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Mese: Febbraio 2012

Seven Spin Off – Febbraio #2

Anomalia attiva della Tropopausa dinamica. Cinquemilatrecentoquaranta metri geopotenziale in approfondimento e quaranta gradi sotto zero alla media troposfera. Ramo del Getto Polare diretto verso sud che raggiunge 100kt appena a ridosso delle Alpi di nord-ovest. Pressione al suolo precipitata da 1024 a 1008hPa in mezza giornata aiutata dall’effetto di sottovento.

Questo l’identikit dell’impulso da nord est che il bordo orientale del promontorio atlantico ha ‘accompagnato’ a casa nostra. Praticamente una Polar Low nel Mediterraneo. Non meraviglia che stia nevicando praticamente ovunque. Né che succeda in febbraio, naturalmente.

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Dalla teoria ai fatti

Penso tutti, o comunque moltissimi, avranno ascoltato l’ultima delle tante versioni che gli studiosi affezionati all’ipotesi (sempre più tale) dell’Anthropogenic Global Warming (AGW) sono obbligati a confezionare per dimostrare la validità delle loro affermazioni.

Mi rendo conto che per molti c’è a rischio il posto di lavoro prima che della stessa “faccia” ma ora non si tratta più di difendere uno studio scientifico ma una evidente ideologia. Dalla metà degli anni ‘80 dello scorso secolo la tesi prevalente era quella per la quale avrebbe fatto sempre più caldo con una certa tropicalizzazione del clima nelle medie latitudini, introdotta da uno scivolamento verso nord delle note fasce climatiche. Quindi il caldo avrebbe portato sempre più caldo (chiara logica da retroazione positiva). Dalla fine degli anni novanta l’aumento delle temperature globali (sottolineo “desunte globali” per via di grosse approssimazioni) si è interrotto, e mostra negli ultimi anni, quindi già XXI secolo, una certa controtendenza.

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Il Sole freddo: Perché non ci sarà il disastro climatico.

E’ questo il suggestivo titolo del libro di Fritz Vahrenholt, chimico, fino a ieri uomo di punta di RWE, colosso industriale delle fonti rinnovabili in Germania. Un passato e un presente di impegno nell’ambientalismo, sia come politico che come manager. Non è scettico Fritz Vahrenholt, anzi, è convinto che l’uomo abbia ci abbia messo del suo nelle dinamiche del clima. Ma non vuole più fidarsi dell’IPCC e, ovviamente, anche di tutto il movimento salva-pianeta da cui il Panel è stato a suo dire ideologicamente contaminato.

Il perché lo spiega lui, ed è semplice. Come esperto di rinnovabili ha partecipato al processo di revisione dell’ultimo Report del Panel ONU sulle risorse rinnovabili, trovando più di qualcosa che non andava. I suoi rilievi, racconta, sono stati semplicemente messi da parte. Questo gli ha fatto sorgere il dubbio che l’approccio potesse essere simile anche nel report per i cambiamenti climatici, e quindi ha fatto un po’ di ricerca.

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Tranquilli, se avete freddo è solo un’impressione

“A breve la Terra aumenterà la sua temperatura di tre o quattro gradi e questo comporterà effetti allarmanti. Buona parte del nostro paese sarà a rischio desertificazione, al sud ci saranno sempre meno piogge”. Questa una piccola parte dell’intervento del fisico Antonello Pasini, riportata dal settimanale Cattolico “il Ponte” del 18 maggio 2008, in un convegno tenuto a Cattolica insieme all’europarlamentare Giulietto Chiesa, il quale cercò di convincere la platea che “il pericolo più grande è l’ottimismo”.

Fa piacere leggere i toni più moderati di Antonello Pasini in una sua recente intervista pubblicata sul quotidiano Avvenire in data 7 febbraio dal titolo “Troppo caldo, troppo freddo?I misteri del clima impazzito”, a firma di Vito Salinaro. L’intervista segue la pubblicazione dell’articolo (Published online 7 November 2011 in Wiley Online Library) che vuole mostrare una relazione statistica tra forzanti antropogeniche e riscaldamento globale, cioè che i gas serra prodotti dall’uomo hanno ‘causato’ la temperatura (nel senso di Granger). In questo periodo freddo l’articolo trova disponibilità di  molto spazio sui mass-media come se fosse una rassicurazione che, seppur in presenza di un’ondata eccezionale di freddo, l’allarme “global warming” non cessa anche se ormai sono circa dieci anni che la temperatura globale non cresce (vedi “Anno 2011: nono estratto sulla ruota della NASA, dodicesimo sulla ruota giapponese.”).

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A scuola di pensiero unico

Il prossimo passo saranno le veline, non quelle di striscia la notizia, ma quelle che circolavano nel ventennio, perché a nessuno venisse in mente di avere una propria opinione.

