLIMA.html , che poi questo non significa nulla a livello globale sono d’accordo, è utile solo a capire la complessità dei fenomeni mentre la TV quando fa vedere gli impatti dei cambiamenti climatici sull’Italia mostra gli effetti sulla costa dell’innalzamento globale previsto.Mentre l’erosione spesso è dovuta alle mareggiate, come sa chiunque ha visto le scogliere create sulla costa adriatica negli anni ’50 e ’60, nonostante fossero periodi freddi.
    Per quanto riguarda il fatto che la media annuale tolaga gli “errori” dovuti alle onde e maree sono molto scettico, non si tratta di fenomeni ciclici ma uno caotico (dovuto alle configurazioni della circolazione) e l’altro a lo spostamento dei pianeti che ha una ciclicità non annuale.Comunque se mi segnali un articolo dove è mostrato che questi tipi di errore sono del tipo “bianco” o altro te ne sarei grato.E’ comunque questi fenomeni creano degli errori strumentali sulla misura sotto i quali è impossibile scendere con l’analisi statistica anche se hai numerosi dati.
    Buona giornata

  16. @ Max
    Il linguaggio del lancio è tutto un programma! Certo mi rendo conto che una produzione TV di questa portata richieda molto tempo, chissà se si sono resi conto che la situazione è un pò diversa da quando hanno avuto questa ennesima fantastica idea per divulgare il verbo della catastrofe. Certo che il linguaggio della comunicazione è strano: ti dicono che compiono queste esplorazioni per la prima volta e poi ti dicono che hanno documentato qualcosa di mai accaduto prima. Ma se queste cose non le avevano mai fatte, da dove arriverebbe la certezza che quanto ripreso non abbia precedenti? E poi, attenzione all’uso delle parole, questi qua sono dei professionisti: “frammentarsi”, “allarmante”….Tanto di cappello, c’è solo da imparare.
    Ad ogni modo Max, amico mio, non è con buona pace mia, è con buona pace nostra, perchè al di là dell’interesse specifico per la materia che so essere la tua passione e delle novità che imprese del genere possono portare al mondo della conoscenza (spettacolo molto, come hai detto tu, contenuto vero e proprio poco probabilmente), il messaggio che i cari amici del National Geographic si prefiggono di mandare segue la scia dei famosi “6°C che distruggeranno la terra”. Siamo ansiosi di riceverlo.
    gg

  17. max

    PS: non c’entra nulla ma…. con buona pace di Guido { 🙂 }, tra due giorni verra’ proiettata, in occasione dell’EARTH DAY 2009, la nuova produzione National Geographic:

    “EXTREME ICE – GHIACCIO ESTREMO

    Nelle terre estreme, nelle regioni ricoperte dai ghiacci sta succedendo qualcosa senza precedenti. Immense distese di ghiaccio hanno iniziato a sciogliersi e a frammentarsi, scivolando ad una velocità allarmante verso gli oceani. Mentre gli scienziati si cimentano nel prevedere le conseguenze future dello scioglimento dei ghiacci, il fotografo di fama internazionale James Balog affronta rischi immani cercando di catturare il fenomeno attraverso la fotografia. Extreme Ice Survey è il nome di questa indagine e rappresenta il più grande studio della criosfera mai tentato prima. Collaborando sul campo con gli scienziati, Balog esplora il mondo sotterraneo dei ghiacci, calandosi in stretti crepacci e scalando canyon scavati dai violenti torrenti delle acque di fusione. Balog dimostra che cambiamenti geologici che pensavamo avvenissero in migliaia di anni, in realtà possono manifestarsi molto repentinamente e lo fanno sotto i nostri occhi.”

    ———————–

    al di la’ delle tesi sostenute, le poche immagini che ho visto nel trailer lasciano senza parole per la spettacolarita’ e la qualita’ delle riprese e della fotografia….

  18. Achab

    @max

    Non so dirti, io invece ricordo di aver letto che misure gravimetriche e satellitari davano risultati concordi.
    Guarda ad esempio qui:
    http://www.arctic.noaa.gov/reportcard/essay_hanna.html
    all’inizio della sezione “Satellite Observations” fa dei confronti di dati di letteratura.

