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Mese: Luglio 2013

Mirror Posting – Decrescita: Il Rischio delle Semplificazioni

Sviluppo Felice non sono un nome e un cognome, ma il titolo di un blog che si occupa (o preoccupa) di esplorare il tema della decrescita e, almeno stando alla pagina di presentazione, lo fa da un punto di vista un po’ di verso dal solito. Benedetto Rocchi, ricercatore presso il Dipartimento delle Scienze delle Produzioni Vegetali del Suolo e dell’Ambiente Agroforestale dell’Università di Firenze, ha pubblicato un post con il suo punto di vista sull’argomento e mi ha mandato il link perché ne facessi il mirror.

 

Nel dare atto a chi gestisce quel blog di di aver mostrato correttezza e disponibilità non comuni nel dare spazio ad opinioni non propriamente a loro assimilabili, non posso però fare a meno di notare che nel primo dei due commenti giunti al post, un commento firmato dal coordinatore del sito, compaiono proprio quelle semplificazioni, generalizzazioni, dogmi e luoghi comuni propri di un approccio fideistico al tema delle dinamiche del clima. Troppo spesso questi argomenti vengono utilizzati per dar forza e corpo a temi di diversa natura, quali quello dell’ambiente e, perché no, del vivere sociale, finendo per promuovere un uso strumentale di informazioni in molti casi neanche lontanamente scientificamente robuste.

 

Vi affido lettura e commenti, pregando chi volesse intervenire di rimanere sul tema e, soprattutto, di mantenere toni civili.

Buona lettura

gg

 

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di Benedetto Rocchi – Università di Firenze

Spett.le Redazione [di Sviluppo Felice],

 

un qualsiasi processo di sviluppo implica anche una crescita dimensionale. Per questo non vedo opposizione tra crescita economica e sviluppo della società. Mettere al centro il concetto di “crescita” (come fanno i sostenitori della decrescita) indica una certa semplificazione ideologica. Sul piano economico, Pasinetti ha messo in luce i limiti dei modelli di crescita omogenea, mostrando che,  con l’accumulazione delle conoscenze, l’aumento di ricchezza sociale implica la soddisfazione dei nuovi bisogni che l’aumento del reddito fa emergere.L’insistenza sulla diminuzione del PIL è solo la punta di un iceberg di semplificazioni. Ad esempio Serge Latouche sostiene, tra i punti del suo “decalogo decrescista”, la necessità di una moratoria nello sviluppo di nuove tecnologie, preconizzando allo stesso tempo la fine del lavoro attraverso una più ampia sua distribuzione (il vecchio “lavorare tutti, lavorare meno”) e l’orientamento verso l’autoconsumo. Ma l’esperienza storica mostra che nelle società rurali a tecnologia arretrata e basate sull’autoconsumo si lavora tutti (eccetto forse alcuni gruppi sociali privilegiati) ma, ahimè, si lavora molto! Basta farsi raccontare dai vecchi delle nostre campagne la vita che facevano per farsi un’idea di quanto la tecnologia sia stato uno strumento di “liberazione” dal lavoro.

 

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In Vino Veritas, anche sul clima

Tra qualche settimana, al massimo un paio di mesi, ricominceremo ad essere bombardati dalle stime sulla stagione vinicola. Vino buono ma poco abbondante in annate con buon soleggiamento, raccolto compromesso nelle annate siccitose, maturazione difficile nelle annate più piovose della norma e così via. Negli ultimi anni, a ben vedere, le abbiamo viste praticamente tutte.

 

Con riferimento alla viticoltura, i parametri atmosferici di riferimento sono svariati, c’entra il sole, sicuramente, così come c’entra l’umidità atmosferica. Ma il fattore capace di imprimere il condizionamento più significativo è la temperatura massima media dei mesi di luglio e agosto. Da questa dipende la data di maturazione dell’uva. Nei luoghi dove la produzione vinicola ha una lunga o addirittura lunghissima tradizione, esistono delle registrazioni anche plurisecolari delle date di inizio del raccolto delle diverse qualità di uva. Dall’analisi di queste serie, spesso ottimamente conservate e documentate, è possibile per il tramite di opportuni accorgimenti, ricavare delle interessanti informazioni di natura paleo climatica.

 

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