Salta al contenuto

Mese: Settembre 2012

Metà metano

Il titolo è un gioco di parole ovviamente ma non è molto lontano dalla realtà che sta emergendo dalle ultime ricerche sulla concentrazione del metano atmosferico. Su Nature dei ricercatori americani hanno pubblicato un paper dove abbinano il declino della concentrazione di etano atmosferico a quella del rateo della concentrazione di metano atmosferico, evidenziando il fatto che i due trend sono strettamente correlati.

Quello che segue è il titolo del paper, da cui estraiamo la figura 4.

Facebooktwitterlinkedinmail 5 Comments

News&Events: Roma 12 ottobre 2012

Venerdì 12 ottobre a Roma, in Campidoglio (sala Carroccio) alle ore 15:00 si terrà un convegno di meteorologia dal titolo “Meteo e Clima nelle Regioni Italiane, tra verità e leggende metropolitane”. Nel giorno del 520° anniversario della scoperta dell’America, il giornale online di scienza e meteorologia http://www.meteoweb.eu/ ha organizzato quest’iniziativa che vuole raccontare la storia della meteorologia proprio dal viaggio di Cristoforo Colombo e dalla sua scoperta del “Nuovo Mondo” fino ai media di oggi, con le verità su fenomeni estremi e cambiamenti climatici e una chiara distinzione tra i dati scientifici e, invece, i catastrofici allarmismi.
Al convegno presenteranno le loro relazioni molte grandi personalità del panorama scientifico italiano come Alfio Giuffrida e Massimo Morico dell’Aeronautica Militare,Bruno Zolesi dell’Ingv, Marina Baldi e Massimiliano Pasqui del Cnr, il Direttore della Divisione “Servizi Climatici” del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici Silvio Gualdi, il geografo del CRA-CMA Luigi Iafrate, la ricercatrice del CRA-CMA Maria Carmen Beltrano, la climatologa Franca Mangianti e l’astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope.
L’incontro sarà moderato da Peppe Caridi, giornalista e direttore di MeteoWeb. Di seguito pubblichiamo il programma completo e la locandina ufficiale:

Facebooktwitterlinkedinmail Leave a Comment

Climate change e percezione del rischio, è un problema di capacità culturali?

Corre voce, anzi, più che altro fanno correre la voce, che quanti affermano di non essere convinti che ci attenda un futuro climatico a tinte fosche a causa del peso del contributo umano siano duri di comprendonio, ovvero non in grado di comprendere la complessità dei segreti della scienza e per questo inclini ad essere in errore. Eppure, nonostante la maggior parte degli scienziati del clima sia orientata a riconoscere come preoponderante l’effetto antropico sulle dinamiche del clima, ci sono fior di loro colleghi che esprimono palesemente il loro scetticismo.

Questo che ho parafrasato, è l’incipit di un articolo uscito nel maggio scorso su Nature Climate Change:

The polarizing impact of science literacy and numeracy on perceived climate change risks – Kahan et al., 2012doi:10.1038/nclimate1547

Un articolo molto interessante che spazza via una volta per tutte quel fastidiosissimo preconcetto di superiorità culturale sbandierato spesso e volentieri dagli attivisti del cambioclimatismo. Ne abbiamo avuto molte manifestazioni anche sulle nostre pagine in occasioni che non starò ad elencare ma che se volete potete reperire facilmente, tanto è comune questo atteggiamento.

Facebooktwitterlinkedinmail 32 Comments

Il Metano non dà una mano

Spero che il gioco di parole di questo titolo non irriti la suscettibilità di chi ha utilizzato uno slogan molto simile con grande efficacia in termini di marketing, perché semplicemente quanto state per leggere con quella campagna pubblicitaria proprio non ha nulla a che fare.

Come al solito infatti evitiamo di sconfinare nell’orto altrui, restando saldamente ancorati alla nostra area di competenza, quindi parliamo sì di metano, ma esclusivamente in termini climatici.

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

L’uovo oceanico e la gallina stratosferica

Sarà perché sta per arrivare l’inverno boreale, sarà perché si fa sempre più pressante la richiesta di previsioni stagionali, sarà perché più si studia l’atmosfera e più diventano vasti gli orizzonti nella cui direzione guardare, ma è un fatto che negli ultimi tempi si stanno moltiplicando gli sforzi per individuare le relazioni attraverso cui il sistema terra, oceani, atmosfera realizza le sue dinamiche.

Ho scritto scientemente atmosfera e non troposfera, derogando, ma con diritto, alla regola numero uno che mi è stata inculcata quando ho iniziato a occuparmi di meteorologia: lo strato atmosferico che ci interessa è uno e uno solo, quello compreso tra la superficie e la tropopausa, la troposfera. Neanche a farlo apposta, poteva resistere una tale limitazione in un sistema che da’ segni ogni giorno di essere intimamente connesso in ogni sua parte? La risposta è scontata, decisamente no.

Facebooktwitterlinkedinmail Leave a Comment

Duminica jurnata di sciroccu / Fora nan si pò stari

Anto’ fa caldo! In questi giorni di scirocco settembrino che spinge verso l’alto la temperatura e l’umidità viene da chiedersi  come resistevano al caldo quando non c’era l’aria condizionata e, nonostante la concentrazione di CO2 fosse inferiore all’attuale, le temperature salivano.  Jules Verne nel suo romanzo “Parigi nel XX secolo (Paris au XXe siècle)”, pubblicato il 1863, già prevede l’uso a Parigi dell’aria condizionata negli edifici. Nel sud Italia si faceva quel che si poteva, spesso nelle abitazioni dei nobili signori siciliani della zona occidentale era prevista una stanza fresca dove difendersi dallo scirocco. La denominazione suggestiva di “camera dello scirocco” per indicare questi singolari ambienti freschi si ritrova per la prima volta in un atto notarile del 5 agosto 1691 dove si legge: “Scendesi più in basso a man destra vi è una grotta seu camera di scirocco con fontana in mezzo e tutto in giro con mattoni di Valenza” . Una riproduzione di questa camera rifugio la offre il film “La stanza dello scirocco” del 1998 diretto dal regista Maurizio Sciarra con protagonista Giancarlo Giannini. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Domenico Campana del 1986, potete vederne uno spezzone qui.

Facebooktwitterlinkedinmail 4 Comments

I dati NOAA aggiornati ad agosto 2012

Le anomalie di temperatura media mondiale terra+oceano (GHCN-M) scaricabili da qui sono state aggiornate con i dati relativi al mese di agosto 2012.

Da questo mese ci sono state modifiche al software di gestione delle disomogeneità e il risultato è che si è passati nel database delle anomalie/temperature dalla versione GHCN-M 3.1.0 alla versione GHCN-M 3.2.0 (informazioni qui; vedere anche il Technical Report).

Si può trovare una descrizione dell’aggiornamento precedente (luglio 2012) qui. Tutti i grafici e i dati numerici sono disponibili qui.

Le differenze di temperature (novembre 2011-agosto 2012) si presentano così: (pdf)

Facebooktwitterlinkedinmail 10 Comments

Clime ed eventi estremi: E’ Una scienza priva di “attributi”?

Perdonatemi il titolo non proprio nobilissimo e la sua prossimità con la ben più seria frase di Diogene. Il fatto è che di aumento della temperatura media globale, di modifiche alle dinamiche del clima nel lungo periodo e su ampia scala spaziale possiamo parlare finché vogliamo, ma quello che realmente ci interessa nel quotidiano e dovrebbe interessare anche chi su nostra delega prende le decisioni, è sapere se questo aumento e queste modifiche potranno avere o abbiano già avuto un impatto sugli eventi atmosferici estremi che sia discernibile da quello che questi eventi hanno sempre avuto. Se del caso, inoltre, sarebbe altrettanto lecito chiedersi cosa si può fare per mitigare questo impatto o per aumentare la nostra capacità di resilienza.

Facebooktwitterlinkedinmail Leave a Comment

Vedono rosso

Il tempo vola. Si possono condensare gli ultimi 120 anni di clima in soli 26 secondi. Basta fare come ha fatto la NASA producendo un suggestivo video che “rappresenta” l’andamento delle anomalie della temperatura globale rispetto al periodo di riferimento 1951-1980.

Naturalmente, come giustamente osservato da Andrea, il lettore che me lo ha segnalato, il fatto che sia stato scelto il periodo di riferimento più freddo della ultime decadi è puramente casuale. Del resto, J. hansen, che è a capo del GISS della NASA, il gruppo che gestisce il dataset delle temperature globali, ha chiaramente detto di ritenere che quel periodo rispecchi efficacemente il clima dell’Olocene, cioè 30 anni sono buoni per valutarne 12.000, vuoi che non lo siano per valutarne 120?

Ma c’è di più.

Facebooktwitterlinkedinmail 13 Comments

Una granita al giro di boa

Finalmente dovremmo esserci: il ghiaccio artico dovrebbe aver raggiunto il minimo stagionale. Basta grattar via acqua ghiacciata per mescolarla con lo sciroppo, di qui in avanti dovrebbe iniziare la ripresa. Fin dove non è dato saperlo.

Quel che sappiamo è che quest’anno, al netto del ‘rumore’ generato dai diversi metodi di osservazione e classificazione, l’estensione del ghiaccio marino artico è scesa ancora più in basso del fatidico minimo del 2007. E non è solo un problema areale, perché allo stesso tempo si è stabilito un record anche per il volume e quindi per lo spessore medio di ciò che rimane e che ora faticosamente dovrebbe tornare a crescere. Con record, naturalmente, si intende il valore minimo mai osservato da quando il ghiaccio lo si misura dall’alto con i sensori satellitari, cioè dal 1979.

Facebooktwitterlinkedinmail 13 Comments

Del doman non v’è certezza

Del doman non v’è certezza, recitava il poeta, riscuotendo oggi il plauso del meteorologo che ci aggiunge volentieri anche il dopodomani. E per dopodomani l’altro? Beh, per quello è diverso, per quello ci sono i modelli climatici, che notoriamente tutto sanno.

Ecco qua, dal blog di Roger Pielke sr., un paio di post nei quali si parla proprio di performance modellistiche su due aspetti delle dinamiche del clima tutt’altro che secondari, la risposta del sistema alle eruzioni vulcaniche e gli eventi precipitativi.

Facebooktwitterlinkedinmail 4 Comments

Chiacchiere, sono solo noiosissime chiacchiere.

C’é una storiaccia in giro nella blogosfera climatica (argh…l’ho scritto di nuovo!) nella quale proprio non riesco a raccapezzarmi. Nelle prossime righe proverò ad interpretarla, ma già so che nel migliore dei casi riuscirò a malapena a fornirvi qualche indizio e un po’ di link.

Non si tratta di complicati discorsi climatici, nè di allettanti digressioni meteorologiche. Si tratta di chiacchiere, solo chiacchiere e pure noiose. Di queste peró, é fatta gran parte della nostra vita, delle nostre giornate e…delle cose che si leggono.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail 5 Comments

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »