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Climatemonitor Posts

E’ solo questione di mercato…

[photopress:biocarburanti.jpg,full,pp_image] …Perchè il mondo si svegli. Si terrà a breve un meeting della FAO (Food and Agricolture Organization) per valutare l’impatto ambientale dell’impiego dei biocarburanti. Nell’attesa il relatore speciale dell’ONU per il diritto al cibo ha già affondato il colpo, con dichiarazioni di ostilità al massiccio impiego di biocarburanti che non lasciano molto spazio al dibattito. Soltanto pochi giorni fa l’intervento del Presidente Lula che invece ne difende a spada tratta la produzione. Tutto innescato dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di base che stanno perdendo molto del loro appeal agli occhi dei produttori, sempre più entusiasti di produrre vegetali per la mobilità piuttosto che per l’alimentazione.

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Ad ognuno il suo Venerdì…

[photopress:Il_venerd__.jpg,thumb,pp_image]…Ma quello di “Repubblica” stavolta merita un commento. Edizione della settimana scorsa, non disponibile on line, con due interventi notevoli in argomento AGW. Il primo, in tempi di fresco e di battuta d’arresto del riscaldamento globale è tutto un programma: “Luomo che fa milioni vendendo fumo”. Si parla di Richard Sandor, il proprietario della European Climate Exchange, la compagnia che gestisce l’86% dello scambio dei certificati di emissione, ovvero l’obbiettivo finale degli innumerovoli codici e codicilli che hanno fatto della già scientificamente fallimentare operazione Kyoto, quello che in effetti voleva essere: una miniera d’oro.

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Bias o distrazione?

[photopress:monthly.png,thumb,pp_image] La fonte dalla quale abbiamo tratto quanto stiamo per raccontarvi non è nuova ad offrire spunti interessanti. Anzi si può dire che sia un’autentica spina nel fianco del movimento dell’AGW. Si tratta di Steve McIntyre, cioè colui che ha smascherato le nefandezze dell’Hockey Stick di Mann e soci e che ha costretto recentemente la NASA a rivedere le ricostruzioni dell’andamento della temperatura del secolo scorso, assegnando la palma (si fa per dire) di anno più caldo dei tempi recenti al 1934 e non al 1998, seppur con riferimento a quella piccola porzione di mondo che occupano gli Stati Uniti d’America. Insomma, un vero seccatore.

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La Niña se ne va?

Le pagine di Climate Monitor hanno già ospitato alcune nostre considerazioni sullo scorso mese di gennaio 2008 e, più in generale, sull’intera stagione invernale. Mesi notevoli sotto molti punti di vista, ai quali è seguito un febbraio molto simile, durante il quale si sono tuttavia mostrati dei segnali di ripresa dell’anomalia termica positiva. Torniamo oggi a a rivolgere la nostra attenzione ad una scala spaziale più ampia, riferita all’intero globo, dal momento che recentemente sono state pubblicate tutte le serie di dati ufficiali del mese di marzo.

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British Bias Corporation

[photopress:Gore.jpg,thumb,pp_image]Qualche giorno fa il mondo ha riscoperto la Niña. La monellaccia, raffreddando a più non posso la superficie dell’Oceano Pacifico orientale ha rinfrescato tutto il pianeta e, almeno per un pò, addio riscaldamento globale. Avremo una primavera piovosa ed un’estate tiepida, hanno tuonato i media. Beati loro che lo sanno, beati noi se sarà così. Nel frattempo le previsioni stagionali continuano ad indicare che invece le temperature saranno leggermente sopra la media e che di pioggia ne vedremo pochina. Una noia mortale.

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Mauna Loa

[photopress:co2_trend_mlo.png,thumb,pp_image]Più e più volte su queste pagine abbiamo parlato delle proiezioni climatiche, dei modelli di simulazione, dell’aumento di temperatura. Non torneremo proprio ora su questo argomento, anche se, in tutta evidenza, il recente e temporaneo raffreddamento, non fa che confermare le perplessità sollevate sull’attendibilità di queste previsioni. Ci basta ricordare che tutto il castello della teoria dell’AGW si basa sull’evidenza del continuo aumento della concentrazione di anidride carbonica di origine antropica in atmosfera. Un incremento molto lineare che non ha mai visto, sin dall’inizio delle osservazioni a Mauna Loa, valori medi annuali più bassi dell’anno immediatamente precedente.