Dal blog di Roger Pielke Sr, una notizia che ha dell’incredibile, ma che ci si ferma un attimo a riflettere, rientra perfettamente nel quadro di una dichiarata necessità di cementare nell’opinione pubblica o in quelli che con essa possono avere a che fare, magari in veste di ‘esperti’, tutti i dogmi del riscaldamento globale, cambiamento climatico, disfacimento climatico di origine antropica. Già, dogmi, proprio quelli che la scienza non è in grado di chiarire, ma di cui non si può fare a meno se si vuol fomentare l’isteria da clima che cambia.

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Il (con)senso del pudore

Alcuni giorni fa abbiamo parlato dell’intervento in chiave scettica di un gruppo di scienziati sul Wall Street Journal in materia di clima e ideologia ad esso correlata. In quella sede, pur condividendone i contenuti, abbiamo criticato la forma, soprattutto per la dichiarata volontà di mescolare il dissenso scientifico con gli aspetti ideologici della questione. E infatti, abbiamo dovuto segnalare e commentare, seppur brevemente, l’immediata risposta dell’altra parte della barricata.

La saga, naturalmente, continua. E infatti sempre il WSJ ha pubblicato il 1° febbraio scorso una lettera firmata da Kevin Trenberth e altri numerosi scienziati. L’intento è controbattere alla perniciosa affermazione secondo la quale “Non c’è bisogno di panico in materia di global warming”. Evidentemente, si ritiene che invece ce ne sia. Ne prendiamo atto. Ad ogni modo qualcuno ha interpretato questo intervento come assunzione di un obbligo di pubblicare una lettera di smentita, a me sembra invece che si sia voluto dar voce a tutte le opinioni, dimostrando, come organo di informazione, di non avere preconcetti ma di lasciare ai propri lettori lo spazio per formare una propria opinione. Capisco che questo possa per alcuni essere difficile da comprendere ma, tant’è, a ognuno i suoi problemi.

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Antartide e Global Warming: il mistero continua

Un mondo sempre più caldo prevede che ci sia sempre meno ghiaccio. Se guardiamo a nord questa equazione torna, i ghiacci artici hanno subito una consistente diminuzione, i ghiacciai montani anche e le coste della Groenlandia seguono a ruota. Se guardiamo a sud l’equazione non torna. A sud c’è l’Antartide, un intero continente di ghiaccio. Terra coperta da chilometri di ghiaccio antichissimo, mare che lo circonda la cui superficie ghiacciata aumenta da quando la si misura per mezzo dei satelliti.

Non molto tempo fa abbiamo pubblicato un breve reminder della somma totale dell’estensione del ghiaccio marino sul Pianeta. Allora il bilancio era leggermente positivo, ora è tornato ad essere negativo, soprattutto perché l’Artico sta pagando pegno all’irruzione di aria calda alle alte latitudini che ha innescato la discesa del gelo sull’Europa orientale. In uno dei commenti un lettore ci ha fatto notare che avremmo dovuto parlare di volume più che di estensione. Nella fattispecie si parlava di albedo e bilancio radiativo, per cui il volume c’entrava poco o niente, in quanto la radiazione viene riflessa dalla superficie. Però è giusto affrontare anche questo argomento, e lo spunto lo riceviamo dalla pubblicazione di un articolo sul GRL:

Insignificant change in Antarctic snowmelt volume since 1979 – GRL, Munneke et al., 2012
[info]

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L’inizio della Piccola Era Glaciale

Ci saremmo arrivati, lo sapevate voi e lo sapevamo anche noi: è stata individuata la data precisa di inizio della Piccola Era Glaciale. Come la scuola anglosassone ci insegna, in questo caso lo studio è nordamericano, possiamo e dobbiamo mettere una etichetta a tutto. In questo caso il fondamentale dato che mancava al panorama paleoclimatologico era la precisa data di inizio della PEG. Lo studio condotto dal professor Gifford Miller1 della UCB (University of Colorado at Boulder) non si limita solamente a individuare quando e perchè si sarebbe innescata la PEG, ma grazie a nuovi e potenti modelli matematici ci spiega anche come sia possibile una durata così lunga nel tempo. E le conclusioni, credetemi, sono davvero stupefacenti, ma ne parleremo più avanti.

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  1. http://www.agu.org/pubs/crossref/2012/2011GL050168.shtml []
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Mirror posting: Neve a Roma

“La neve per Roma è un fenomeno straordinario, che desta nell’animo degli abitanti un senso di speciale allegrezza, nei bambini soprattutto, che ‘ab antiquo’ si dispensano dalla scuola. Non usi a vedere la campagna ammantata della candida veste propria dei climi settentrionali, piacciono i pittoreschi effetti, e i baloccamenti infantili d’innalzamento di fantocci e di piramidi fantastiche nelle vie della città”. Questa frase non è stata pronunciata dal sindaco Alemanno riguardo la nevicata a Roma del 3 febbraio, si tratta invece di una nota del 1887 del sacerdote scienziato padre Giuseppe Lais (1845-1921), noto gesuita discepolo allievo di padre Angelo Secchi che si occupò, con successo, di meteorologia e astrologia.

