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Mese: Aprile 2012

Natura madre, Natura matrigna

Alle radici del millenarismo sta forse anche l’incapacità di rapportarci positivamente con i fenomeni naturali?

Secondo statistiche accreditate, Il 50% circa della popolazione mondiale vive ormai nelle città, una percentuale mai raggiunta in passato. Dal punto di vista antropologico l’inurbamento si traduce nella crescente difficoltà nello stabilire un rapporto sereno e razionale con l’ambiente esterno alle metropoli, il che fa prendere corpo a scenari di mondi artificiali che fin qui ritenevamo prerogativa dei soli libri di fantascienza. A fronte di un tale contesto, i ponti di primavera sono ancor oggi per molti cittadini un’occasione di contatto con lo spazio rurale e forestale e dunque possono rivelarsi il momento giusto per una riflessione serena sul nostro rapporto con la natura, riflessione cui questo articolo si propone di contribuire con alcuni spunti.

E come primi elementi di riflessione propongo ai lettori quelli che per molti saranno solo aridi elenchi e che ricostruisco così, a memoria, senza aprire testi che avrebbero come unico risultato di farmeli di molto allungare.

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Calma e sangue freddo, anzi gelato. Arriva la glaciazione!

Embè, non si può scherzare? Mica ho detto che arriva domani! Epperò arriva, presumibilmente entro qualche migliaio di anni.

Gironzolando per il web climatico, che ormai è un po’ una realtà a se stante, mi sono imbattuto in un post molto interessante e, per i nostri figli alla decima potenza, anche un po’ allarmante.

Come molti sanno, ma altrettanti fanno finta di non sapere, la normalità per questo accaldato Pianeta è il freddo, anzi, il gelo. Le glaciazioni infatti hanno occupato molto più tempo nella vita anche recente del Pianeta di quanto non abbiano fatto i periodi interglaciali come quello che stiamo vivendo. E lo hanno fatto con una ciclicità piuttosto regolare, con periodi di progressivo e intenso raffreddamento molto lunghi, intervallati da improvviso ma breve riscaldamento. Il tutto, attenzione, secondo la scala temporale climatica, che non ha nulla a che vedere con quelle alle quali normalmente ci riferiamo e che possiamo tentare di immaginare leggendo ad esempio la storia dell’evoluzione della nostra società.

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Il Pianeta perde calore, ma non la CO2

Ma quanto manca alla conferenza di Rio? Due mesi? Per la miseria, sarà una fatica arrivarci. Ogni giorno ne esce una nuova a causa dei lavori preparatori all’ennesimo annuncio di disastro imminente. Nature, (ex)autorevole rivista scientifica (ex almeno in termini climatici), è in prima linea.

Alcuni giorni fa è uscito un articolo di quelli destinati a far saltare il banco.

Global warming preceded by increasing carbon dioxide concentrations during the last deglaciation – Shakun 2012

Che cosa? L’aumento della CO2 ha preceduto l’aumento delle temperature alla fine dell’ultima glaciazione? Questa sì che è una notizia, dai proxy delle carote di ghiaccio antartiche si era sempre visto il contrario, prima la temperatura e poi, solo poi la CO2, anche con un ritardo di centinaia d’anni. E invece, collezionando ben 80 serie di dati proxy di vario genere, gli autori di questo articolo giurano di aver scoperto esattamente il contrario, sovvertendo una delle più solide critiche mai fatte all’ipotesi delle origini totalmente umane del riscaldamento globale. Se infatti la CO2 ha preceduto le temperature vuol dire che ne ha più probabilmente causato l’aumento.Vale la pena investigare.

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Orsetti polari alla riscossa

Diciamocelo: per anni ci hanno fatto sentire in colpa perchè noi, terribili esseri umani, stavamo mettendo a repentaglio la vita di quegli orsetti bianchi, very tender, very soft. In realtà questa è l’idea un po’ troppo romantica di certa parte di ambientalismo. Gli orsi polari non fanno altro che fare il loro mestiere: vivono, si riproducono e sbranano per cibarsi. Quindi in realtà sono meno bianchi di quanto vogliano farci credere. E da oggi possiamo dire che sono anche meno a rischio estinzione di quanto ci hanno fatto credere, per farci sentire in colpa.

In questi giorni sono arrivati i risultati di una approfondita indagine sulla popolazione di orsi polari, nell’Artico canadese. Il censimento è stato condotto lungo ben 8000 km di territorio. Prendiamo ad esempio la Baia di Hudson. Mille orsi c’erano all’inizio degli anni 2000, mille orsi ci sono adesso. In barba alle catastrofiche previsioni di molti ambientalisti che volevano la popolazione di orsi già quasi dimezzata nel 2011.