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Antartide: la fusione

In questi giorni siamo spettatori di enormi blocchi di ghiaccio che si distaccano dall’Antartide accompagnati da grande profusione di grafici che tingono il continente di rosso, sulla rete ma soprattutto sui media. Insomma, è una battaglia persa? Siamo ormai all’epilogo anche per l’Antartide? Qualcosa non torna…

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Se la terra è piatta

Qualche tempo fa molti quotidiani Italiani hanno riportato una notizia allo stesso tempo comica e sconcertante. Un Astronomo iracheno ha sostenuto in televisione che la terra è piatta. Con molta ironia tutte le fonti che vi hanno dedicato spazio hanno messo l’accento sui danni che può fare un’informazione così smaccatamente truffaldina. Curiosamente però, all’insaputa di molti, questo accade più o meno quotidianamente anche da noi quando vengono affrontate le problematiche del clima.

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Quando ci vuole ci vuole!

“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta.”

[photopress:Rubbia.jpg,thumb,pp_image] Queste le parole con cui lo scienziato Carlo Rubbia ha concluso una interessante intervista pubblicata oggi da “la Repubblica“. Alcuni mesi fa abbiamo già affrontato il tema delle risorse energetiche, sia per quel che riguarda la loro disponibilità, sia per la necessità di diversificazione e, ove possibile, rimozione di alcuni tabù che, con specifico riferimento al nostro paese, limitano non poco gli spazi per le decisioni.

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Ghiaccio o news alla deriva?

[photopress:Antarctica.jpg,full,pp_image] Nell’immagine qui di fianco è rappresentato il trend della temperatura sull’Antartide negli ultimi decenni. Ebbene sì, come abbiamo ricordato anche recentemente c’è una parte considerevole del mondo che, in barba alle continue esortazioni, sta subendo un consistente raffreddamento. Nella stessa immagine è evidente come tuttavia, il settore più occidentale di quest’area così grande, stia invece attraversando un lungo periodo di aumento delle temperature. Si chiama Penisola Antartica, ovvero il prolungamento del continente verso l’America Latina.

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Un inverno vero

“Il riscaldamento globale esiste, ma il clima non sempre potrebbe collaborare.”

[photopress:Hong_Kong.jpg,thumb,pp_image]Latitudine 22,33°, longitudine 114,18° Hong Kong potrebbe non avere più inverni a partire dal 2020-2030. Questa la sconvolgente news pubblicata sul sito della WMO appena dieci giorni fa. Poco male, eventualmente potremmo prestargliene un pò dei nostri. Verrà pure dalla massima autorità meteorologica della capitale della tecnologia, ma forse non contiene esattamente l’appeal per essere pubblicata sul sito della massima autorità meteorologica mondiale. Ad ogni modo, ognuno pubblica ciò che crede.

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Restituitemi la mia Volvo…

Oggi ho aiutato mia figlia per una ricerca sull’inquinamento. Che dire, sono andato a nozze. Nel tentativo di cercare qualcosa che fosse politically correct per una terza elementare, mi sono imbattutto in alcune spiegazioni e commenti sul famigerato FAP, ovvero il filtro anti particolato. Non credevo si potesse arrivare a tanto.

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Preferisco il blu

“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità diventa un atto rivoluzionario.”

George Orwell (1903-1950)

[photopress:blu.JPG,thumb,pp_image] Alcuni mesi fa ho già affrontato il tema del consenso, cercando di entrare nel merito delle dinamiche del lavoro di collezione e diffusione delle informazioni svolto dall’IPCC, specialmente nel corso degli ultimi anni. Sembrava quasi che si potesse invertire la tendenza, che i toni del dibattito mediatico sul riscaldamento globale potessero cambiare di segno, consentendo di sostenere le proprie opinioni a parità di condizioni, anche a quella parte del mondo scientifico che la pensa in modo diverso.

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Houston we have a problem…

[photopress:apollo_13_800_1_.jpg,thumb,pp_image]…E come noi lo hanno tutti queli che si interessano al clima. Il Global Warming si è fermato, la temperatura media del pianeta ha smesso di crescere da quasi dieci anni. Certamente il trend non si è invertito, nè esistono segnali di raffreddamento, per cui siamo ancora largamente al di sopra delle medie del secolo scorso che vengono normalmente prese a riferimento.

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Non solo nimby…

[photopress:Nimby_.JPG,thumb,pp_image] Tra meno di un mese sarà primavera, ne approfitteremo per tirare le somme sulla quasi-normalità di questo inverno e, tra un’analisi e l’altra dovremo anche tornare ad occuparci dei nostri giardini. Sembra tuttavia che ci sia più di qualcuno che, a dispetto della cattiva stagione, continua a curare il proprio backyard anche di questi tempi.

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