Il testo dell’allora Ufficio Centrale di Ecologia Agraria dal titolo “La neve a Roma dal 1741 al 1990” inizia con la seguente osservazione: “La posizione di Roma, ubicata nell’Agro Romano, a poca distanza dal mare ad Ovest, e lontano dall’Appennino verso Est, fa sì che la città risenta particolarmente del clima mediterraneo, in cui le precipitazioni nevose assumono un carattere di eccezionalità. Il verificarsi di una nevicata a Roma, infatti, non è un evento molto frequente, ma neanche così raro come alcuni credono”.

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Sudden Warming 2012, in arrivo il sapore di mare

Solo sapore di mare però, per quello di sale meglio aspettare. Girando per le frenetiche discussioni nei forum di meteorologia, oppure per le fitte cronache della stampa, il ritornello è sempre lo stesso: aria artica continentale. Bene, vi è piaciuta? La prossima sarà al sapore di mare, ma comunque artica.

La situazione è la seguente. L’attuale forte retrogressione fredda ha le sue origini nel Sudden Warming che la stratosfera polare ha vissuto verso la metà del mese di gennaio. Un evento con una preparazione molto laboriosa in quanto preceduto da un Vortice Polare solido ed eccezionalmente freddo. Per cui, il lag temporale tra la brusca frenata del vortice e i flussi meridiani in troposfera è stato di circa quindici giorni.

Ora i piani alti della stratosfera hanno riguadagnato zonalità, ma quelli medi e quelli bassi sono praticamente fermi. Perciò chi governa ora è la troposfera, che sta continuando a scaricare energia alle alte latitudini. L’eventuale effetto di un secondo evento di Sudden Warming sarebbe quindi quasi immediato, e, indovinate un po’? Succederà proprio questo, come del resto indica la ripresa del flusso di calore verso le alte latitudini:

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Mirror posting: Clamoroso: è inverno e fa freddo

Estate: “sempre eccezionale”. Inverno:”sempre eccezionale (vedi estate)”. Non vi preoccupate, non state leggendo le previsioni climatiche per fine secolo, si tratta di due voci del “Dizionario dei luoghi comuni” di Gustave Flaubert (1784-1880), un’enciclopedia del “pensiero banale” redatta con ironia pungente osservando la realtà del XIX secolo.
Leggendo i quotidiani e seguendo i servizi televisivi di questi anni la situazione non sembra cambiata di molto: fa notizia il caldo ad agosto e l’arrivo del freddo in inverno, di volta in volta l’esperto di turno ci spiega che siamo davanti ad un evento eccezionale che però si è già verificato 5 o 10 o 30 o 100 anni fa. Nonostante che i fenomeni meteorologici “locali” non possano dirci nulla su cosa sta accadendo a livello globale, ci stanno abituando che essi, come le favole di una volta, hanno una morale per insegnarci che ormai l’uomo ha stravolto il clima globale e sta distruggendo Gaia.
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Seven Spin Off – Febbraio 2012 #1

Si chiama Ponte di Voejkov la saldatura tra l’anticiclone atlantico e quello russo. La configurazione barica più temibile e per molti aspetti più affascinante. Tecnicamente per un certo periodo e per una porzione dell’emisfero, l’aria gira al contrario. Il flusso perturbato principale non riesce ad attraversare l’Europa per la presenza dell’anticiclone, perciò devia verso nord, gira attorno a questa figura – e per farlo deve passare sull’Artico – e poi si tuffa giù lungo il bordo orientale dell’alta pressione.

Il risultato è che l’aria gelida e quindi pesante come il piombo originatasi in Siberia scende verso l’Europa centrale fino al Mediterraneo, o, come in questi giorni, fino all’Africa settentrionale. In seno a questo flusso, che tecnicamente si definisce retrogrado, si generano normalmente numerosi minimi in quota quasi-stazionari, che pian piano scendono di latitudine.

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I conti tornano, basta farli in casa

Alcuni giorni fa abbiamo parlato di uno studio di recente pubblicazione in cui sono state riviste le misurazioni dellla radiazione totale uscente dal top dell’atmosfera (TOA) e i dati provenienti dalla rete osservativa oceanica ARGO, stabilendo che l’incertezza delle misure di fatto autorizza a credere che il mare abbia stabilmente continuato ad immagazzinare quella quantità di calore che necessariamente deve essere nel sistema in base all’alterazione del bilancio radiativo causata dal forcing antropico.

Climate change e oceani, niente ‘calore scomparso’ o niente calore?CM 30 gennaio 2012

L’assorbimento consisterebbe in 0,50 ± 0,43Wm2. Nonostante l’incertezza sia pari quasi alla misura, aspetto questo che dovrebbe di per se invalidare le conclusioni, questa quantità di calore riporterebbe la situazione in pareggio, giustificando l’assenza di riscaldamento misurato negli ultimi 10/15 anni nonostante la forzante antropica non abbia perso un colpo.

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