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AR5, prove tecniche di modellazione

Si lavora alacremente nella comunità scientifica. Il prossimo report IPCC arriverà nel 2013, presumibilmente in primavera i Summary For Policy Makers dei tre diversi working group e poi, solo dopo aver opportunamente consumato l’eco mediatica (e consunto un certo numero di altre cose che non nominiamo), il report completo verso l’autunno, per una nuova ondata di repetita juvant sempre sui media.

Sul sito KNMI si stanno riempiendo i dataset set che serviranno ad alimentare gli scenari dei Representantive Concentration Pathways sui quali saranno innestati i modelli climatici per tirar fuori le simulazioni della temperatura media globale per i prossimi cent’anni. Il materiale è ovviamente incompleto, pare che il processo sia ancora in corso e la faccenda richieda tempo.

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Discontinuità nel tasso atmosferico di CO2 nel 1976 e nel 1994

La sedicente saggezza convenzionale continua a riempire giornali, radio e TV con anticipazioni di un estremo riscaldamento globale – entro il secolo. Sostengono che probabilmente è dovuto alla combustione di carbone, gas e petrolio producendo anidride carbonica che accentua l’effetto serra. La EPA, agenzia USA per la protezione dell’ambiente, ha scioccamente classificato questo gas (CO2) fra quelli dannosi e inquinanti. Se non ci fosse, la terra sarebbe gelida, non crescerebbero piante, non ci sarebbe l’umanità.

I miei amici climatologi non sono d’accordo. Fanno i calcoli giusti e spiegano molti fenomeni in modi sempre migliori. Gli altri climatologi (che sbagliano arrogantemente) continuano a cercare di calcolare quanto sarà l’aumento della temperatura atmosferica in funzione del tasso di CO2. Questo certo influisce, ma i fattori rilevanti sono moltissimi. Asseriscono che la causa del riscaldamento è antropica e che hanno ragione loro perché sono in maggioranza. Trascurano che nelle loro file non hanno potuto contare: Tom Gold, Freeman Dyson, Luigi Mariani, H. Tennekes, Lord Monkton, Roger Pielke e altri “cani grossi”. Pretendono di sapere che limitando l’aumento di anidride eviteremmo che la temperatura cresca più di due gradi.

È vero che il tasso di CO2 nell’atmosfera nell’ultimo mezzo secolo è cresciuto di quasi il 25% (da 315 a 392 parti per milione). Però l’anidride carbonica costituisce ancora meno di metà dell’uno per mille dell’atmosfera.

Se consideriamo la serie storica dei tassi di CO2 (misurati a MaunaLoa nelle Hawaii) dal 1959 a oggi, vediamo che ci sono state 2 discontinuità. Dal 1959 al 1976 l’aumento medio annuo era di 0,95 parti per milione (ppm). Dal 1976 al 1994 cresce  a 1,48 ppm e dal 1994 al 2011 cresce ancora a 1,81 ppm.

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I Giardini di aprile si vestono di nuovi colori

In Giappone uno tra gli eventi più amati e seguiti è la fioritura dei ciliegi, in occasione della quale tutta la popolazione fa festa. La ricorrenza è nota da decenni però, da alcuni anni, visto che le fioriture anticipavano rispetto al “giorno medio” del trentennio precedente, sui quotidiani italiani i ciliegi giapponesi sono divenuti lo strumento per dimostrare scientificamente il riscaldamento globale del pianeta a causa delle emissioni umane. La natura però è spesso imprevedibile anche per chi fa previsioni per i prossimi 100 anni. Nel 2011 (anno del famoso terremoto) e quest’anno la fioritura è tornata alla “normalità” o addirittura in leggero ritardo. Gli stessi quotidiani, anziché utilizzare la stessa logica per “gridare” all’imminente glaciazione, hanno in gran parte quasi ignorato la notizia.

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Due parenti stretti, ghiaccio artico e oscillazione artica

La misura dell’estensione del ghiaccio marino alle latitudini artiche è uno dei topic della discussione sulle dinamiche del clima degli ultimi anni. Più caldo uguale meno ghiaccio, un’equazione che si sente ripetere spesso che risulta vera a scala geologica, come insegna la storia del Pianeta, ma di cui spesso si abusa, dal momento che mal si attaglia alla descrizione di quanto accaduto in tempi recenti.

Il ghiaccio artico è in declino, questo è incontestabile. Più o meno da quando si è iniziato a misurarlo con metodi oggettivi, sebbene ad esempio appena qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post in cui si parla di dati un po’ più vecchi ma normalmente non impiegati per rappresentarne l’andamento, che rendono la realtà di questo declino meno decifrabile.

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Città, campagna e Global Warming

Alcuni mesi fa sono stati pubblicati i risultati del progetto BEST, un gruppo di studio in larga misura finanziato privatamente che ha compiuto una analisi delle serie di temperatura per valutare oltre al trend, anche la coerenza tra i risultati dei vari gestori di dataset più autorevoli.

In uno dei documenti pubblicati, è stato confermato quanto molta altra letteratura scientifica aveva già discusso, ossia la scarsa o nulla influenza che l’effetto Isola di Calore Urbano (UHI) – il riscaldamento molto localizzato che occorre nelle aree ad alta densità urbana – può aver avuto nel determinare il trend i medio e lungo periodo delle temperature medie superficiali globali sulla terraferma.

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Ci voleva un super eroe!

La notizia spopola sui media, Mario Monti è finito in un fumetto della Marvel Comics che narra le ultime gesta dell’Uomo Ragno. Ma non è quella che ci interessa. Nella stessa storia, che si intitola “La fine del mondo”, compaiono anche molti altri potenti della Terra, insieme naturalmente all’acerrimo nemico di Spiderman, Octopus.

La minaccia globale riguarda lo strato do ozono, ormai sottile come un foglio di carta velina. Octopus promette di avere la ricetta giusta per scongiurare l’imminente distruzione finale, ma in realtà ha l’obbiettivo di favorire il processo e vincere finalmente l’ultima partita.

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“Earth Hour” ovvero il “green irreality show”.

Un movimento globale per la sostenibilità del nostro pianeta. L’Ora della Terra (Earth Hour) è il grande evento globale WWF per il clima che coinvolge cittadini, istituzioni e imprese “in azioni concrete per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico”. L’evento centrale romano è stato la pedalate di 128 biker volontari, che per oltre un’ora hanno donato l`energia allo speciale “Palco a pedali-Goodbike” dal quale il gruppo dei “Tetes de Bois” hanno cantato il loro messaggio per il pianeta insieme al WWF.

Su CM già nel post “Earth Hour: se di notte i pannelli non producono si ricorre all’uomo da soma” è stato scritto provocatoriamente di quanto sia contrario all’idea di progresso pensare di utilizzare l’uomo al posto di ciò che possono fare meglio e più efficacemente talvolta gli animali ma preferibilmente le macchine, di quanto è ipocrita effettuare in queste occasioni la promozione di azioni che si possono sostenere solo in poche occasioni.

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Mirror posting: Aumentano i ghiacciai ma nessuno se ne accorge

Pur essendo la stagione invernale iniziata con un’estensione dei ghiacci marini nordici prossima ai minimi storici, a sorpresa il pack artico è notevolmente cresciuto da inizio 2012 ( in Alaska di ghiaccio se n’è già accennato), fino a portarsi a marzo su dei livelli prossimi agli “standard normali” del periodo. Il periodo dal 1979 ad oggi è quello in cui abbiamo con continuità misure satellitari affidabili dell’estensione dei ghiacci polari.

Sui mass-media più diffusi la notizia non ha trovato quasi spazio,quasi nessuno ha informato che lo scorso 18 marzo 2012 il ghiaccio marino artico ha raggiunto probabilmente la sua massima estensione per quest’anno, pari a 15.240.000 chilometri quadrati. La portata massima è stata di 614.000 chilometri quadrati al di sotto della media 1979-2000, che è pari a 15.860.000 chilometri quadrati (quindi una variazione rispetto la media di poco meno del 4%). Grazie ad un vortice polare intenso, il massimo si è verificato quest’anno in ritardo rispetto al giorno in cui accadeva mediamente, 12 giorni dopo la data media del periodo 1979-2000 che è il 6 marzo.

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La forza delle coincidenze

“Ancora una volta gli uccelli delle coincidenze si erano posati sulle sue spalle” scrive Milan Kundera nell’Insostenibile leggerezza dell’essere e suo è anche il paragone con “gli uccelli sulle spalle di Francesco d’Assisi”.

Ed eccole allora le coincidenze che scendono sulle nostre spalle a scandire l’ultimo ventennio del XX secolo come epoca topica, croce e delizia di chi si occupa di climatologia. Perché è lì che succede tutto:

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