  19. Achab

    @Fabio Malaspina

    Dai dati satellitari del NOOA il Mediterraneo sta crescendo:
    http://ibis.grdl.noaa.gov/SAT/slr/slr/slr_sla_mds_link_txj1_90.png
    Comunque il Mediterraneo è un bacino chiuso e particolarmente sensibile all’apporto di acque dolci dai fiumi e dalle precipitazioni; non sorprendiamoci di un eventuale comportamento a se rispetto agli oceani.

    La precisione dei dati satellitari sta propio nel mediare spazialmente, quindi non essere influenzati dalle onde e da fenomeni locali, e nel tempo, che elimina l’influenza delle maree e altri fenomeni ciclici brevi su scala annuale.

  20. max

    no no, infatti sui ghiacci marini non vedo particolari dubbi (si tratta solo di vedere il bicchiere messo pieno o mezzo vuoto…), sul ghiaccio continentale della groenlandia, invece si, anche perche’ leggo che alcune tipologie di misurazione degli spessori, fatte con tecnologia radar, sarebbero poco affidabili in quanto a risultati precisi, al contrario di altre fatte con la misurazione delle anomalie gravimetriche superficiali, e che infatti danno risultati opposti….

  21. FAbio Malaspina

    Il livello medio dei mari sembra crescere da tempo http://maps.grida.no/go/graphic/trends-in-sea-level-1870-2006 anche il fenomeno è molto complesso http://sealevel.jpl.nasa.gov/science/time-series-data.html , ad ese. il mediterraneo sta scendendo .
    Il dubbio è che le maree nell’oceano giornalmente sono dell’ordine della decina di metri(dipendono dalla disposizione degli astri) e le onde variano con il vento, come si fa a tener conto di questo dalle misure da satellite per ottenere valori dell’errore così piccoli?
    Ciao
    Fabio Malaspina

  22. Achab

    Anche se io credo che Artico e Antartico vadano trattati separatamente viste le profonde differenze sia climatiche che meterologiche delle due regioni, penso possa interessare tutti il bilancio globale dei ghiacci preso, per congruenza, dallo stesso sito dei due che compaiono nel post:
    http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/global.daily.ice.area.withtrend.jpg

    @max
    Non ci sono dati contraddittori, solo fa attenzione a non confondere i ghiacci artici marini in generale con i ghiacciai Groenlandesi. 😉

  23. admin

    @ Marco Daghetti

    Grazie a te Marco e benvenuto tra noi, buona lettura!

  24. max
  25. marco daghetti

    Leggo con interesse il Vs sito da alcuni mesi. Ho avuto anche il piacere di conoscere il Ten. Col. Guidi il mese di luglio 2005 a Porto Cesareo. Sono entusiasta nel vedere che ci sono Esperti Italiani che non si accodano ai facili sensazionalismi dispensati da pseudo-esperti sui Media, ma cercano di annalizzare nel modo più completo e scientifico possibile i dati a disposizione. Che dire.. avanti così! Grazie!

  26. Claudio Costa

    Il prof Orobelli quest’estate al Geofestival di Piacenza, disse che la Groenlandia ha un bilancio di massa negativo.

    C’è un link di riferimento sulla maggiore estensione dei ghiacci groenlandesi?

  27. Nessuna malizia, la tua è una corretta interpretazione. Tuttavia le cose non stanno esattamente così, perchè il trend dell’emisfero sud è comunque positivo. Ora, tenuto conto della differenza di massa tra i due poli, la positività dell’uno può essere più significativa della negatività dell’altro. Tenendo nel dovuto conto l’innengabile trend negativo dell’emisfero nord, leggere la situazione in questi termini, cioè di bilancio globale, sarebbe forse più corretto, anche alla luce del fatto che una buona parte di quelli che si occupano di analizzare questi dati è concorde nell’attribuire l’accresciuta velocità di scioglimento dei ghiacci artici ad una concomitanza di fattori. Tra questi, oltre naturalmente alle temperature, figurano con un peso considerovole le anomalie delle SST innescate dalle oscillazioni AMO e PDO, le correnti di superficie e la ventilazione. Fattori questi la cui tendenza ed il cui segno ora sembrano essersi invertiti. Sarà sufficiente a favorire un recupero? Difficile a dirsi, per ora appare improbabile che possa verificarsi lo scioglimento estivo totale paventato con un pò di azzardo negli anni scorsi.
    Grazie per il tuo contributo.
    gg

  28. Un momento. Qui si sta facendo un polpettone. Se vogliamo parlare delle oscillazioni stagionali, va benissimo. Se vogliamo parlare però del trend, allora non mescoliamo le due grandezze. Al massimo o destagionalizziamo, oppure detrendizziamo. Il trend emerge chiaramente nell’emisfero nord, ma le oscillazioni non sono così diverse da quelle degli anni precedenti (ripeto: l’ampiezza stagionale si è modificata, ma non in modo così drastico). Certo, variazioni anche piccole sulla stagionalità, porta a conseguenti modifiche nel trend di lungo periodo. Il trend per l’Artico è negativo ma, attualmente, siamo poco sotto la media trentennale.

