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Mese: Dicembre 2011

Climategate 2.0, regola numero 1: Divergere in privato, convergere in pubblico

Versione moderna dell’antico detto: i panni sporchi si lavano in famiglia. Quando si tratta di scienza però, specie se di scienza del clima, quella famiglia siamo tutti noi, perché da una non meglio specificata convergenza, ovvero da un consenso scientifico del tutto fittizio, sono scaturiti fior di provvedimenti – e altri si progetta di farne scaturire – che condizionano non poco le nostre vite.

Qualcuno ricorderà che alcuni mesi fa abbiamo parlato su queste pagine di “divergenza”, cioè di quello strano effetto per cui le temperature ricavate dai dati di prossimità degli anelli di accrescimento degli alberi e quelle misurate con il termometro smettono di andare d’accordo. Qualcun altro ricorderà anche che per evitare che questo si notasse nelle ricostruzioni di temperatura, alcuni dataset di dati proxy vennero esclusi dalle ricostruzioni e opportunamente sostituiti con i dati osservati, commettendo così un errore doppio: a) non tener conto che quel disaccordo invalidava potenzialmente anche i dati proxy non verificabili con le osservazioni, b) confrontare le mele con le pere, cioè mettere sullo stesso livello di attendibilità i dati proxy e quelli osservati.

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