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Mese: Marzo 2014

Un mese di meteo – Febbraio 2014

L’elevatissima piovosità sul Centro Nord e la mitezza sono i caratteri salienti del febbraio 2014

Andamento circolatorio (**)
Febbraio 2014 è risultato in perfetta sintonia con la seconda metà di Dicembre 2013 ed il Gennaio 2014, essendo dominato da un regime circolatorio atlantico caratterizzatosi per il transito di rapide perturbazioni in forma di saccature (depressioni a forma di V) che hanno interessato soprattutto l’Italia del Centro Nord e che per interazione con sistemi montuosi che circondano il bacino mediterraneo hanno generato minimi depressionari mediterranei le cui traiettorie hanno localmente interessato anche l’Italia peninsulare e le isole maggiori.
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Bricoclima

Si chiama weather@home il progetto lanciato da un gruppo di entusiasti ricercatori dell’università di Oxford. L’inghilterra è finita sott’acqua questo inverno? Beh, tutti sanno che i singoli eventi meteorologici non si possono collegare alle dinamiche climatiche, ma per loro non è così. In qualche modo, qualunque modo, deve esserci lo zampino del clima che cambia.

 

E così, dopo attenta riflessione, hanno capito che quello con cui hanno a che fare, l’attribuzione del maltempo al malclima, non è un problema di comprensione di come funziona il sistema, ma un problema di capacità di calcolo. Le due cose potrebbero in verità coincidere se si utilizzassero le simulazioni per investigare le dinamiche del sistema, ma quando le si congela nel limbo CO2centrico con la cui logica sono state costruite e le si usa a scopo statistico, si porta il virtuale nel reale attribuendogli un rango che non hanno. Però, vuoi mettere, far girare un modello sbagliato 100 volte è una cosa, farlo girare centomila è sicuramente un’altra. Quel modello diventerà magicamente efficace. Infatti, le pur sconfinate risorse messe a disposizione di quanti si battono da anni per salvare il pianeta pare  non siano sufficienti, così è nata l’idea di coinvolgere i cittadini chiedendo loro di mettere a disposizione i computer di casa. Obbiettivo, mettere in piedi una mega rete su cui far girare, girare, girare e rigirare i modelli climatici.

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Ma che clima insensibile!

L’immagine qui sopra l’avete già vista pochi giorni fa. Per la verità non era esattamente questa, infatti è stato necessario aggiungerle qualcosa. Si tratta per chi non conoscesse l’argomento di un riassunto grafico di tutte le più recenti stime della sensibilità climatica, cioè dell’aumento della temperatura atteso per un raddoppio della concentrazione di anidride carbonica rispetto ai livelli pre-industriali. Sono tutte stime al ribasso, compresa quella oggetto del nostro post di oggi e che ha reso necessaria la modifica all’immagine.

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Leggi La Stampa che ti passa…la fame!

In realtà quella che viene meno prima è la voglia di leggere. Così La Stampa il 28 febbraio scorso:

Riscaldamento globale diminuirà produzione cereali

Vediamo un po’, pare siano le anticipazioni della seconda tranche del 5° rapporto dell’IPCC. Dopo le basi scientifiche presentate lo scorso autunno è ora la volta degli impatti. Tra questi, in un mondo più caldo (che però non si scalda più ma questa è un’informazione accessoria), spicca la prevista drastica riduzione della produzione cerealicola, cioè dei prodotti alla base della catena alimentare. Il 2% ogni dieci anni, con annessa perdita di 1.450 mld di dollari.

 

Così, sempre La Stampa, il 3 ottobre scorso:

Cereali, sarà un 2013 da recordProduzione al massimo storico

Eh sì, in quello che alla fine abbiamo scoperto essere stato il 4° anno più caldo la produzione cerealicola era in ottobre avviata verso il massimo storico. Se poi ci sia arrivata non lo so, ma di sicuro non è stato un anno di carestia.

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Sopra e sotto l’acqua

Una delle prime cose che si insegna ai bambini in geografia è che il nostro pianeta è per 3/4 sott’acqua. L’acqua, ovvero gli oceani, sono un enorme serbatoio di calore. E’ quindi indispensabile volendo sapere se l’equilibrio termico del pianeta è soggetto a variazioni avere a disposizione dati d’osservazione attendibili ed affidabili, sia per la superficie che per gli strati inferiori, giù fino alle profondità oceaniche.

 

Questo è possibile, tra l’altro parzialmente, solo da qualche anno, cioè da quando sono state disseminate le boe flottanti del progetto Argo. Le serie storiche sono quindi piuttosto giovani, però è già disponibile un dataset ordinato su griglia che copre il periodo che va dal 2005 al 2012.

 

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E continuano a prenderci per il cooling

Circa il titolo, qui e qui i precedenti. Circa i fatti di oggi, mettetevi comodi, non ci vorrà molto.

Pare che le dotte spiegazioni circa le ragioni per cui la temperatura globale ha smesso di crescere malgrado il forcing e le profezie di disastro imminente siano ormai tante da poter comporre una classifica. Per l’esattezza una top ten, che se avete voglia di un riassunto trovate qui.

La new entry è un paper firmato da Gavin Shmidt e soci, cioè dal nocciolo duro del blog Real Climate, la finestra (senza parapetto) sulla sventura climatica prossima ventura.

 

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Ad ogni latitudine il suo global change

Attenzione, come leggerete nei commenti, il titolo di questo post è stato cambiato grazie al sagace suggerimento di Luigi Mariani, che non smetterò mai di…

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