    Discorso diverso per l’Antartide. Le oscillazioni sono praticamente quasi invariate, il trend è positivo (ma non statisticamente significativo per il momento), l’anomalia è fortemente positiva rispetto alla media trentennale.

    Quindi non solo l’Antartico è quasi entro la norma (parlando di oscillazioni stagionali), ma lo è pure l’Artico.

    Ecco perchè è bene disaggregare il dato stagionale da quello di fondo.

    C.Gravina

  29. A proposito di malizia, noto anche, dai due grafici sull’estensione dei ghiacciai in questo post, che la variazione dell’antartide è del tutto “nella norma” (cioè entro la variazione tipica dei decenni precedenti), mentre per l’emisfero nord è ben evidente un trend nell’ultima dozzina d’anni (almeno) che emerge ben evidente oltre l’ampiezza tipica delle oscillazioni…

  30. Ok ok ragazzi…Io la casa al mare non ce l’ho, però conosco un buon mediatore se voleste vendere le vostre… 🙂
    gg

  31. Achab

    @Lorenzo Fiore

    Chiedo venia, volevo solo fare un esempio e ho preso i dati più facili da reperire, quelli di wikipedia 😉
    Comuqnue, eccoti accontentato, i dati fino a tutto il 2008:
    http://ibis.grdl.noaa.gov/SAT/slr/slr/slr_sla_gbl_link_txj1_90.png

    P.S. Sono stato fortunato, dal 2003 ha continuato a salire e solo dal 2007 sembra essersi fermato. 😀

  32. Lorenzo

    @ Achab

    e nel lustro 2004-2009? perchè fermarsi al 2003? non starai mica usando la stessa “malizia” di cui accusi Guidi? 🙂

    ma magari non ci sono i dati, eh! chiedo soltanto, vorrei sinceramente sapere…anche se, ad occhio a croce, direi che negli ultimi anni non ci sia stato un tasso di crescita di 0.3 mm/anno, dato il raffredamento degli oceani.

  33. Achab

    Ci sono due affermazioni che mi sorprendono in questo post.

    La prima riguarda i ghiacciai della Groenlandia. Che io sappia sono in diminuzione sia in estensione della regione di scioglimento estivo che in massa totale, con un anno record nel 2007 non casualmente coincidente con il minimo storico dell’estensione del ghiaccio marino artico totale. Non capisco a che dati si riferisce Guidi quando fa questa affermazione.

    L’altro riguarda l’innalzamento del livello del mare.
    Certo, viste le grandi variazioni che ci sono state dall’ultima glaciazione, selezionando con cura il periodo nel quale calcolare la velocità di innalzamento si riescono ad ottenere facilmente numeri più grandi o più piccoli di 1,20 metri. Basta ad esempio considerare gli ultimi 5.000 anni anzicchè 10.000 ed ecco che abbiamo magicamente 0.04 metri per secolo.

    Caro Guidi, questa ovvietà le è di certo ben nota. Vedo un pizzico di malizia nella scelta del periodo in cui mediare.

    A parte questo, la media nell’ultimo secolo è di 1.8 mm/anno mentre nel decennio 1993-2003 (dati altimetrici satellitari) è stata di circa 3 mm/anno. Dire che non c’è alcune segnale che questa velocità di salita stia aumentando mi sembra davvero ecessivo.

  34. @ Lorenzo
    Hai ragione, ti prego di scusare la mia disattenzione, deve essere stato il caldo opprimente di questo inarrestabile riscaldamento globale. 🙂
    gg

  35. Lorenzo Fiori

    Leggo che “da una decina d’anni le temperature medie globali hanno smesso di crescere”:
    si è perso per caso il grafico di Gravina di Marzo 2009?

Rispondi a hronir Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »