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Mese: Dicembre 2013

Outlook inverno 2013-2014 – Aggiornamento di fine anno

A seguito della fase di sviluppo del warming stratosferico, ben individuato nel primo outlook emesso lo scorso ottobre e classificato come evento Minor nel più recente pubblicato il 19 dicembre scorso, il VPS subirà una pesante alterazione. Ora cercherò di spiegare il perchè sussistano le possibilità che il tutto evolvi verso un evento Major con split del vortice polare stratosferico.

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E meno male che c’è il global warming…

Chissà se stanno pensando questo a bordo della Akademik Shokalskiy la nave intrappolata tra i ghiacci dell’Antartide ancora incredibilmente abbondanti nonostante l’estate australe. A 1700 km da Hobart, in Australia, con le navi rompighiaccio spedite in soccorso che non riescono ad arrivare a causa dello spessore troppo elevato della copertura glaciale.

 

Ancora un anno decisamente anomalo per i ghiacci dell’emisfero sud, con l’elemento di novità fornito dal fatto che quest’anno non se l’è passata troppo male neanche l’Artico. Da Cryosphere today, una carrellata di immagini e informazioni che vorrei tanto che qualcuno ci spiegasse in chiave riscaldamento globale.

 

Cominciamo con l’estensione attuale (di inizio estate) del ghiaccio marino antartico:

 

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Ghiaccio artico in recupero, e non solo di estensione

Quest’anno non si è parlato molto dei ghiacci artici. Dopo il minimo storico del 2012 – considerato tale per il periodo in cui si compiono misurazioni satellitari – complice una circolazione atmosferica stagionale favorevole, l’estensione minima della stagione calda 2013 è stata decisamente superiore, pur mantenendosi comunque sotto la media di riferimento. Questo, inevitabilmente, conferma il trend negativo del lungo periodo, sempre considerando come tale quello dell’era dei satelliti. Questo, a quanto pare, non fa notizia.

 

Ora, quando manca davvero poco al termine dell’autunno, escono i dati rilevati dal satellite Cryosat, i cui sensori sono in grado di investigare anche lo spessore e quindi il volume della massa ghiacciata. Sono dati molto sorprendenti, perché rivelano che nel 2013 il recupero non ha riguardato solo l’estensione superficiale, anzi, ad essere aumentato è soprattutto il volume del ghiaccio, specialmente con riferimento al ghiaccio pluriennale, che avrebbe visto un incremento di spessore che varia da 20 a 30cm. In sostanza, al 13 dicembre 2013, sono stati stimati con i dati Cryosat circa 9000 Km3 di ghiaccio, contro i circa 6000 dell’anno scorso.

 

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Il gelo di Lampedusa

Il TG2 ha mandato in onda due giorni orsono un filmato in cui si mostra la disinfezione di alcuni migranti ospitati nel “centro accoglienza” di Lampedusa (il filmato si può vedere a questo link).

 

Dalla visione delle immagini, girate da un ospite del centro curiosamente dotato di cellulare e computer portatile,  confesso di non essere stato in grado di confermare il giudizio lapidario e senza appello di condanna dei responsabili del centro che è già venuto dai massimi rappresentanti europei ed italiani (il Commmissario UE Malmstrom, il Capo dello Stato , il Presidente del Consiglio, il Presidente della Camera, il Ministro dell’Interno, il Ministro degli Esteri e, giù giù, fino al Sindaco superstar dell’Isola). Un giudizio che a mio avviso avrebbe dovuto essere espresso a seguito di una rapidissima inchiesta affidata a pubblici ufficiali competenti (per inciso ricordo che è stata avviata un’inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento per violenza privata e maltrattamenti nei confronti di persone sottoposte a cura e custodia, sui cui tempi di conclusione non ho notizie).

 

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Inverno 2014, il gruppo di lavoro dell’OPI aggiorna il suo Outlook

Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti, Filippo Casciani ed Andrea Zamboni, membri del Center for Study on Climate and Teleconnections di “Centro Meteo Toscana”, mi hanno mandato un aggiornamento del loro Outlook per la prossima stagione invernale. Il lavoro si basa sull’indice OPI da loro stessi sviluppato, indice di cui abbiamo parlato anche sulle nostre pagine. Questo Outlook segue una prima pubblicazione del novembre scorso (qui su CM), e sta già trovando ampio spazio di discussione sul forum del CMT, dove è stato pubblicato in originale alcuni giorni fa. Leggendo quanto ipotizzato in questa previsione, vi accorgerete che la ‘divergenza’ con i nostri Outlook si sta allargando, nonostante l’impianto, ovvero il segno che si immagina possa assumere nel complesso il valore dell’indice AO, sia ampiamente condiviso. L’aspetto più interessante di tutto questo è che in sostanza si parte da approcci molto simili ove non addirittura uguali. L’osservato speciale è il pattern di circolazione del mese di ottobre, mese di formazione del vortice polare, un pattern che sembra anticipare le dinamiche dell’evoluzione della circolazione nel trimestre invernale. Su questa evoluzione però le analisi differiscono, come avrete certamente modo di leggere. Il verdetto lo darà la stagione ma, nella realtà dei fatti, nessuno di noi è particolarmente interessato a questo specifico risultato finale. Quel che ci interessa è capire se questa sia la strada giusta e ci sono tutte le premesse perché lo sia. Per parte mia, sono contento che CM stia iniziando ad essere un catalizzatore di queste discussioni e spero che lo sia sempre di più. Buona lettura,gg

 

OCTOBER PATTERN INDEX (OPI) FORECAST PER LA STAGIONE INVERNALE 2013-2014: PRIMI RESOCONTI , AGGIORNAMENTI E NUOVI IMPORTANTISSIMI SVILUPPI DELLA RICERCA

 

Ci troviamo oggi per fare un primo resoconto in merito alla performance previsionale del nuovo modello di previsione stagionale tutto made in Italy e conosciuto con la sigla OPI. Prima di procedere però consentiteci di fare una breve digressione per rendervi partecipi di una bella notizia per noi, ma riteniamo anche per lo “spirito” della comunità italiana. Lo studio dell’OPI ha avuto notevole risonanza all’estero, con particolare riferimento agli USA, dove addirittura è stato citato da alcune emittenti radiotelevisive (tra cui l’NBC), attirando la curiosità del mondo scientifico. A tal proposito siamo stati contattati, ed è questa la notizia di cui volevamo rendervi partecipi, da uno dei massimi esponenti di questo settore a livello mondiale: parliamo del Professor Judah Cohen.

 

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Diverse forme di “libero pensiero”

Mi capita tra le mani un articolo di Fedora Quattrocchi, che così si definisce sul suo profilo Twitter: dirigente di ricerca INGV, resp. unità geochimica fluidi, stoccaggio geologico e geotermia ma parlo e penso a titolo personale. L’articolo è uscito su un blog che si chiama liberipensierieoltre, la cui sommaria descrizione, quella che dovrebbe catturare l’attenzione dei lettori è la seguente: Un blog plurale e pluralista, propositivo e di aiuto. Senza fronzoli, nè velleità se non di dire la propria, schiettamente, pacatamente.

 

Si tratta di una cronaca dell’audizione tenutasi presso il Parlamento Europeo sul futuro energetico e climatico del pianeta, audizione alla quale pare4 fossero assenti in blocco i parlamentari italiani, ca va sans dire. Su questa assenza, ma soprattutto sull’inconsistenza delle argomentazioni dell’audizione, la Quattrocchi basa la propria critica, sostenendo a gran voce la necessità di implementare senza indugio le tecniche di CCS (Carbon Capture and Storage) per abbattere drasticamente e rapidamente le emissioni.

 

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Outlook inverno 2013-2014 – Verso il primo warming stagionale

La situazione tropo-stratosferica è ormai verso l’apice del condizionamento descritto nel precedente Outlook. Così come indicato, sia nel testo di prognosi che nei commenti successivi, le prossime settimane risentiranno di un cambiamento le cui basi sono state poste proprio in questi primi quindici giorni di dicembre e che probabilmente porteranno al primo warming indicato nel precedente outlook di ottobre.

 

Ad oggi possiamo indicare che se tale warming si verificherà potrà essere classificato quale minor warming ed interesserà la zona orientale della Siberia attorno ai 60°N di latitudine determinando un riscaldamento alla quota isobarica di 10hPa di 25°C in circa una settimana tra Natale e Capodanno. La dinamica del suo probabile  sviluppo la descriveremo qui a breve ma vorrei aggiungere che in relazione alla posizione che eventualmente assumerà potrà determinare i primi flussi meridionali convergenti in area polare con i primi seri disturbi al vortice polare stratosferico che sarà costretto ad un posizionamento fuori sede geografica. Questo potrebbe porre le basi per un successivo warming, anche di tipo principale, ma questo specifico aspetto mi riservo di analizzarlo meglio in un successivo aggiornamento dell’outlook.

 

Prima di entrare nella  dinamica che si presuppone porterà a questo primo minor warming diamo uno sguardo all’andamento dell’indice AO in questi primi 18 giorni di dicembre che ricordo, nel primo outlook, essere stato previsto positivo proprio per il mese di dicembre. In figura 1 possiamo riscontrare l’andamento dell’indice AO la cui media del periodo 1-18 dicembre si è attestata al valore di +1,76, indicando un indice AO piuttosto positivo in linea con le attese.

 

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Il Global Warming c’è ma non si vede

Quando alcuni anni fa abbiamo iniziato a parlare del rallentamento e arresto dell’aumento della temperatura media del pianeta, la prima e immediata reazione dei fedelissimi dell’AGW è stata di scherno. Non capite niente, si diceva, quello che conta è il trend di lungo periodo, cosa volete che siano pochi anni di mancato aumento e comunque tra i più caldi. Poi gli anni sono diventati un po’ di più, e allora sono arrivate delle dotte spiegazioni con le quali, lente di ingrandimento alla mano, si notava comunque qualche millesimo di aumento; bastava, come sempre del resto, scegliere accuratamente l’inizio e la fine del periodo da esaminare. Poi gli anni sono aumentati ancora – per la cronaca lo stop all’aumento delle temperature è ancora in atto – e, seppur controvoglia, sono arrivate spiegazioni altrettanto dotte della fine che potrebbe aver fatto il calore scomparso. Stante la persistenza del forcing, ossia il continuo aumento della concentrazione di CO2, dal momento che la teoria è acquisita, se la temperatura media superficiale non aumenta l’energia deve essersi rintanata da qualche parte, per esempio nelle profondità oceaniche.

 

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